Da diversi mesi, Roma è invasa da “nuove aperture” - l'espressione è ormai diventata un tormentone – che fanno ben sperare nello stato di salute della ristorazione, almeno come business. Nella maggior parte, tralasciando i casi di operazioni poco pulite e di dubbio valore gastronomico, si tratta di locali piuttosto grandi con formule più o meno innovative e multifunzionali, altra parola parecchio di moda.
Aprono in quartieri centrali o in espansione dal punto di vista gastronomico (vedi Ostiense, nuovo quartiere foodie dopo l'apertura di Eataly) per volontà di imprenditori in cerca di investimenti azzeccati che, se non appartengono già al mondo della ristorazione, hanno il buon senso di affidarsi a professionisti del settore. Seguono dunque inaugurazioni col botto, uffici stampa e foto sui social in un rito ormai un po' prevedibile, davanti al quale qualcuno dà già segni di insofferenza.

MAZZO TRIO. Pietro Clemente, Francesca Barreca e Marco Baccanelli
Nel frattempo, però, c'è anche ci decide di seguire altre strade, un po' per forza – in base alle possibilità di cassa – e un po' per scelta. Il 27 aprile 2013, senza fare troppo rumore, a Centocelle – quartiere romano di periferia che non può vantare illustri frequentazioni intellettuali né grandi eventi storici – in un'anonima via dal nome illusoriamente romantico, ha aperto
Mazzo: una sala che non arriva a coprire 15 metri quadrati, un solo tavolo per 10 persone dove si mangia gli uni accanto agli altri anche senza conoscersi, qualche scaffale con in vendita i prodotti usati, il menu scritto con il gesso sulle pareti-lavagna e un laboratorio di cucina che si intravede.
E' questo il vero cuore del locale dei
Fooders, al secolo
Francesca Barreca e Marco Baccanelli. Il loro progetto nasce nel 2006 con l'idea di unire le loro passioni - cucina, grafica, musica - in una sorta di
live cooking itinerante, e ancora oggi alternano alla cucina in senso stretto l'ideazione di eventi – mai banali, talvolta irriverenti - e la comunicazione, sempre legati al
food. Insieme a loro c'è il rapper
Pietro Clemente, anche noto come
Il Turco o
Sparo Manero. Ma non si tratta di un ennesimo caso di “creativi in crisi” che decidono di buttarsi sulla cucina:
Marco e
Francesca sono dei cuochi veri, hanno studiato, lavorato e sudato in cucina e basta assaggiare le loro proposte per capire che qui di fuffa ce n'è poca.
A quasi un anno dall'apertura, il loro
Mazzo (potrete facilmente cogliere l'ironico riferimento alle difficoltà affrontate per arrivare dall'idea all'apertura) è diventato un indirizzo di riferimento per chi vuole mangiare bene, punto. Il locale, come la cucina, punta dritto alla sostanza:
it's all about food, recita il motto. Pochi piatti ma davvero ben fatti, prezzi piccoli come il locale (e la scelta di vini e birre artigianali). E se è vero che a riempire un locale da 10 posti - più due al banco - non ci vuol poi tanto, qui ci si viene (e si torna) per assaggiare piatti davvero interessanti, che escono fuori tanto dai canoni della tradizione romanesca più stantia quanto dalle mode gastronomiche ma sanno giocare con ingredienti
glocal e ispirazioni accumulate tra viaggi e frequentazioni etniche.
E allora, vai di
Pork belly alle 5 spezie o di
Pecora alla cottora, di
Alici in tempura al curry con passatina di ceci al timo o di
Tagliolini al ragù bianco di rigaje di pollo, per non parlare delle buonissime patatine fritte nel cartoccio, delle “scarpette” (aperitivo a base di pane e sugo, amatriciana o arrabbiata) e della goduriosa
Mississippi Mud Pie al cioccolato. Facile, direte voi: pochi posti, pochi problemi, poche spese. Le cose non stanno esattamente così. I
Fooders ci hanno impiegato due anni per riuscire aprire il locale, per quanto minuscolo, tra lungaggini burocratiche, rapporti poco chiari con le istituzioni, problemi con imprese di ristrutturazioni e stress vari, come racconta
Francesca.

Mazzo è in via delle Rose, 54 a Roma, meglio prenotare al numero +39.06.64962847
Una vera e propria giungla in cui a volte ci si riesce a orientare solo grazie all'intervento di parenti e amici, una sorta di game in cui quando riesci a superare un livello te ne si presenta un altro con difficoltà ancora maggiori. E così, se la creatività, l'entusiasmo e la voglia di fare qualcosa di diverso non soccombono alle difficoltà che da “piccoli” è ancora più difficile superare, chiediamo a
Francesca cosa li faccia svegliare la mattina con la voglia di andare avanti a farsi un
mazzo tanto. «La stessa cosa che ci ha fatto iniziare – risponde - la vitalità della cucina, la bellezza delle materie prime, l'infinita possibiltà di imparare che deriva da un mondo sconfinato di ricette, tradizioni, tecniche e ingredienti. Non ci si annoia mai».
Mazzo
via delle Rose, 54
Roma
+39.06.64962847
Domenica aperti anche a pranzo, prenotazione consigliata