15-06-2012

Tavola con vista

Da Positano a Taormina, tre indirizzi capaci di conciliare buona cucina e panorami sontuosi

Lo scorcio spettacolare che si gode dal ristorante

Lo scorcio spettacolare che si gode dal ristorante del Grand Hotel Timeo di Taormina, +39.0942.6270200. Il cuoco di origini varesine Luca Orini è ormai più siciliano degli autoctoni: leggi i Tagliolini neri con ragù di cernia e cuori di carciofo o la Tagliata di “razza modicana” alla griglia con erbe aromatiche

Alois Vanlangenaeker, belga di Diepenbeek (ora provate a ripetere i nomi) è uno di quelli che ha capito tutto. Da più un decennio ha deciso di diventare cittadino di Positano, ché né la provincia fiamminga né le due stelle Michelin de La Résidence La Pinède di Saint-Tropez (dove ha lavorato come chef per alcuni anni) potevano competere con il panorama e l'incanto dell’hotel San Pietro di Positano, che di stelle ne ha comunque una ma di storia e di storie ne ha da riempire guide intere. Proprio dalla cucina dell’hotel icona della Costiera cominciamo un piccolo tour tra tre delle terrazze di mare più belle d'Italia, con tappa sul litorale romano e poi sotto l’Etna, a due passi dal Teatro Greco di Taormina.

Il San Pietro, dicevamo. Dove la mano sicura dello chef si sdoppia tra il fascino un po’ fané del ristorante stellato – è previsto a breve un ammodernamento anche se «qui è molto difficile cambiare, è un po’ come toccare un monumento» sottolinea il patron Vito Cinque - e il Carlino, spettacolare insegna (più informale) intitolata al mitico fondatore Zio Carlino. I due ristoranti sono collegati con un ascensore scavato nella roccia oppure con una delle scale panoramiche più belle al mondo, che attraversa i profumi degli orti curati dallo stesso Vito. La discesa è un piacere, al ritorno servono le gambe di uno scalatore del Tour de France.

La vista su Positano in Costiera Amalfitana dall'hotel San Pietro, +39.089.875455, tana del cuoco belga Alois Vanlangenaeker, una stella Michelin

La vista su Positano in Costiera Amalfitana dall'hotel San Pietro, +39.089.875455, tana del cuoco belga Alois Vanlangenaeker, una stella Michelin

Qui, con i piedi praticamente dentro la sabbia della spiaggia privata, anche quest’estate si replica un calendario di cene con i migliori chef campani, da Pierfranco Ferrara del Faro di Capo d’Orso (il 9 luglio) a Gennaro Esposito della Torre del Saracino (il 20 agosto), il cui ricavato andrà a favore dell’acquisto di apparecchiature mediche per l’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli. A pranzo si recita a braccio, con proposte superlight di pesce secondo gli arrivi dalle barche, la sera si torna ai piani alti, dove la trama si fa più raffinata ma mai seriosa, come dimostra la pizza margherita servita come aperitivo durante la lettura del menu. Cucina a tratti barocca, dirà qualcuno. Noi invece diciamo solida e profumata, sia nella tradizionale Pasta e patate con pesto di rucola, sia nel più contemporaneo Carpaccio di gamberi alle erbe aromatiche e verdurine croccanti. Ma il ricordo del cuore va al Tortino di alici con salsa alle acciughe e marmellata di pomodori e a una Saint Honoré da maestri pasticcieri.

Dalle vertigini partenopee al Litorale Romano. Del fascino della Costiera qui restano solo le briciole. Salvo svoltare decisi – dopo aver programmato il navigatore – all’altezza di Palo Laziale e poi seguire nel verde fino al cancello de La Posta Vecchia, fiabesco relais della famiglia Sciò della cui storia si sa già tutto (ex stazione di posta costruita nel XVII secolo dal Principe Orsini e poi acquistata dal magnate J. Paul Getty) ma sulle cui potenzialità gastronomiche c’è ancora da scrivere molto. Non più infatti solo buen retiro a due passi da Roma per un weekend detox ammantato di storia, ma oggi anche meta culinaria a se stante grazie alla sempre più fulgida cucina di Michele “Michelino” Gioia, chef bravo a sfruttare al meglio la (ricca) campagna romana e a disseminare qua e là i ricordi della sua terra campana.

Su questa monumentale e romantica terrazza con vista privilegiata del Castello e tratto di acqua (stranamente cristallina) tutta per sé si gode di piatti come le Seppie fondenti, sconcigli, crema di porri al nero e bottarga di muggine, gli Gnocchi croccanti al limone e zuppa di mazzancolle al sapore di carciofi, il Soffice di pesche al falso pepe e salsa al timo. Filo conduttore la pulizia e nettezza dei sapori e i felici dialoghi tra l’orto e il mare. La carta dei vini cresce e migliora, tenendo finalmente in considerazione non solo le richieste anacronistiche e spendaccione del turismo attempato che qui transita felice.

La terrazza della Posta Vecchia di Ladispoli sul litorale romano, 1 stella Michelin, +39.06.9949501. Michele Gioia interpreta la campagna romana con rimeniscenze campane, vedi gli Gnocchi croccanti al limone e zuppa di mazzancolle

La terrazza della Posta Vecchia di Ladispoli sul litorale romano, 1 stella Michelin, +39.06.9949501. Michele Gioia interpreta la campagna romana con rimeniscenze campane, vedi gli Gnocchi croccanti al limone e zuppa di mazzancolle

Da Fiumicino è un’ora di volo per Catania e poi una mezz’ora ancora per Taormina. Ci si fa largo tra la folla di via del Teatro Greco, che già sarebbe stretta se fosse pedonale, e che invece consente il transito di macchine su due sensi. Ed ecco il piccolo ingresso fiorito che apre all’immenso mondo sospeso del Grand Hotel Timeo, il preferito dagli attori dei festival estivi per il suo ingresso dedicato direttamente al “backstage” del teatro. Qui Luca Orini – originario di Varese ma ormai più isolano dei taorminesi stessi - fa una certa fatica ad allontanarsi dalle aspettative sicilianissime degli ospiti dell’albergo. Ma proposte come i Tagliolini neri con ragù di cernia e cuori di carciofo e la Tagliata di “razza modicana” alla griglia con erbe aromatiche alla fine danno ragione a loro.

Dalla terrazza del Timeo - con la vista più bella sulla baia - concedetevi una passeggiata fino alla spiaggia di Mazzarò e all’altro gioiello del gruppo Orient-Express, il Villa Sant’Andrea, costruito a fine ‘800 dall’inglese Robert Trewhella e inizialmente utilizzato come casa di villeggiatura. Ai tavoli "nel" mare le suggestioni di Camilleri diventano capitoli di un menu dedicato a Montalbano, con i piatti protagonisti dei suoi romanzi, dalle Anciovi ca’ cipuddata (alici con cipollata) de “Il Cane di Terracotta” ai Purpitieddri di Pisci Koftas (polpette di pesci koftas) de “Il Ladro di Merendine” alle Cassatedde (cassatelle) de "La Voce del Violino". Grandi pagine gastroletterarie firmate dall'ottimo executive chef Salvatore Gambuzza.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Federico De Cesare Viola

Romano, scrive di enogastronomia e viaggi sul Sole 24Ore e collabora con numerose testate, tra cui La Repubblica e L’Uomo Vogue. È docente allo Iulm e lecturer in Food Media per diversi college americani. Twitter @fdecesareviola

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