17-02-2022

Pace e natura: la "cucina del bosco" di Roland Lamprecht al Forestis di Bressanone

Un hotel di lusso nascosto tra i boschi della Val d'Isarco, che ospita un ristorante interamente affacciato sulle montagne del Parco Puez-Odle

Roland Lamprecht - Foto: Benedetta Bassanelli

Roland Lamprecht - Foto: Benedetta Bassanelli

Bellezza, scenari naturali e armonia. Una triade che rappresenta bene l’essenza del luxury retreat pentastellato Forestis, inaugurato lo scorso luglio in Val d’Isarco, a 1800 metri d’altezza e sulle pendici meridionali della montagna Plose, ben nota agli sportivi invernali ma anche ai consumatori di un’acqua minerale locale che prende il nome di quest’area montana. Il Forestis, nascosto nei boschi e invisibile all’occhio di chi percorre la valle in direzione del Passo delle Erbe, nasce da una intuizione di Alois Hinteregger, albergatore a Luson che nel 2007 scoprì un antico sanatorio austrico abbandonato e risalente agli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale e lo trasformò nell’Hotel Rosalpina Dolomites. Poi, al corpo principale dell’edificio si sono aggiunte, con l’inizio della costruzione avvenuto nel 2015, tre torri mimetizzate nel bosco e con un concetto architettonico moderno, legato all’essenzialità e gli elementi naturali come l’aria, l’acqua, la pietra e il legno.

La vista mozzafiato dal Forestis - Foto: Benedetta Bassanelli

La vista mozzafiato dal Forestis - Foto: Benedetta Bassanelli

Da quel momento è nato Forestis, che per contenuti ha saputo sin dall’inizio attirare l’attenzione di una nutrita schiera di ospiti, non solo italiani, che apprezzano lo stile un po’ monastico della struttura, la scelta di un lusso essenziale, l’approccio ecosostenibile, il linguaggio tra il paesaggio circostante e gli spazi interni, oppure la sensorialità e l’energia sprigionate dall’area wellness. Un luogo che, quindi, supera l’idea della doppia stagionalità estiva/invernale e diventa destinazione, anche per l’impatto gastronomico e la presenza di un ristorante davvero originale.

Roland Lamprecht è figlio di questa terra. Nel suo passato ha frequentato in lungo e in largo la ristorazione altoatesina più tradizionale, si è concesso qualche puntata oltreconfine verso la Mitteleuropa ed ha lavorato anche più  sud, per modo di dire, verso l’altopiano di Siusi. Era, insomma, il cuoco più indicato per intraprendere un percorso destinato a muoversi su più livelli e decisamente ambizioso. Quello della complicità territoriale, che mette in fila produttori e la materia prima delle valli vicine, passa attraverso una idea estetica in linea con i dettami stilistici dell’hotel e, infine, medita una crescita sensibile nel futuro a breve verso una filosofia più strettamente fine dining. Una prospettiva , quest’ultima, già nelle corde del cuoco, ma che per ora si scontra con le dimensioni notevoli del ristorante e con i suoi 120 coperti abbondanti che vanno a coprire le esigenze interne degli ospiti.

Cucina golosa, ma anche attenta al benessere - Foto: Benedetta Bassanelli

Cucina golosa, ma anche attenta al benessere - Foto: Benedetta Bassanelli

La sala del Forestis, che nel corso della mattinata funge da spazio colazioni, è un grande palcoscenico interamente affacciato sulle montagne del Parco Puez-Odle e, per il colpo d’occhio, è quanto di più simile a un teatro, con le lunghe file di tavoli a semicerchio disposti su più livelli e separati tra loro al fine di creare pregevoli angoli di riservatezza.

La cucina, invece, propone due menu distinti, con un degustazione detox dove si passa dalla Crema di lenticchie di montagna agli Spaetzle di grano saraceno di Merano con porro invernale, fino alla Polenta di Termeno con verdure brasate e ricotta al forno e un degustazione più creativo dove i Ravioli sono accompagnati da un Tè al lichene, i Tagliolini di farina arrostita ospitano i funghi cardoncelli e il Cavolfiore della Val Venosta incontra un condimento alla senape e miele con mandorle.

Lo chef al lavoro - Foto: Benedetta Bassanelli

Lo chef al lavoro - Foto: Benedetta Bassanelli

Il territorio è sempre bene presente ed ha quasi sempre un funzione salutista nei piatti. Così ci viene ricordato come i germogli di abete rosso contengano vitamina C e flavonoidi, mentre nella barbabietola alla vitamina si aggiungono le qualità dello zinco e del selenio. Detto che un buon piatto di speck del contadino, da queste parti,  magari accompagnato dalle diverse tipologie di pane, è un golosità cui non si può resistere.

Il futuro gastronomico di Forestis non è però solo legato al ristorante principale, perché nell’idea del cuoco, e della proprietà, c’è anche il lavoro ad una sala più intima e raccolta, da realizzare nei prossimi anni e dove muoversi verso una cucina d’autore; con tutta probabilità esterna al corpo principale dell’edificio, ma poco distante.

Da non perdere i cocktail della barlady Doris Kuhn - Foto: Benedetta Bassanelli

Da non perdere i cocktail della barlady Doris Kuhn - Foto: Benedetta Bassanelli

Nel frattempo verrà rivista la piccola sala vicina all’area lounge, oggi utilizzata per il pranzo in chiave bistrò, con un proposta di cucina più riconoscibile, agile, e non necessariamente locale. E proprio nell’area relax del bar, dall’ambiente un po’ dark riscaldato da un paio di camini, ci si accomoda per sorseggiare i cocktail della barlady Doris Kuhn, cui piace utilizzare essenze dei vicini boschi, erbe aromatiche, bacche, cortecce ed aghi di pino: tutti elementi naturali al servizio di una moderna mixology

Forestis

Palmschoß/Plancios, 22

39042, Bressanone

Tel. +39 0472 521008


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Gualtiero Spotti

giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale. E poi adora viaggiare
 

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