10-10-2020

Pino Cuttaia che ha finito la quarantena, presto riaprirà La Madia e sarà tra i protagonisti al congresso

Ben 25 giorni dopo la positività al Covid (paucisintomatico), lo chef è guarito e può tornare al lavoro. Sarà anche a Identità Golose con una lezione sul mare, insieme a Cedroni e Pascucci

Pino Cuttaia. Lo chef ha appena appreso di essere

Pino Cuttaia. Lo chef ha appena appreso di essere guarito dal Coronavirus: può uscire dalla quarantena durata quasi un mese e tornare al lavoro. Sarà anche tra i protagonisti al congresso

Ne è uscito, finalmente. Quasi un mese dopo la chiusura de La Madia di Licata causa contagio da Covid-19 (tutto è iniziato l'11 settembre con la positività asintomatica riscontrata a un dipendente, che ha indotto a quarantena forzata e tamponi obbligatori per tutti, leggi qui) il bistellato Pino Cuttaia giovedì sera ha potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo: i sintomi del Coronavirus che aveva colpito anche lui erano sempre stati blandi, come si dice in termine tecnico lo chef è stato un "paucisintomatico" («In pratica solo quattro giorni di febbre, come mi è successo tante altre volte nella vita. Nulla di più»), ma finché non fosse arrivato il secondo tampone di controllo negativo è dovuto rimanere fermo e in isolamento, per non rischiare di contagiare qualcun altro.

Dopo le solite lungaggini burocratiche, poco più di 24 ore fa ecco l'esito finale dell'esame decisivo: il virus è stato sconfitto, si può tornare al lavoro. Cuttaia aveva lamentato nei giorni scorsi la lentezza con la quale le strutture della Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento stavano procedendo a fornigli l'esito del decisivo secondo tampone, alla fine sono stati necessari otto giorni d'attesa tra effettuazione dell'esame e comunicazione del suo esito. Aveva detto Cuttaia: «Tutto dipende dalla Asp di Agrigento. Non c’è un contatto, una persona specifica a cui chiedere informazioni. Al telefono non risponde nessuno, chi è nella mia situazione si sente completamente abbandonato. Non capiscono che in questo modo si tengono in ostaggio le persone: la gente ha paura a fare il tampone perché rischia di essere messa ai domiciliari. Io ho un’attività, sono responsabile anche verso i miei ragazzi, che non sono più in malattia».

Impasse finalmente superata. A rileggere quello che gli è accaduto, Cuttaia conferma la sua indole di uomo generoso e assennato: «Al di là dei ritardo che ho lamentato, posso dire due cose. La prima: dopo quasi un mese di "fermo", non ne potevo più, avevo una voglia matta di tornare a lavorare, anche perché sento di avere un dovere morale nei confronti dei miei collaboratori. La seconda: gli iter burocratici e le lungaggini spingono la gente a evitare i tamponi. Però non va bene, perché è giusto, anzi doveroso tenere sotto controllo il propagarsi del contagio. È un atto di responsabilità nei confronti di sé stessi, ossia della propria salute, e anche degli altri, a partire dai propri cari ma non solo. Ed è un bene anche che non si cerchino "scorciatoie": penso alla Francia, che ha accorciato i tempi d'isolamento a una sola settimana, ma è un provvedimento che non ha senso, il virus può manifestarsi anche dopo nove giorni». E allora non ci si può sorprendere del boom di casi che si è registrato nel paese transalpino. Insomma, dice Cuttaia, «questa quarantena l'ho odiata, ma era doverosa. A maggior ragione per chi come noi fa una intensa vita sociale. In un paesino come Licata è capitato anche di essere un po' "marchiato" a causa di questa mia condizione. Chi se ne frega».

Lo chef è già tornato al lavoro, quando lo raggiungiamo al telefono è infatti in cucina, «sono subito tornato per apportare qualche piccolo cambiamento, vogliamo che alla ripresa di percepisca una ventata di nuovo, di rinascita, senza tornare a una routine con pochi stimoli». Ma quando La Madia riaprirà? «Credo alla fine della prossima settimana, in modo da organizzarci per bene, senza l'ansia che un imprevisto possa metterci in difficoltà. Un giorno in più o in meno non cambia».

Ma l'altro appuntamento sull'agenda di Cuttaia è fissato per sabato 24 ottobre a Milano, sedicesima edizione di Identità Golose, alle 14,30 in sala Auditorium si parlerà di mare, lezione a tre teste e sei mani che vedrà come protagonisti, oltre allo chef di Licata, anche Moreno Cedroni (La Madonnina del Pescatore, Senigallia - Ancona) e Gianfranco Pascucci (Pascucci al Porticciolo, Fiumicino - Roma). Pare che insieme stiano studiando una particolare lasagna, una specie di stratificazione di sapori e saperi... Se ne vedranno delle belle.


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IG2020: on the road

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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