È un giorno importante per Identità Golose Web. Da oggi in poi, tutti i contenuti pubblicati su queste pagine usciranno infatti in doppia versione: in italiano (come succede ogni giorno del nuovo corso di www.identitagolose.com, iniziato nel maggio 2011) e, novità assoluta, in inglese. Un passo obbligato per chi produce argomenti nella nostra lingua, la cui comprensione oltre i confini, a essere ottimisti, arriva al massimo al Canton Ticino o a qualche minuscola comunità italo-americana del Queens o del West End. Una scelta necessaria, considerata l'internazionalità della grande maggioranza degli argomenti trattati e la percentuale di lettori di lingua inglese (13%) che cliccano dalle nostre parti.
Ma anche un bello sforzo economico e redazionale se pensate alla mole dei contenuti che ogni giorno arricchiscono il nostro sito. Da un lato occorrerà pianificare in anticipo contenuti che hanno bisogno di un tempo fisiologico di traduzione. E dall’altro bisognerà prendere tempestive decisioni in corso d’opera: è il caso di tutti quegli articoli “caldi”, di stretta attualità che non possono essere pianificati e nemmeno rimandati per l’urgenza dell’argomento. Vedi ad esempio l’uscita della Michelin Italia, l’apertura o chiusura di un ristorante importante, la cronaca in tempo reale di un evento…
I lavori di traduzione vanno avanti silenziosamente da prima dell’estate: abbiamo trasferito dalla lingua di Dante a quella di Shakespeare centinaia di ricette, così come abbiamo tradotto centinaia di profili di cuochi, pasticceri e artigiani del gusto che si sono alternati a lezione dalla prima edizione di Identità Milano (2005), e su tutti i palchi che ci hanno visti impegnati oltrefrontiera (Londra, New York, Shanghai, San Marino). Un lavoro tosto, se immaginate anche i tempi tecnici di pubblicazione online di tutto il materiale tradotto. Ma una scelta inevitabile da fare per allargare gli orizzonti di comprensione dei protagonisti e delle cose buone d’Italia e del mondo.
Un’ultima osservazione: se Ferran Adrià, anticipando i contenuti della sua Fondazione El Bulli, ha spiegato che presto esisteranno software capaci di trasferire il senso integrale di un concetto da una lingua a un’altra, per tradurre in inglese oggi non basta ancora copio/incollare sulle finestre di Google translation o usare il browser Chrome. Sono espedienti utili per chi vuole cogliere il senso generale e grossolano di un determinato articolo, non le sue sfumature. Per intendere queste occorrono traduttori professionisti, meglio se di madrelingua anglosassone. Ringraziamo sin da ora il team coordinato da Slawka Scarso, per l’attenzione e la puntigliosità già dimostrata.
E se volete dare un’occhiata ai primi contenuti in inglese, cliccate sulla bandierina britannica in alto a sinistra o direttamente qui sotto, sugli articoli di attualità che abbiamo già tradotto e pubblicato (incluso questo che state leggendo). Buona lettura. Anzi, Good reading.
Dalla Libera, the genius of small things, Claudio De Min
Pan'Ino, a book filled with taste, Valeria Carbone
Amedei, The cocoa anthropologist, Alessandra Meldolesi
Gabriele Bonci, from pizza to bread, Luciana Squadrilli
Trout in birra pazza, Vitantonio Lombardo
The story of Sandra, Viviana and Alice, Paolo Marchi
Ritorno a casa, Pietro Leemann
10 truths about contemporary pizza, Paolo Marchi
Who's afraid of Del Vuoto, Carlo Passera
Snails and beer, Christian Milone
Scarello and Fusto, Divided at birth, Gabriele Zanatta
All about Nordic Food Lab, Ben Reade