26-12-2021

Ci ha lasciato Franco Ziliani, il padre del Franciacorta

Si è spento a 90 anni l'enologo al quale nel 1955 Guido Berlucchi chiese un'idea per un vino vincente. Nel 1961 le prime 3300 bottiglie, oggi sono più di quattro milioni

Il 26 dicembre di quattro anni fa ci lasciava Gualtieri Marchesi, classe 1930. Adesso, stesso giorno, è venuto a mancare un altro grande italiano, Franco Ziliani, 90 anni compiuti il 21 giugno, più di due terzi dei quali vissuti nel segno della e del Franciacorta, il territorio e le bollicine, che lui per primo creò.

Per entrambi, decisivo l’avere capito che era tempo di “rubare” il meglio ai francesi in due campi che procedono da sempre fianco a fianco: la cucina e la cantina, il cibo e il vino. Marchesi colse le novità a livello di Nuova Cucina mentre era dai fratelli Troisgros a Roanne, anno di grazia il 1977. Dal canto suo, Ziliani era già avanti nel suo impegno a trasformare in realtà un sogno, quello di uno champenoise, come si poteva ancora dire allora, oggi un Metodo Classico, tra le colline bresciane della Franciacorta, esattamente come ben prima, anche un secolo, altri tre personaggi in Italia. Ziliani infatti come Carlo Gancia in Piemonte

Guido Berlucchi e Franco Ziliani posano con le loro bottiglie, un sodalizio nato nel 1955 in Franciacorta

Guido Berlucchi e Franco Ziliani posano con le loro bottiglie, un sodalizio nato nel 1955 in Franciacorta

nel 1860, Antonio Carpené a Conegliano nel 1868 e, infine, Giulio Ferrari in Trentino nel 1902 quando la provincia apparteneva ancora all’impero austro-ungarico.

Impressionano le giovani età di tutti loro. Giusto parlare di sogni, di visioni ma anche di caratteri forti e di strade percorse con decisione. Gancia era del 1829 e Carpené del 1838, al momento delle loro primissime produzioni avevano trenta o poco più anni di vita. Ferrari poco più di venti, lui nato nel 1879, e Ziliani ventiquattro quando ebbe l’incontro che cambiò la sua vita ma non solo la sua.

Nel 1955 venne infatti chiamato a Borgonato, a Palazzo Lana, dal conte Guido Berlucchi che era ben lontano dal sentirsi soddisfatto del pinot che produceva, privo di carattere. Perché non passasse più inosservato, Ziliani gli suggerì di spumantizzare ma non tanto per fare qualcosa di decente, bensì per stupire gli italiani,

ma in scia pure i francesi, con uno champenoise di notevole spessore e qualità. In pratica un lustro di straordinario impegno e sperimentazioni e nel 1961 usciranno le prime bottiglie, poco più di tremila, 3300 per la precisione, di Pinot di Franciacorta come venne chiamato. Erano pochissime ma giuste, pronte a lasciare un segno netto e autentico tanto che oggi dalla Guido Berlucchi ne escono più di quattro milioni annui e il Gambero Rosso l’ha eletta Cantina dell’Anno 2021.

Lasciano il segno a livello imprenditoriale anche il passaggio delle quote a livello di proprietà perché Franco Ziliani in questo si è dimostrato molto americano nei confronti dei suoi figli, come ricordato bene in Wikipedia: «Nell'ottobre 2000 scomparve Guido Berlucchi. Vedovo e senza figli, lasciò la sua quota nella società (il 31%) a una Fondazione appena costituita con il suo nome per promuovere la ricerca sul cancro.

Franco Ziliani con i suoi tre figli, in senso orario: Cristina, Paolo e Arturo

Franco Ziliani con i suoi tre figli, in senso orario: Cristina, Paolo e Arturo

Dopo sedici anni, nel luglio 2016, la Fondazione cedette la sua quota alla Frazil, finanziaria di Franco Ziliani. Nell'agosto 2017 Ziliani ha ceduto il controllo della Frazil, la cassaforte che controlla la Guido Berlucchi, ai tre figli, Arturo, Cristina e Paolo, già tutti in azienda. Per sé mantiene la carica di presidente con un simbolico 1,2%. Nel 2018, racconterà Ziliani vicino alla novantina, con quella cessione "ho dato una lezione ai miei figli: si sono indebitati per ricomprare il gruppo dove già lavoravano. Impareranno ad amministrarla con più attenzione, ora controllano ogni piccola spesa".

Come ricordato in un comunicato della cantina stessa, “Franco Ziliani lascia la Franciacorta agli amici produttori, a tutti i dipendenti che lo hanno affiancato nel corso della vita e ai figli Cristina, Arturo e Paolo. Le esequie si terranno martedì 28 alle ore 11.30 presso la Parrocchia di Paratico (Brescia)”. In tanti lo ricorderemo in queste ore brindando a lui con le sue bollicine.


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Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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