Non ho mai molto amato sagre, troppo caos, e feste tipo Carnevale, mamma e papà perché fini commerciali vengono rivestiti di buoni propositi che raramente mi convincono. Poi sono pure dell’idea che bisogna trovare un motivo per ridere ogni giorno, così come amare e rispettare la propria donna dal primo di gennaio ai 31 di dicembre, altro che 8 marzo. Ricorrenza alta, 1909 la prima edizione assoluta, 1922 il debutto in Italia. Oggi forse troppe mimose, sinonimo di colorata superficialità, ma di certo tanto, tanto ancora da fare perché le donne siano rispettate per davvero e non per finta, giusto a parole un giorno all’anno.
Io per primo non mi chiedo mai chi cucini, se una donna o un uomo. A me preme che cucini un bravo cuoco, possibilmente bravissimo e anche se tanti sostengono di sapere distinguere se un piatto esce da testa e mani femminili piuttosto che maschili, io no. La vera separazione è a livello di filoni, attitudini. Le donne sono più portate a una rassicurante cucina di tradizione, però Antonia Klugmann e Cristina Bowerman non incarnano certo la figura dell'angelo del focolare. All’opposto (apparente), gli uomini prediligono la creatività, ma sono un esercito gli chef a tutta tradizione. Ce ne faremo una ragione, tanto alla fine conta quanto viene portato a tavola.

Annie Feolde, nizzarda, prima francese a scalare la guida Michelin fino a raggiungere le tre stelle fuori dalla Francia. Non solo: dopo averle perse, le avrebbe riconquistate come nessuna altra chef al mondo. Approdata all'Enoteca Pinchiorri nel 1974 all'età di 26 anni, eccola ritratta mentre regge un vassoio delle sue strepitose caramelle ripiene di bontà
Quattro anni fa, febbraio 2012, celebrammo
Identità Donna: non siamo angeli (del focolare). Nostro intento, non colto da tutti e da tutte, non era di creare una riserva indiana, bensì di mettere in primo piano un nuovo modo di intendere la figura della chef, non più quasi obbligata a cucinare perché moglie, compagna, figlia o fidanzata. Una libera scelta. In una delle sale blu si alternarono
Aurora Mazzucchelli,
Viviana Varese,
Antonia Klugmann,
Iside De Cesare,
Cristina Bowerman,
Marianna Vitale e
Chiara Patracchini.
Da allora le cucine stellate sono sempre più al femminile ed è pure nato Parabere, forum che il 6 e 7 marzo farà tappa a Bari con l’intento di Improving gastronomy with women’s vision, migliorare la gastronomia attraverso una visione femminile. Mi stupisce l’assenza nel programma di una cuoca italiana, quando l’Italia è il Paese con più stellate al mondo, ma si vede che nessuna è giudicata all’altezza di una Dominique Crenn o Gabrielle Hamilton.

Caterina Ceraudo, chef di Dattilo, la struttura di famiglia a Strongoli in Calabria. Caterina è la giovane al centro al momento di essere premiata come miglior cuoca 2016 alla presentazione dell'ultima edizione della Guida di Identità Golose l'ottobre scorso all'Expo di MIlano. Alla sua sinistra Lisa Casali, alla sua destra Paolo Marchi e Alessandro Locatelli, project manager per Acqua Panna - S.Pellegrino
Nei tre giorni di
Identità Golose a Milano sfiorano le venti unità le donne che terranno una relazione o saranno premiate a iniziare dall’omaggio, lunedì mattina, alla leggenda dell’
Enoteca Pinchiorri, con
Annie Feolde e
Giorgio Pinchiorri. E non aggiungo altro perché i premi acquistano sapore se restano delle sorprese come quelli per il servizio di sala piuttosto che la sorpresa dell’anno.
Tra congresso e scuola di cucina saranno con noi al MiCo, il centro congressi di via Gattamelata, Antonia Klugmann, la nutrizionista Maria Letizia Petroni, Daniela Cicioni, Valeria Margherita Mosca, Annie Feolde, Margarita Fores fresca di premio come miglior cuoca d’Asia, Giulia Miatto, Cristina Bowerman, Patrizia Ronca, Caterina Ceraudo, nonché le pasticciere Loretta Fanella, Francesca Morandin e Lola Torres. Si badi bene: sono state invitate perché brave, poi viene tutto il resto.