30-03-2019
Lucian Bucur, a sinistra, e Fabrizio Carta: sono rispettivamente il mixologist e lo chef dell'insegna milanese Bob. Sono stati scelti come relatori a Identità di Cocktail, durante la XV edizione del Congresso di Identità Golose, per la masterclass dedicata all'uso del caffè nella miscelazione (tutte le foto Brambilla / Serrani)
Bob: acronimo di bourbon e original bao. È questo il nome del locale aperto nel maggio dello scorso anno nel cuore dello storico quartiere Isola di Milano, in via Pietro Borsieri, dai gemelli Michele e Luca Hu, già proprietari, in quel corso Garibaldi che è uno dei punti più famosi e affollati della movida meneghina: The Chinese Box.
E il primo ha origine quasi in contrapposizione al secondo, come a dimostrare che anche chi parte da una miscelazione basata su prezzi contenuti e grandi volumi, senza comunque mai tralasciare in nessuno dei due casi la qualità degli ingredienti utilizzati nella miscelazione e i corretti dosaggi, può ambire a realizzare un progetto incentrato su sperimentazione e contaminazioni.
Su Bob, Bucur ha idee ben chiare: «Vogliamo dare qualità e piacere al cliente che viene a trovarci. Abbiamo voluto fare un locale elegante, ma allo stesso tempo accessibile e non impostato, rivolto ad una clientela interessata ad un prodotto non solo da consumare, ma anche da capire e degustare. Un locale dove assaporare sia il food che i drinks: due parti che si rispecchiano, come lo ying e lo yang, come le due B speculari nel logo del locale. Noi siamo in primo luogo un whiskey bar, incentrato sul distillato americano, emblematicamente rappresentato dal bourbon. A questo si contrappone il bao, il tipico panino cinese cotto al vapore, con alle spalle oltre milleottocento anni di storia e tradizione e che noi prepariamo completamente in casa. Come home-made sono tutte le nostre preparazioni».
Folgorato dalla cucina tradizionale cinese, ne ha fatto la sua specialità riproponendola con ingredienti di varia origine, ma senza mai tralasciare un tocco italiano. Sempre con un’ottima tecnica e un apprezzabile equilibrio di gusto e sapori.
Per il caffè da utilizzare, la scelta è ricaduta su Kafa: 100% Arabica, uno dei più pregiati al mondo, originario della foresta etiope e proveniente dalle prime piante di caffè da cui tutte le altre hanno avuto origine. Dopo un’accurata selezione, la raccolta viene effettuata a mano, mentre l’essiccazione avviene in modo naturale al sole. La tostatura lenta ne preserva infine le qualità organolettiche e consente un perfetto equilibrio tra aroma, gusto e corpo.
Il secondo, Ethiopian Boulevardier: bitter, vermouth rosso, bourbon whiskey in parti uguali; lavaggio del tutto con olio di mandorla in fat washing - tecnica di aromatizzazione nella quale l’agente aromatizzante è una sostanza grassa, in questo caso le mandorle - e successiva tripla permeazione su chicchi di caffè Kafa. Servizio in tumbler con cubo di gelatina alla ciliegia, ciliegie al maraschino e profumo di arancia amara.
a cura di
Millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktails, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare. Instagram luca.torretta