24-03-2019

Paolo Brunelli e la ridefinizione del gelato classico

Dopo la sbornia dei gusti eterodossi, il gelatiere di Senigallia sta lavorando a perfezionare l'intramontabile tradizione

Paolo Brunelli, patron della gelateria-cioccolater

Paolo Brunelli, patron della gelateria-cioccolateria omonima a Senigallia, autore di una lezione a Identità dal titolo "Il domani di ieri, l'iconico gelato di tradizione cambia volto". (foto Brambilla/Serrani

Il gelato è uno degli alimenti più democratici e trasversali che a memoria d’uomo si conosca: un appeal e un’empatia così radicate con chi lo consuma che nessuna moda, più o meno passeggera, è mai riuscita a scalfire. Ma anche il gelato ha attraversato un suo periodo di forte spinta a innovare, coincisa con l’allontanamento da alcuni sapori, se non addirittura al loro abbandono, e al passaggio dall’andamento rassicurante del dolce e del cremoso verso complessità ancora tutte da scoprire, da tenere a bada, da contestualizzare e – soprattutto - da far comprendere al pubblico.

Oggi al gelato gastronomico e alla ricerca che continua a muovere in tal direzione si va affiancando una nuova tendenza, e chi mangia gelato sta tornando ad apprezzare gusti classici come la zuppa inglese, lo zabaione o il pistacchio: sapori tradizionali che grazie a tecnologie contemporanee e alla sensibilità dei suoi più autorevoli interpreti si stanno dotando di nuovi chiavi di letture, interpretazioni, vere e proprie decodificazioni. Paolo Brunelli questa visione l’ha sempre avuta nelle sue perlustrazioni in lungo, in largo, soprattutto nelle profondità e nei picchi delle altezze dell’arte gelatiera.

Ecco allora che dal ricordo riemergono a galla ingredienti e texture forse persi per sempre, ma che grazie a conoscenza e ricerca tornano in auge: da una cena tra amici riecco la mandorla cruda della Val di Noto, a cui il maestro gelataio accosta ciccioli di maiale, un pecorino maturo ai limiti delle muffe, uovo sbattuto al vin cotto marchigiano e crumble di pane. O la sopracitata zuppa inglese: classica, fatta “a regola d’arte” ma con ingredienti contemporanei, sani ed etici: le uova provengono da un allevamento di nuova concezione nel leccese, con galline felici che producono uova saporitissime, il latte di fattoria da vacche Jersey e un alkermes naturale (leggermente più alcolico dei tradizionali) studiato appositamente da Oscar Quagliarini, barman fuoriclasse con una predilezione per i profumi, da poco trasferitosi a Senigallia per produrre spiriti e fragranze edibili: è bastato trovare la sinergia perfetta e il giusto complice per far si che i concetti siano tornati attuali.

Oscar Quagliarini

Oscar Quagliarini

Gran finale: oltrepassando i classicismi, i coni e le coppette, ecco la sfera di cioccolato che Brunelli vorrebbe proporre anche nella ristorazione, per rimpiazzare i mitici tartufi degli anni '80-90 e, punto di vista e scopo davvero interessante, per destagionalizzare il gelato, portandolo ad essere gustato durante tutto l’anno. È anche con offerte come questa che si superano abitudini, retaggi abitudinari e imprinting mnemonici: è così che si creano “nuove memorie”, percorrendo avanti e indietro le scale del tempo con nuovi strumenti, e allargando gli orizzonti.


IG2019: costruire nuove memorie

a cura di

Andrea D'Aloia

abruzzese, classe 1979, nel mondo della comunicazione dal 2001. Negli ultimi anni ha maturato una specie di ossessione per la ricerca continua di cuochi emergenti. Mangia, beve, scrive: di territori e ingredienti, di produttori e cuochi. E scatta tante foto, per non dimenticare nessun particolare

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