«Ho comprato le birreeeee», arriva Massimo Bottura più adrenalinico che mai, quasi spiritato. «Ciao Massimo, come va? Ti vedo alla grande…». «Va alla stra-grande!», risponde, e nel frattempo spiega la questione delle birre: «In un refettorio si beve acqua, ok? Ma magari qualcuno vuole una birra…».
Abbiamo scritto refettorio ma s’intende il Refettorio. Quello Ambrosiano. Un’idea dello chef modenese, che ha trascinato tanti altri col suo entusiasmo: «L’altro giorno c’era qui Alain Ducasse, si è messo a cucinare, a portare i piatti… Erano 30 anni che non lo faceva, mi spiego?». E’ una mensa per poveri, lo abbiamo raccontato qui e anche qui, ma per una sera si è aperta ai “ricchi”: ossia ai benefattori disposti a lasciare un’offerta in cambio di una cena fatta di avanzi di Expo, ossia quello che l’Esposizione non ha consumato ma è commestibile e di qualità.
Il tutto, firmato non solo da
Bottura: con lui c’erano quattro chef stranieri, un concentrato del meglio che l’alta cucina può offrire in America Latina:
Enrique Olvera, del
Pujol di Città del Messico, al 16° posto nella 50 Best Restaurants;
Rodolfo Guzmán, del
Boragò di Santiago del Cile, al 5° posto nella classifica dei migliori ristoranti dell’America Latina;
Carlos García, del ristorante
Alto di Caracas, al 28° posto nella stessa classifica; e
Matias Perdomo, l’uruguagio già stellato al
Pont de Ferr e ora in attesa di poter aprire il suo
Contraste, sempre a Milano.
Ai tavoli, tanta gente. C’era ad esempio Davide Rampello, ideatore del Padiglione Zero a Expo. C’era Luca Fantin, lo chef del Bulgari di Tokyo che sarebbe dovuto essere in viaggio per il Giappone proprio in quelle ore («Vacanze finite») ma ha rinviato il volo per non mancare alla mensa di piazzale Greco.

Rodolfo Guzmán impegnato a terminare l'impiattamento
Hanno gustato piatti come
Cocco, parmigiano e lamponi e
Pomodoro con il cuore, Mole dell’orto (il
mole è una salsa della cucina messicana preparata con diversi peperoncini e molti altri ingredienti e spezie) e
Pulmai freddo (è un piatto cileno: un tegame con molluschi, pollo e salsiccia, con il brodo servito a parte). Poi pesce o carne con agrumi, melanzane e aglio, per finire con
Platano balsamico e
Riso, latte, funghi e rafano.
«Pensiamo al pane avanzato…. Può raccontare tante storie, come una persona anziana che narra la sua vita – ha chiosato Bottura – E’ quello che vogliamo fare noi: prendiamo le briciole del pane avanzato e le facciamo diventare una magia».