«Prima edizione di Identità Milano, una notte mi sveglio di soprassalto e vengo assalito da un dubbio: mi sono sognato tutto? Allora mi vesto in fretta e furia, era gennaio, prendo l’auto e vado davanti a Palazzo Mezzanotte, la sede del congresso: vedo i cartelloni con il nostro logo e mi tranquillizzo». Il racconto di Paolo Marchi sull’incredulità degli albori può ben adattarsi anche a raccontare lo stupore per Identità Expo, il mega evento firmato Identità Golose che animerà Expo 2015 con i racconti, le lezioni, gli show cooking e soprattutto i piatti delle grandi firme della gastronomia italiana e internazionale. Per ora Identità Expo, che s’accompagna al marchio prestigioso del suo principale partner, S.Pellegrino, era ancora un fantasma, anzi un sogno. Che inizia finalmente a concretizzarsi: se ne sono accorti i moltissimi intervenuti poche ore fa a Expo Gate, proprio davanti al Castello Sforzesco di Milano e con la città che per l’occasione aveva indossato il proprio abito migliore – sole caldo e cielo azzurro, persino una piacevole arietta così rara da queste parti…

«Mai vista tanta gente qui dentro», il commento dei responsabili di Expo Gate sia beneaugurante per un’iniziativa ambiziosa, un programma ricchissimo (come abbiamo spiegato nei dettagli
qui) raccontato da
Marchi, fondatore e curatore di Identità Golose, e da
Claudio Ceroni, patron di MAGENTAbureau che organizza la kermesse. Con loro sul palco molti degli oltre 200 chef prestigiosi che saranno ospiti di Identità Expo durante tutti i sei mesi, dal primo maggio al 31 ottobre.
Citiamo alla rinfusa tra gli intervenuti: Carlo Cracco arrivato per ultimo e quindi elencato per primo, i pizza-chef Renato Bosco e Simone Padoan, Antonia Klugmann direttamente dal Collio, Cristina Bowerman da Roma, Pino Cuttaia persino da Licata, e poi Fabio Abbattista, Andrea Berton, Pietro Leemann, Fabrizio Ferrari, Daniela Cicioni, Davide Oldani, Gianluca Fusto nascosto tra il pubblico, Matteo Baronetto, i “presidenti” Claudio Sadler (Le Soste) e Marco Stabile (Jre), i Costardi bros, Christian e Manuel (ora ancora più simili: stessa barba), Italo Bassi, Alice Delcourt, Fabio Pisani e Alessandro Negrini, Viviana Varese, Cesare Battisti... E poi l’executive che guiderà la brigata di cucina stabile di Identità Expo S.Pellegrino, Andrea Ribaldone, con i due resident che lo affiancheranno, Domenico della Salandra di Taglio a Milano e Domingo Schingaro che è braccio destro di Ribaldone stesso a I Due Buoi di Alessandria.

Stefano Marini di S. Pellegrino, Piero Galli di Expo, Carlo Cracco, Paolo Marchi e Claudio Ceroni
«I protagonisti saranno loro» ha evidenziato
Marchi, dopo che
Ceroni aveva raccontato di
Identità Expo come naturale prosecuzione di quanto già fatto in passato, con in più la grande novità: si potrà mangiare. E come! «E’ uno sforzo organizzativo che fa tremare i polsi – parole del patron di MAGENTAbureau – Per sostenerlo, abbiamo coinvolto partner d’eccezione» e via con marchi prestigiosi. Quello di S. Pellegrino l’abbiamo già citato (
Stefano Marini, direttore Business unit: «Crediamo molto in questo progetto perché unisce l’Italia al mondo. Siamo un brand italiano che nasce e sgorga in val Brembana, non possiamo essere delocalizzati. Ma esportiamo dai primi del Novecento e ora siamo presenti in 145 Paesi»), poi Grana Padano, con la responsabile Marketing
Elisabetta Serraiotto, la nuova partnership con il consorzio Italia del Vino, presente il suo neo-presidente
Andrea Sartori. E poi ancora Cappellini per l’interior design, il Consorzio Cbi, Monograno Felicetti… «Speriamo di realizzare quello che sempre dovrebbe caratterizzare la ristorazione italiana: non solo una grande cucina, ma un progetto a 360° che riguarda anche l’estetica, l’accoglienza, la funzionalità», ha sintetizzato
Ceroni.

Lo Spaghetto Milano di Andrea Ribaldone
Tanti gli attestati di stima. Di
Demetrio Albertini, ambassador Expo presente in sala. Del vicesindaco di Milano,
Lucia De Cesaris: «Non sarebbe stato possibile fare l’Expo senza Identità Golose. Si può dire anzi che voi siate stati i precursori del tema dell’Esposizione. Noi dobbiamo costruire reti tra produttori e tra chef ed è quello che avete capito già molti anni fa. Solo Identità ha fatto comprendere all’Italia che è possibile fare squadra, lavorare insieme». Di
Piero Galli, direttore Gestione evento Expo 2015: «Dovremo servire 150mila pasti quotidianamente, calcoliamo 26 milioni in totale, avremo picchi di 250mila visitatori dei giorni di punta... Eppure ci è sembrato fondamentale rappresentare anche l’alta cucina, che farà da traino e da calamita. Aggiungiamo che sarà offerta a ottimo prezzo, come ci hanno fatto notare soprattutto dall’estero. Sono orgoglioso di quanto si sta per realizzare». Di
Nicola Farinetti, figlio di
Oscar: «Noi di Eataly siamo innamorati persi di Identità. Facciamo un lavoro simile: noi raccontiamo nel mondo la tradizione italiana, loro spiegano che non c’è solo quello. La collaborazione funziona ed è molto efficace».
Funzionerà anche quella di Identità Expo con Andrea Ribaldone, che firmerà il menu “fuori orario” e quello del lunedì e martedì sera. Ha stimolato languorini e acquolina – si era ormai a mezzogiorno passato – il piatto che lo chef ha ideato per l’occasione, lo Spaghetto Milano: spaghettoni conditi con una crema ottenuta frullando un risotto allo zafferano e mantecato al grana padano, il tutto con un ragù di ossobuco e gremolada. Una vera sintesi di Milano e di Italia che ha preceduto il rompete le righe: chef tutti insieme per la foto di gruppo davanti al Castello Sforzesco e per rispondere alle domande dei giornalisti. Ma di questo parla qui Gabriele Zanatta.