11-11-2017

L'anima bio del Merano Wine Festival

Oltre cento cantine selezionate nella sezione Bio&Dynamica: con tante sorprese e ottimi vini

E’ appena iniziato il Merano Wine Festival, la manifestazione del vino che dedica da tredici anni una vetrina sempre più ricca al vino bio. Proprio il presidente della kermesse meranese Helmuth Köcher afferma

«Bio&Dynamica è nata nel 2005 a Castel Katzenzungen, all’inizio era quasi un evento “familiare”, dove ci si trovava con pochi produttori e anche la qualità non era ai livelli di oggi. A quei tempi occorre precisare che c’era meno attenzione al tema ed era un’esperienza nuova anche per i produttori. Edizione dopo edizione c’è stata una grande evoluzione, dalla normativa che si è evoluta molto. Inoltre, anche il consumatore è più sensibile alle tematiche e cerca i vini che rientrano in questa categoria».

«Negli ultimi anni “alla famiglia” si sono aggiunte le varietà piwi (varietà di vitigni ibridi resistenti alle crittogame, malattie fungine, ndr) che, invece, nel 2005 erano una realtà marginale che non aveva molto peso. Qui in Alto Adige come in Trentino e in Lombardia, le piwi sono diventate una realtà che s’inserisce nel solco di una viticoltura rispettosa dell’ambiente. Il rischio è che tanti nomi, tante tipologie, vino “naturale”, “biodinamico”, “biologico”, “da varietà piwi” crei confusione nel consumatore, cosa che non accadeva in passato».

Oltre cento cantine selezionate dal Merano Wine Festival per questa sessione, la maggior parte italiane ma anche una realtà austriaca Schmelzer’s Weingut con un interessante Orange Wine in continua evoluzione nel calice.

Il Nambrot di Tenuta di Ghizzano

Il Nambrot di Tenuta di Ghizzano

Una Toscana imponente con un blend di Tenuta di Ghizzano di Ginevra Pesciolini Venerosi e i suoi Nambrot (60% Merlot, 20% Cabernet Franc e 20% Petit Verdot), freschezza e frutto elegantissimi. Altra novità di Podere San Cristoforo a Gavorrano, in Maremma, con il vino Amaranto Maremma Toscana doc 2016, 100% Sangiovese, e Identità 2016 un bianco prodotto solo nelle migliori annate con una decisa maturazione in vigna, un blend con 50% Trebbiano, 40% Vermentino e 10% Malvasia Toscana: al naso generose note lievemente ossidate, complesso e ricco di sfumature saline ricorrenti anche all’assaggio.

Piacevole il Nebbiolo Usignolo Langhe doc 2016, un bebè langhetto, di Cascina Bruciata a Barbaresco per dimostrare che i grandi nebbioli si possono bere sempre. Fuoriclasse il Primitivo di Gianfranco Fino, Es Salento Primitivo IGT 2015 con un frutto marcato, speziature eleganti e tannini setosi.

Lorenzo Zonin mostra con orgoglio Identità di Podere San Cristoforo

Lorenzo Zonin mostra con orgoglio Identità di Podere San Cristoforo

Da segnalare la Cooking Farm coordinata da Bruno Ciccolini che attraverso importanti cuochi del territorio porrà l’accento sul tema dei cibi fermentati, nuova frontiera culinaria che dimostrerà con cooking show e lezioni teoriche l’antica usanza di poter mutare le caratteristiche organolettiche dei cibi attraverso il processo di fermentazione. Dai classici crauti, al kimchi, al riso fermentato genesi assoluta del sushi.

Tra i protagonisti Norbert Niederkofler, Alessandro Gilmozzi, e Carlo Nester. Angelo Carrillo ha invece curato il convegno Naturae Puraee e ha realizzato Wild Cooking, che ha inaugurato la cooking farm con Niederkofles e altri 6 cuochi, che hanno presentato piatti e relazioni sul tema delle fermentazioni.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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