25-01-2013
A sinistra, Antonino Cannavacciuolo, classe 1975, chef di Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara), a destra Gennaro Esposito, classe 1970, chef della Torre del Saracino a Seiano di Vico Equense (Napoli), intervistati da Giuseppe Danielli di Newsfood. I due cuochi di Vico terranno una lezione a 4 mani a Identità Milano, lunedì 11 febbraio, ore 18.15 in Auditorium
All’origine c’è Cosentino. No, non vi spaventate: parlo del professore Enrico Cosentino, inventore dello scialatiello alla Caravella di Amalfi e riferimento di tutti i giovani nati in Penisola Sorrentina e impegnati seriamente ai fornelli. Professore all’alberghiero, dove hanno studiato Antonino Cannavacciuolo e Gennaro Esposito, ma soprattutto maestro di strada, sempre disponibile ad aprire la porta di casa per un consiglio, una indicazione. C’è questa trasmissione di sapere e di affetti, un po’ umanistica, un po’ meridionale, alla base della grinta e dell’ambizione di questi due grandi cuochi della Nuova cucina italiana, come la definisce Enzo Vizzari, direttore delle Guide dell'Espresso. Si tuffavano in quel mare amato dai ricchi romani come dai decadenti viaggiatori romantici di metà Ottocento, sino a quel grande pervertito di Norman Dougles, affabulato dalla vivacità e dalla vitalità dei guaglioni, neri neri gli occhi e i capelli e magri magri per la fame. Nel fondole roccioso prendevano ricci e patelle e quando risalivano a pelo d’acqua avevano il Vesuvio e la città di Napoli lascivamente adagiata tra il Vomero e Posillipo, la più bella e inimitabile skyline del mondo. E poi, dopo Seiano, la Sorrento degli alberghi e del turismo straniero con gli aliscafi che rombano verso Capri.
Riso “affumicato” con broccoli e vongole di Tonino Cannavacciuolo
Baccalà in carpione con cipollotto, mela annurca e melassa di fichi di Gennaro Esposito
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
giornalista corrispondente del quotidiano Il Mattino, è responsabile del sito di enogastronomia che porta il suo nome