«Gli avevo mandato dell’olio extravergine, come facevo tutti gli anni. Mi aveva ringraziato via email, aggiungendo che l’aveva fatto provare ad amici, con esiti positivi. Poche ore dopo è morto. Non ci aveva mai detto nulla della sua malattia». È il 22 marzo 2017: il grafico e fotografo Bob Noto cede a un male incurabile, una notizia che scuote il mondo della gastronomia italiana e mondiale.
Tra i costernati c’è l’amico Felice Modica, giornalista, scrittore e produttore di olio, vino e birra, con la Cantina Modica di San Giovanni in contrada Bufalefi, a Noto. Un rapporto iniziato 15 anni fa: «Avevo necessità di progettare le etichette dei miei prodotti. Avevo già cambiato tanti etichettifici, non ero mai contento. Paolo Marchi mi parlò di questo grafico bravissimo. ‘E’ un genio’, mi disse, ‘prova a sentire se può aiutarti’». Nacque una collaborazione particolare, a distanza: «Mentirei dicendo che io e Bob eravamo amici per la pelle. Lo eravamo in un modo molto strano, un po’ demodè. Non ci siamo mai incontrati e ci siamo sempre dati del lei».

La birra di mandorle Pizzuta di Felice Modica, l'ultima etichetta disegnata da Bob Noto
Nel 2003
Noto comincia a disegnare la prima etichetta di
Modica, da apporre sull’olio extravergine
Bufalefi, ottenuto da olive moresca. Si era convinto a farlo per la bontà del prodotto: «Lo fece assaggiare a
Rafael Garcia Santos (curatore di
Lo Mejor de la Gastronomia, il primo congresso di cuochi del mondo,
ndr), cultore di oli. Mi aveva assegnato un punteggio altissimo. Mi fece un enorme piacere». Nell’etichetta appariva lo stemma di famiglia: «Non volevo metterlo perché sono uno che ama stare sottotraccia, ma lui mi suggerì di riportarlo».
Consigliò anche di dotare tutte le etichette di un tratto in comune: «Se avessi fatto delle
label molto belle ma tutte diverse, avrei sbagliato il messaggio. Decise per una forma ovale, che oggi contrassegna tutti i nostri prodotti. Una scelta fondamentale dal punto di vista del marketing». Oggi quello stesso olio spopola in Giappone (e non solo).
Nel tempo,
Noto disegnerà anche tutte le etichette dei vini con tratti semplici e d’impatto e quel piglio scanzonato e ironico che lo ha reso celebre nel nostro mondo: «Chiamammo il nostro Insolia
Lupara. Ci facevamo grandi risate a pensare che quel nome avrebbe scandalizzato i benpensanti, cosa che puntualmente avvenne. Sopra il nome del vino decise di mettere un lupo che ulula alla luna».

Tutte le etichette di Felice Modica disegnate da Bob Noto
Nel 2017,
Felice comincia a produrre anche due birre artigianali, una al miele di zagara di agrumi (
Passo di miele, buonissima, ndr) e una alla mandorla
Pizzuta (da cui il nome), probabilmente l’ultima disegnata da
Bob Noto. Oltre alle etichette, come sempre tondeggianti,
Modica e
Noto decidono anche la forma della bottiglia: «Pensammo di utilizzare la stessa bottiglia delle conserve: molto tozza, un piccolo barilotto. La trovammo molto elegante». E così è il ricordo che serbiamo di
Bob: «Era un vero signore. Non ha mai voluto essere pagato, né per le etichette né per tutti i favori che mi fatto».
C'è anche un'etichetta mai finita, quella dello spumante
Satis faction, Nero d'Avola metodo classico. «Io volevo chiamarlo solo
Satis, nel significato latino di "ne abbiamo avuto abbastanza"», ricorda Modica, «Bob propose: 'E se aggiungessimo
faction? E io: sì, purché sia scritto in piccolo. Abbozzò l'etichetta ma non la vide mai completata».