21-05-2013

Grandi autoctoni semisconosciuti

Helmuth Köcher ricapitola l'ultima giornata di degustazioni a Roma. Un inno a vitigni poco noti

Helmuth Köcher assiste alle degustazioni del Roma

Helmuth Köcher assiste alle degustazioni del Roma Food & Wine Festival, suggestioni tra vitigni autoctoni affascinanti e semisconosciuti. Köcher è il curatore del lato wine della rassegna che ha tagliato il nastro della prima edizione il fine settimana scorso

La terza e ultima giornata del Roma food&wine Festival è trascorsa all'insegna dei vitigni autoctoni o indigeni, cioè quelli originati ed evoluti nel territorio in cui si trovano, oppure nelle aree in cui sono integrati da tanto tempo. Le 56 aziende vitivinicole selezionate dal Merano WineFestival hanno presentato in degustazione 198 vini vinificati con ben 55 vitigni autoctoni differenti: dallo Zibibbo della Sicilia al Gaglioppo della Calabria, dal Greco della Puglia al Montepulciano d'Abruzzo, dall'Aglianico della Campania al Cesanese del Lazio, dal Verdicchio delle Marche al Grasparossa dell'Emilia Romagna, dalla Rondinella del Veneto al Pignolo del Friuli Venezia Giulia, dal Gewürztraminer dell'Alto Adige al Teroldego del Trentino, dal Sangiovese della Toscana al Vermentino Nero della Liguria.

La prima degustazione guidata è stata dedicata a un vitigno autoctono friulano a bacca nera, originario della zona collinare di Buttrio Cividale (Udine): il Tazzelenghe. Vinificato in purezza, si esprime con spiccata personalità, forti sensazioni e un bouquet ampio e piacevole. Ha un potenziale di lungo invecchiamento. Curiosità: a causa della sua elevata tannicità, in dialetto friulano si chiama tàce-lenghe, ossia taglia-lingua.

La seconda degustazione, gestita e guidata dall'enologo Emiliano Falsini e dall'agronomo Stefano Dini, entrambi del gruppo di esperti di Matura, era tutta dedicata ai vitigni autoctoni sconosciuti: per contenuto storico culturale, è stata senza dubbio quella più interessante. A partire dalla degustazione di un Trebbiano Spoletino dell'Umbria, che ha convinto per la sua freschezza, aromaticità e corposità: a parere degli esperti e opinion leader, sicuramente uno dei migliori vini a bacca bianca in Italia.

Impressionante anche il Caricante dell'Etna, un bianco purosangue dalla stoffa molto particolare. I due vini rosè, Gamay del Trasimeno in Umbria e Cerasuolo della Sicilia, sono stati apprezzati per la loro particolare espressione del territorio. L'attenzione è passata poi a due vini notevoli: il primo vinificato con Nerello Mascalese della Sicilia, il secondo con la Malvasia Nera della Toscana. Entrambi di carattere e personalità, sanno esprimere bene il territorio di provenienza, così come i due successivi: Colorino e Cigliegiolo della Toscana e Nocera della Sicilia.

In conclusione, degustazione in anteprima mondiale del vitigno a bacca rossa Grero dell'Umbria: un cavallo di razza notevole, sicuramente protagonista in futuro. Una degna chiusura dei grandi vitigni autoctoni del Roma food&wine Festival, un’ideale chapeau a tutti i produttori.


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a cura di

Helmuth Köcher

nato a Merano, classe 1959, è amministratore unico di Gourmet’s International, società organizzatrice del Merano WineFestival. E' coautore del lato wine del Milano e del Roma Food & Wine Festival

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