30-05-2023
Juan Pablo Clerici e Matias Perdomo, insieme alle celebrazioni del trentennale di Cafè Misterio, Montevideo, Uruguay
Cafè Misterio festeggia i 30 anni di attività e lo fa provando a mettere Montevideo (e l'Uruguay) sulla cartina gastronomica del Sud America, portando alcuni grandi nomi della cucina del Nuovo Mondo a cucinare a Carrasco, quartiere francese/chic sul mare, in una Montevideo autunnale, crepuscolare, con uno straniante fascino belle epoque.
I festeggiamenti, iniziati il 4 maggio, sono appena terminati. Nelle cucine di Juan Pablo Clerici - uno dei due proprietari e genius loci caleidoscopico della scena gastronomica cittadina -, sono passati giovani promesse locali come Maria Elena Marfetán (Lo de Tere di Punta del Este), Vanesa González (La Huella, José Ignacio), Federico Desseno (Marismo José Ignacio e La Cantina del Vigía a Maldonado); il cocinero di fiducia di Gaston Acurio, Gustavo Montestrueque (Yakumanka a Città del Messico); i "nostri" Matías Perdomo e Simon Press (Contraste, Milano), in un viaggio di andata e ritorno tra le terre natie, i piatti più sperimentali e la cucina italiana che della tradizione ha creato un simulacro; uno dei più grandi pensatori gastronomici della nostra epoca, Virgilio Martínez (Central, Lima), alla sua prima visita in Uruguay; la leggenda della cucina autoriale brasiliana Helena Rizzo (Maní, San Paolo) e infine Mitsuharu Tsumura (Maido, Lima), ambasciatore umami della cucina nikkei nel mondo.
CAFE' MISTERIO. Il 20 maggio 1993, Juan Pablo Clerici e Roberto Behrens, responsabile dell'economia e della costruzione del luogo, poco più che ventenni, in un angolo fulgido del Barrio residenziale di lusso di Carrasco, tirano su la saracinesca di Cafè Misterio. I primi tempi sono l'epitome del bar alla moda, cocktail, musica, divertimento e spuntini spezzafame. Dopo due anni il primo bivio: per poter durare nel tempo, bisogna migliorare l'offerta ristorativa, allungando gli orari di apertura.
Juan Pablo Clerici e Roberto Behrens
Dal sushi e dalla scelta di un riso prodotto direttamente in Uruguay da un giapponese, la necessità di cercare una materia prima differente inizia a fare capolino nei pensieri di Juan Pablo, cuoco per infatuazione e per necessità di cambiamento. A partire dal pesce (all'inizio si portano tonni di 90 chili in taxi direttamente al ristorante, tanta è la ritrosia e l'ignoranza verso il mare) e non dalla carne. E dal vino tambien, ovviamente. In cantina c'è ancora un "Franciacorta dell'Uruguay" del 1993.
Juan Pablo investe nelle vigne, negli imbottigliamenti, nella profondità delle annate, ma soprattutto nel racconto del territorio. A latere, nel 1998, costruisce una finca in cui produce uno dei migliori oli d'oliva del territorio, mentre alleva suini e pecore allo stato brado. Quello che non sono riuscite a fare le scuole di cucina, vorrebbe farlo lui: insegnare il prodotto ai clienti e ai giovani, per una gastronomia identitaria e libera. Cafè Misterio rimane e rimarrà sempre prima di tutto il luogo in cui "stare bene", senza ingessature, in quella superficie del buono così fondamentale per cominciare la standardizzazione di nuovi livelli qualitativi. A Montevideo non servono le altezze in questo momento ma che la base allarghi la propria consapevolezza. E a fare questo tipo di divulgazione, Juan Pablo e Roberto sono fondamentali per l'Uruguay intero.
Virgilio Martinez e Juan Pablo Clerici (foto instagram/cafemisterio)
La celebre Milanesa de lomo del Cafe (foto instagram/cafemisterio)
L'Uruguay dev'essere conosciuto per la materia non per i piatti tipici, non è terra di nonne col grembiule e di libri di ricette, è una terra piatta in cui l'orizzonte artigianale non ha ancora volti ma realisticamente prodotti tipici e distese immense. Se può esistere un futuro radioso per la cucina uruguaya, deve risiedere nella costruzione di una materia seconda, di una tecnica artigianale, anche d'importazione europea, che aiuti agricoltori/pescatori/allevatori a ripensare e a esaltare una materia prima di grande livello. In Uruguay, oggi, bisogna costruire un nuovo sapore originario e Juan Pablo è l'anima giusta per creare una possibilità.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1980, Grande hinterland milanese. Laureato in Filosofia, dopo aver toccato professionalmente i mondi della letteratura, della musica e del cinema, si dedica alla gastronomia, mettendosi sulle tracce dei più grandi produttori italiani. Filosofo, consulente e docente di materia prima, cerca il cibo in tutte le sue forme e ovunque nel mondo ci siano cuochi e artigiani
L'aula Seminari dell'Università Iulm, Milano, lunedì scorso, giorno di presentazione del Master in Restaurant Business Management, ideato in collaborazione con Identità Golose. Il corso avrà inizio il 5 febbraio 2024. Informazioni e iscrizioni a questo link
Virgilio Martinez questo pomeriggio sul palco degli East End Studios di Milano, sede della quinta edizione della San Pellegrino Young Chef
Il toscano Claudio Rovai alla postazione, affacciata sulla sala, da cui controlla il cuore della sua cucina: la brace