«Il mare ci nutre ma ci chiede rispetto, nel presente e nel futuro»: questo è il messaggio che Aitor Arregi ha portato sul palco di Identità Golose, un pensiero che incarna l'anima di Getaria, pittoresco villaggio di pescatori a un'ora da San Sebastián, noto come città natale di Juan Sebastián Elkano, il primo uomo a completare la circumnavigazione del globo.
Da secoli la pesca scandisce il ritmo della vita di Getaria e la sua gastronomia affonda le radici nell'incontro tra terra e mare. La cucina locale è legata indissolubilmente alla pesca artigianale, un mestiere che trascende il semplice lavoro quotidiano, diventando uno stile di vita, tramandato di generazione in generazione.
Il ristorante Elkano, fondato nel 1964 dalla famiglia Arregi, è un esempio perfetto di come una tradizione possa evolvere senza tradire il suo passato. Stella Michelin dal 2014, è oggi un punto di riferimento della cucina basca, non solo per la qualità dei piatti ma anche per l'autenticità con cui interpreta il mare, il suo sapore e le sue stagioni. Ha reso celebre il pesce alla griglia, una tecnica che i marinai di Getaria utilizzavano tradizionalmente, portando a bordo carbone e ferri per cuocere il pescato sulla brace, una pratica antica diventata simbolo della cucina basca, la griglia come metodo di cottura ed espressione culturale.
Durante il suo intervento a Identità Golose, Aitor Arregui ha riflettuto sul futuro del mare e della pesca, lanciando un messaggio forte: «il futuro della pesca artigianale è a rischio». Ha messo in luce una crisi che non riguarda solo la fauna marina, ma anche la professione dei pescatori, con le nuove generazioni sempre più distanti da un mestiere che per secoli è stato il cuore pulsante della comunità. «La pesca, come tutte le attività legate alla natura, è minacciata dalla modernizzazione e da un modello di sostenibilità che spesso viene sacrificato per il profitto. La sfida non riguarda solo la tutela del mare, ma anche la difficoltà di trasmettere alle nuove generazioni un sapere ancestrale che rischia di andare perduto».

Aitor Arregi con la giornalista catalana Belen Parra
Nonostante le difficoltà, Elkano non si arrende. Il motto "Avanti tutta" accompagna Aitor nella sua missione di preservare la tradizione e garantire un futuro alla pesca artigianale. Ma la domanda resta: «Cuciniamo allo stesso modo di 500 anni fa? E cuciniamo con gli stessi ingredienti?». La storia di Getaria ci offre alcune risposte. La balena, un tempo simbolo della cultura basca e risorsa fondamentale per la pesca, non viene più cacciata dal 1901 ma, nonostante questo, la pesca ha continuato a evolvere, adattandosi alle circostanze e rispettando l’equilibrio del mare. La gastronomia di Getaria si è trasformata integrando nuove tecniche e ingredienti, mantenendo però sempre saldo il legame con il passato.
Oggi la pesca a Getaria è anche una questione di inclusione sociale, con pescatori senegalesi, come
Ida Camara, che ormai fanno parte della comunità locale. In un contributo video, Ida racconta come le coste africane siano ormai desolate a causa della pesca industriale. «La verità è che la costa africana purtroppo è morta», afferma, spiegando come la pesca a strascico, praticata dai grandi pescherecci spagnoli, occidentali e soprattutto cinesi, abbia distrutto le risorse marine, lasciando i pescatori locali senza lavoro. «Prima della crisi, la gente non voleva andare in mare. Qui c'erano solo senegalesi e pochi colleghi del Ghana e del Mali. Siamo persone come le altre. A volte si dice che gli immigrati vengono in Europa a prendere il lavoro, ma in realtà fanno spesso lavori che gli europei non vogliono fare».
In quest’incontro di culture, la pesca basca si arricchisce di nuove competenze e storie, portando con sé la speranza di un futuro che rispetti le tradizioni ma sia pronto a innovare. Secondo Aitor, «La sostenibilità deve esistere sotto al mare ma anche sopra al livello del mare, per i pesci e per le persone. Noi dobbiamo ascoltare, aiutare e abbracciare i nuovi anelli della catena di trasmissione che ci collega con il nostro patrimonio, e soprattutto dobbiamo abbracciare l'allegria, la gioia e l'entusiasmo delle nuove generazioni».
Questo spirito è incarnato dai giovani di Getaria, come
Shanoet e
Shilpeti, che sono tornati al mare con entusiasmo, spinti da una passione genuina per la pesca. Hanno creato un
chiringuito, una piccola attività che vende pesce appena pescato, ma il loro sogno è di fare di più. «Il mare è il nostro passato e il nostro futuro», afferma Shanoet. Vogliono diventare capitani di pescherecci e continuare a onorare il mare come hanno fatto i loro padri e i loro nonni, con una determinazione che dimostra come, anche in un mondo in continuo cambiamento, la tradizione possa evolvere senza spezzare il legame con le radici.

Belen Parra, Aitor Arregi e Paolo Marchi
Il futuro della pesca basca dipende dall'equilibrio tra memoria e futuro. Aitor Arregi crede che la speranza per la pesca artigianale risieda nei giovani, ma per garantirle un futuro serve un cambiamento radicale di prospettiva. La sostenibilità non è più un’opzione, ma una necessità che riguarda tanto il mare quanto le comunità che da esso dipendono. Solo evolvendo senza perdere le proprie radici, la pesca artigianale potrà continuare a prosperare.