I viaggi gastronomici lungo le strade del nostro Paese possono essere infiniti: ogni regione, luogo o territorio italiano ha nel corso degli anni saputo conquistarsi un posto sulla mappa geografica del gusto, grazie a realtà d’ogni sorta che sovente raccontano di tradizioni familiari e culinarie, di ricette che si tramandano da tempo e di prodotti artigianali. Ma può capitare di imbattersi anche in progetti moderni ideati da giovanissimi protagonisti della scena nazionale, che partendo da un forte senso di appartenenza al proprio territorio d’origine, riescono a sviluppare proposte gastronomiche uniche nel loro genere. Trovarsi nel Nord Italia in occasione di un evento ha permesso d’organizzare una “gita fuori porta” a cui probabilmente in altre condizioni non avremmo dato precedenza. Un’ora di macchina ci ha infatti permesso di giungere a Puegnago del Garda, piccolo centro del Bresciano con vista sul lago, dove da pochi anni i giovanissimi fratelli Andrea e Marco Leali propongono una cucina personale, istintiva e che valorizza le materie prime di questa zona.

Il ristorante
Casa Leali situato sulle colline gardesane, sorge all’interno di una struttura, risalente al 1400, di proprietà della famiglia
Leali: suddiviso in più spazi per poter pranzare e cenare a bordo piscina, all'esterno, nel salone principale, allo chef table, nella cantina o nel privé, ha una storia davvero particolare. Perché gli spazi che ora ospitano la casa gastronomica di
Andrea e
Marco un tempo erano la dimora estiva di famiglia, un ambiente ristrutturato per poter accogliere circa 35 coperti e per assumere una forma che rappresenta la personalità dei fratelli
Leali. Un progetto in costante evoluzione, iniziato nella trattoria di famiglia, spostatosi poi nell’attuale sede e che presto vedrà un ulteriore sviluppo con la costruzione di un nuovo ristorante.
Qui, tra luci soffuse e mattoni a vista, tra la piccola cucina e la cantina che ospita ben 1.000 etichette, è possibile scoprire una proposta a dir poco identitaria ed autentica alla luce del percorso da autodidatta di
Andrea Leali. Classe 1993, nativo del Lago di Garda, dotato di un talento grezzo che ha saputo affinare nel tempo, è molto aperto alle nuove tecnologie e tecniche di lavorazione. "Miglior Chef Emergente" per il
Gambero Rosso nel 2018 e vincitore del concorso
Acqua di Chef,
Andrea punta su un’idea di cucina dai forti richiami classici e tradizionali con spiccate note di contemporaneità. Un approccio istintivo, contemporaneo e territoriale che sviluppa con la sua piccola brigata composta da 4 persone.
Il percorso da autodidatta ha caratterizzato anche la carriera di
Marco Leali, classe 1989, che incarna il modello di sommelier moderno e dinamico, molto attivo sulle nuove metodologie di servizio del mondo del vino e maniacale nello studiare gli abbinamenti cibo-vino. La ricerca di etichette particolari, di piccole produzioni e di determinate annate gli consente di dar vita a percorsi di degustazione del vino molto personali e che non seguono schemi canonici. Oltre alla variegata
Marco ha infatti scelto di puntare sulla “
carta dei calici”, offrendo ai clienti la possibilità di usufruire del servizio Coravin per degustare al meglio vini invecchiati e ricercati. Quella del
Casa Leali è una cucina che parte da ricordi e tradizioni familiari per proporre una chiave personale e moderna dei sapori, attingendo dai prodotti tipici del territorio gardesano per giocare con acidità e freschezza, gestendo con cura la parte grassa e l’intensità del gusto. Tre i menu degustazione, ovvero
CLassic (5 portate),
Andrea Ʃ Marco (6 portate) e
Bentornati a Casa (8 portate). Ai menu possono essere aggiunti a scelta uno o più piatti signature, che i fratelli
Leali hanno ribattezzato gli “
Uno in più”
Una volta giunti sulle colline bresciane del Garda non potevamo di certo accontentarci di un assaggio dell’esperienza di Casa Leali, ed abbiamo quindi optato per il percorso più lungo con l’aggiunta di qualche piatto storico.

Ostrica BBQ, oliva e scalogno

Uovo soffice, grasso e sugo di pollo, bottarga di gallina

Bottoni di agrumi e zucca, mostarda, pepe Timut

Raviolo classico, ripieno bresciano, faraona arrosto
La cena è iniziata con alcuni gustosi entrée come il
Pane al vapore, alloro e salsiccia nostrana e la
Girella dì rapa e broccolo romano. La serie di antipasti è stata aperta dall’
Ostrica BBQ, oliva e scalogno, felice lavorazione di un prodotto che è risultato essere significativo al palato anche da cotto; a seguire il
Salmerino marinato, le sue uova, latticello di burro di malga, garum e finocchio, proposta interessante per le note acide intense ma al tempo stesso calibrate, e l’
Uovo soffice, grasso e sugo di pollo, bottarga di gallina, piatto sicuramente gustoso ma probabilmente troppo opulento per essere inserito a questo punto del percorso. La sezione più interessante dal punto di vista gastronomico è stata sicuramente quella dedicata ai primi, con i
Bottoni di agrumi e zucca, mostarda, pepe Timut, boccone dal bipolarismo palatale che univa una forte spinta acida e la riuscita dolcezza, il
Risolimone, riuscita valorizzazione di un unico ingrediente in un risotto che non stanca, e infine il
Raviolo classico, ripieno bresciano, faraona arrosto, altro assaggio che sconfina nel comfort food.
Anche i secondi hanno piacevolmente catturato la nostra attenzione, soprattutto nel caso del
Centrofolo viola stagionato 10 giorni, salsa della sua lisca arrostita, pesto di peperone dolce e ‘nduja, con il suo irresistibile condimento che ci ha “
costretti” a chiederne una porzione extra a parte. La successiva portata, l’
Animella alla milanese, si faceva apprezzare per l’impeccabile cottura e l’
Anatra marinata nel suo brodo, caramello di arancia sanguinella e chinotto, sugo d’anatra e fegatino evidenziava la capacità da parte di
Andrea di gestire le marinature al punto giusto.

Tartelletta al limone, panna alla zagara e buccia di limone candita
Le note acide tornavano a caratterizzare la cena anche con il dessert, la
Tartelletta al limone, panna alla zagara e buccia di limone candita, lasciando una più che positiva impressione complessiva della nostra esperienza, anche grazie ad un percorso di abbinamento dei vini che, pur con qualche azzardo, ci ha permesso di assaggiare etichette di notevole valore vinicolo.