Che bella festa ieri sera da Alice. Otto chef donne hanno cucinato uno splendido buffet nella sala del secondo piano di Eataly Smeraldo, per lanciare la seconda edizione di Parabere, «il Forum che intende migliorare il mondo della gastronomia attraverso la visione delle donne». Un’associazione no profit fondata da Maria Canabal, che abbiamo intervistato poco tempo fa per capire la ratio e gli obiettivi della sua crociata.
«I temi del Forum che animeranno Bari», ci ha anticipato ieri sera la curatrice franco-spagnola, prima di dare il via alle danze «sono il frutto di una serie di brain storming che organizziamo prima dell’evento: domani (oggi per chi legge, ndr) ne faremo uno a Milano. A inizio mese eravamo a Stoccolma, il 22 novembre saremo a Parigi. Dobbiamo individuare le issue che mettono d’accordo le sensibilità di tutte le aree geografiche. Per il 6 e 7 marzo abbiamo già due focus: ci occuperemo del tema dei rifugiati e della sostenibilità, problematiche che uniscono nordici e latini. Ci chiederemo come le donne della cucina possono contribuire a temi così complessi e cruciali».

MATTATRICE. Sandra Ciciriello, padrona di casa di Alice, detta i ritmi della festa con Maria Canabal
E se nell’edizione 2015 di Bilbao il focus di fondo era l’
ispirazione, prosegue Canabal, «le speaker di Bari andranno all’opposto, concentrandosi sull'
imprenditoria: saranno tutte businesswomen, importanti imprenditrici nel campo della gastronomia. Come la californiana
Barbara Lynch, che ha già confermato la sua presenza». E gli uomini? «L’anno scorso erano il 20% dell’audience. Vennero le brigate di
Mugaritz,
Nerua e
Fat Duck. Abbiamo grandi sostenitori come
Josean Alija,
Alex Atala,
Massimo Bottura,
Rene Redzepi e i fratelli
Roca. Ma, come ha spiegato
Cristina Bowerman sul vostro sito, le donne sono una delle due ali che sostengono il mondo della gastronomia. Senza, volare sarebbe impossibile. Noi ci impegniamo per dar sfogo alla seconda ala, spesso colpevolmente ignorata dalle cronache gastronomiche».
Non passavano certo inosservate le bontà concepite dall’A(lice)-team che ha cucinato ieri sera per 150 persone, in un clima più di tutto gioioso. La stessa Cristina Bowerman ha portato dal suo Romeo squisiti Panini alla liquirizia con maionese al passito, ketchup di mango, patatine fritte e scaloppa di foie gras. Rosanna Marziale de Le Colonne di Caserta preparava due simboli che più campani non si può: Mozzarella di bufala ripiena di stracciatella e cime di rapa. La friulana Antonia Klugmann mantecava in loco dall'Argine un Risotto burro e salvia. La congolese Victoire Gouloubi («L’Africa non è mai rappresentata nelle kermesse d’alta cucina», denunciava poco prima Canabal) conquistava i presenti a colpi di Topinambur mun-rafia, una crema morbida di topinambur allo zenzero con code di gamberi marinati nel lemongrass, acciughe e chips di manioca.

BRINDISI FINALE. Il wunderteam di Alice (foto Giovanni Angelucci)
La sarda
Clelia Bandini, new entry nella nostra guida col suo
Lucitta, impiattava
Tartare di pecora con fonduta di pecorino, insalata e briciole di pane; mentre
Viviana Varese faceva gli onori di
casa con un tris ben assestato:
Ostrica con panna acida e liquirizia,
Pasta e fagioli e
Gelato al mais con frutto della passione e pop corn caramellati. Si udiva infine una dolce cadenza maiorchina. Proveniva dal
Brodo di funghi con salsiccia e crescione selvatico di
Maca De Castro (ristorante
Jardín) e
Maria Solivellas (
Ca na Toneta).