Galeotto è stato l’appuntamento dello scorso anno a Londra, quando noi di Identità Golose organizzammo all’ultimo piano di Harrods, in Brompton Road a Knightsbridge, il pranzo di una vita, The lunch of a lifetime per dirla in lingua inglese. Era una domenica, domenica 28 aprile, data scelta non a caso visto che l’indomani sarebbe stata annunciata la nuova classifica dei World’s 50 Best Restaurants. Perché non celebrare la grandezza della cucina italiana alla vigilia di un evento che, piaccia o non piaccia, ha un notevole riscontro mediatico?
E così ecco cucinare al Georgian Restaurant Massimo Bottura, Enrico e Bobo Cerea, Carlo Cracco, Gennaro Esposito, Luciano Monosilio e Davide Scabin. Il successo fu tale che proprio oggi, lunedì 1 settembre, siamo nuovamente nella capitale britannica per una lunga collaborazione con Harrods da Harrods. Teatro del tutto sarà The Winery nel Lower Grand Floor, non si sale bensì si scende in enoteca. L’ingresso più comodo per raggiungere, senza perdersi, il pop-up restaurant è quello su Hans Road, reparto orologeria e da lì scendere grazie alle scale mobili. Tre servizi in tre orari diversi: 12.30 per il pranzo, 18 e 20.30 le due cene.
Oggi il via di
Stelle di Stelle nel segno di
Carlo Cracco che domani e anche dopodomani, il 2 e il 3 settembre, sarà di persona presente a Londra per poi lasciare le cucine in mani fidate, quelle di un suo cuoco nonché del napoletano
Giuseppe Silvestri, head chef di
Harrods dopo che il toscano
Duccio Orlandini l’estate scorsa decise di cambiare orizzonte andando a lavorare a Mosca. Seguiranno i fratelli
Cerea,
Enrico e
Roberto, del
Vittorio a Brusaporto (Bergamo) a ottobre,
Gennaro Esposito della
Torre del Saracino a novembre,
Annie Feolde e
Italo Bassi dell’
Enoteca Pinchiorri a dicembre, infine
Enrico Crippa del
Piazza Duomo a gennaio.
Harrods è una delle più celebri icone londinesi. La sua food hall risale all’Ottocento, la più vecchia della metropoli non fosse altro per il fatto che Charles Henry Harrod, da cui tutto partì, era un droghiere che commerciava in tè e in prodotti da forno. La decisione che gli cambiò la vita? Trasferirsi nel 1849 dalla povertà dell’East End al lusso di Knightsbridge.
Oggi solo per contare i locali dedicati al cibo bisogna mettersi d’accordo. Silvestri, che è anche pizzaiolo provetto, è responsabile delle sorti di 11 ristoranti e può contare su 50 cuochi. Però lì in Brompton Road i posti a gestione diretta (la proprietà è della Qatar Holding che nel 2010 versò a Mohamed Al-Fayed un miliardo e mezzo di sterline) sono in totale 18 con 138 tra cuochi e pasticcieri. Se poi si considerano tutti i punti, le insegne salgono a 25 per un totale di 450 cuochi.
Oggi i primi tre servizi nel segno di
Cracco. Il suo menù è scandito da
Polpa di pomodoro fresco, mozzarella e semi di basilico;
Tuorlo d’uovo marinato;
Risotto al pomodoro verde, pinoli tostati;
Filetto di vitello gratinato ai capperi e liquirizia, cipolla rossa di Tropea e sedano verde; per finire
Dessert al cioccolato bruciato e prezzemolo. Prezzo fisso 110 sterline (130 col vino) a pranzo e 160 a cena, 180 con il vino. Come ha sottolineato
Bruce Langlands, responsabile dei ristoranti e del reparto cibo, si tratta di “un’iniziativa interessante per valorizzare la cucina made in Italy nella sua forma più attuale, al di là dei consueti stereotipi”. Uno splendido obiettivo andare oltre il trito e ritrito più abusato e logoro.