Il sognatore, le bolle di sapore (e non di sapone) e tanta voglia di fare. Si presenta così, Franco Aliberti, 26 anni vissuti con dolcezza. Rappresenta una di quelle Identità Vent’Anni che unisce l’entusiasmo della sua giovane età, a una maturità già acquisita che da pochissimi giorni lo ha portato nella cucina dell’Osteria Francescana, dal maestro Massimo Bottura. E non è una visita di piacere la sua dato che è diventato il pasticcere del ristorante di Modena. «Sono qui da poco – spiega – Ma va già tutto molto bene. Conosco la brigata e conosco ovviamente Bottura, sapevo già di trovare un bell’ambiente. Di certo è una bella sfida, perché arrivo da una realtà diversa, con differenti modi di pensare. E tutto ciò mi alletta». Aliberti, infatti, ha appena concluso la sua esperienza del ristorante Vite di San Patrignano e ora si trova in una delle più prestigiose cucine del mondo.
«Amo sognare. Ed è molto importante stare a fianco di persone che mi possano dare tanto. La mia idea è quella di poter fare qualcosa per rendere più forte il legame tra salato e dolce. Tante volte, anche in ristoranti quotati, il dessert non è all’altezza del resto del pasto. Ma io sono qui per cercare di far sì che il livello sia costante, nel passaggio da dolce e salato». Idee chiare e anche un pizzico di audacia: voler stare allo stesso piano dei piatti di Bottura. «Massimo mi darà sicuramente tutto il suo appoggio, sono pronto a fare bene».

Tutti i protagonisti di Identità Vent'anni, domenica 5 febbraio, Sala Blu 1
C’è anche il sogno nel cassetto, da realizzare però tra qualche anno. «Ho sempre amato i libri legati alle vecchie scuole di cucina, come l’
Artusi o
Escoffier. Ecco: vorrei che i miei figli, un giorno, possano leggere un libro scritto da me». Ma c’è da pensare prima al presente: «L’
Osteria Francescana non è punto d'arrivo ma di inizio, e potrebbe essere anche una lama a doppio taglio. Se mi sento sotto esame? Sì, e anche questo mi piace. Dopo che si rimane per un periodo nello stesso ambiente, si prende sicurezza. Il rischio, però, è quello di rimanere nel tuo, di sederti. Adesso è iniziata una nuova sfida, per cercare di farmi conoscere e apprezzare».
Con questo entusiasmo si presenterà sul palco di Identità Milano domenica 5 febbraio, ore 16.30 in Sala Blu 1. «Durante questi eventi abbiamo la possibilità di far vedere cosa facciamo noi dietro le quinte. È un po’ come a teatro: la gente vede quello che c’è sul palco, ma non chi c’è dietro. E, posso assicurarlo, ci si diverte anche di più che quando si è in scena». Qualcuno si potrebbe chiedere cosa c’entrano le bolle. Ebbene,
Franco Aliberti porterà a Milano 300 tubetti per fare le bolle di sapone. O di sapore. «Voglio giocare e divertirmi». È una promessa.