02-02-2012

Un pasticcione in paradiso

Dal congresso di Parigi a quello di Milano. Da Vite alla Francescana. È il momento di Aliberti

Franco Aliberti in uno scatto di Lido Vannucchi pe

Franco Aliberti in uno scatto di Lido Vannucchi per la rivista Cook inc. Chiusa l'esperienza al Vite di Coriano, Rimini, il pasticcere 25enne lavora da qualche giorno all'Osteria Francescana di Modena con Massimo Bottura. Reduce da Paris Des Chef, terrà una lezione nella giornata inaugurale di Identità Milano, ore 16.30, Sala Blu 1

Il sognatore, le bolle di sapore (e non di sapone) e tanta voglia di fare. Si presenta così, Franco Aliberti, 26 anni vissuti con dolcezza. Rappresenta una di quelle Identità Vent’Anni che unisce l’entusiasmo della sua giovane età, a una maturità già acquisita che da pochissimi giorni lo ha portato nella cucina dell’Osteria Francescana, dal maestro Massimo Bottura. E non è una visita di piacere la sua dato che è diventato il pasticcere del ristorante di Modena. «Sono qui da poco – spiega – Ma va già tutto molto bene. Conosco la brigata e conosco ovviamente Bottura, sapevo già di trovare un bell’ambiente. Di certo è una bella sfida, perché arrivo da una realtà diversa, con differenti modi di pensare. E tutto ciò mi alletta». Aliberti, infatti, ha appena concluso la sua esperienza del ristorante Vite di San Patrignano e ora si trova in una delle più prestigiose cucine del mondo.

«Amo sognare. Ed è molto importante stare a fianco di persone che mi possano dare tanto. La mia idea è quella di poter fare qualcosa per rendere più forte il legame tra salato e dolce. Tante volte, anche in ristoranti quotati, il dessert non è all’altezza del resto del pasto. Ma io sono qui per cercare di far sì che il livello sia costante, nel passaggio da dolce e salato». Idee chiare e anche un pizzico di audacia: voler stare allo stesso piano dei piatti di Bottura. «Massimo mi darà sicuramente tutto il suo appoggio, sono pronto a fare bene».

Tutti i protagonisti di Identità Vent'anni, domenica 5 febbraio, Sala Blu 1

Tutti i protagonisti di Identità Vent'anni, domenica 5 febbraio, Sala Blu 1

C’è anche il sogno nel cassetto, da realizzare però tra qualche anno. «Ho sempre amato i libri legati alle vecchie scuole di cucina, come l’Artusi o Escoffier. Ecco: vorrei che i miei figli, un giorno, possano leggere un libro scritto da me». Ma c’è da pensare prima al presente: «L’Osteria Francescana non è punto d'arrivo ma di inizio, e potrebbe essere anche una lama a doppio taglio. Se mi sento sotto esame? Sì, e anche questo mi piace. Dopo che si rimane per un periodo nello stesso ambiente, si prende sicurezza. Il rischio, però, è quello di rimanere nel tuo, di sederti. Adesso è iniziata una nuova sfida, per cercare di farmi conoscere e apprezzare».

Con questo entusiasmo si presenterà sul palco di Identità Milano domenica 5 febbraio, ore 16.30 in Sala Blu 1. «Durante questi eventi abbiamo la possibilità di far vedere cosa facciamo noi dietro le quinte. È un po’ come a teatro: la gente vede quello che c’è sul palco, ma non chi c’è dietro. E, posso assicurarlo, ci si diverte anche di più che quando si è in scena». Qualcuno si potrebbe chiedere cosa c’entrano le bolle. Ebbene, Franco Aliberti porterà a Milano 300 tubetti per fare le bolle di sapone. O di sapore. «Voglio giocare e divertirmi». È una promessa.


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Raffaele Foglia

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Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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