06-03-2016

Abbiamo visto le stelle

Le nuove pizzerie cercano riconoscimenti. Gli stessi che arrivarono, silenti, nel lontano 1962

Anno 1962: alla pizzeria Negri di Pontecagnano vie

Anno 1962: alla pizzeria Negri di Pontecagnano viene assegnata la stella Michelin. Ora la Guida Rossa fa finta di non vedere tanti indirizzi di "nuova pizza italiana" che se la meriterebbero, eccome. Se n'è dibattuto a Identità Milano

Piena autonomia e piena dignità alla pizza, basta crederci e attrezzare i locali sul piano del comfort, della scelta delle farine dove è in atto una rivoluzione lenta ma tenace e mettere a punto una carta dei vini o delle birre a misura di eccellenza. Su queste coordinate si è dipanato il dibattito finale che ha chiuso la lunga giornata di lavori nell’auditorium, un dialogo a molte voci moderato e coordinato da Paolo Marchi e Roberto Restelli, ex direttore della Michelin Italia secondo cui non è eretica l’idea di assegnare una stella alle pizzerie, come non lo è stata nel 1962 quando a incassare il blasone della Rossa fu - prima e unica pizzeria - la Negri a Pontecagnano, senza che «nessuno se ne sia accorto».

Protagonisti del dibattito Renato Bosco (Saporè – San Martino Buon Albergo, Verona), Enzo Coccia (La Notizia - Napoli), Massimo Giovannini (Apogeo – Pietrasanta, Lucca), Simone Padoan (I Tigli – San Bonifacio, Verona), Franco Pepe (Pepe in Grani – Caiazzo, Caserta) e Gino Sorbillo (Pizzeria Sorbillo - Napoli). Filo rosso di tante storie, diverse e affini, lo scatto d’orgoglio impresso al piatto-icona della cucina made in Italy, se è vero che un pizzaiolo come Franco Pepe sceglie di affiancare al suo lavoro una figura come un agronomo, che abbia l’ultima parola nella scelta delle materie prime insieme al pizzaiolo.

«Il mondo del lievitato è complesso e difficile tanto quanto è affascinante, ma credo che per raggiungere l’emozione appagante della stella bisogna far parlare molto di più quello che facciamo, zittendo noi stessi», parola di Simone Padoan, ovvero con Bosco il pizzaiolo più a Nord di tutto il consesso. Insomma, «imparare nuove tecniche e misurare la qualità del lavoro sulla qualità del pensiero», una strada lunga tutta da percorrere per entrare di diritto nel firmamento gourmet degli stellati. «Quindici anni di questo cammino sono pochi – ha concluso Padoan – La strada è lunga e quando arriverà se arriva, e mi auguri che arrivi senza spinte».


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a cura di

Sonia Gioia

Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa

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