13-03-2013

Tunde, la regina del Sangiovese

Sommelier, ungherese di nascita e milanese di adozione, la Pecsvari illumina l'Osteria Brunello

Foto ricordo per Tunde Pecsvari a Montalcino, la p

Foto ricordo per Tunde Pecsvari a Montalcino, la perla vitivinicola della provincia di Siena. Ungherese, in Italia da quasi vent'anni, prima Roma e poi Milano, la Pecsvari è socia in due locali di corso Garibaldi a Milano, il giapponese Bento e l'italo-toscano Osteria Brunello. Sommelier, a febbraio ha ritirato a Montalcino il premio Leccio d'Oro per una carta dei vini nella quale brilla il Brunello

A febbraio, nel corso della manifestazione Benvenuto Brunello, è stato consegnato a Montalcino il premio Leccio d’Oro. Tre categorie, ristorante, enoteca e osteria. Nella prima il riconoscimento è andato all’Osteria Mozza di Nancy Silverton a Los Angeles, una delle cento insegne dove c’è lo zampino del duo Bastianich-Batali, già premiati nel 2000 con Babbo. Quindi l’Enoteca Cortina, di Rita e Gerry Gaspari a Cortina d’Ampezzo, e infine l’Osteria Brunello in corso Garibaldi a Milano.

Tunde Pecsvari davanti all'ingresso dell'Osteria Brunello in corso Garibaldi 117 a Milano

Tunde Pecsvari davanti all'ingresso dell'Osteria Brunello in corso Garibaldi 117 a Milano

Quest’ultima rappresenta uno dei pochi posti frequentabili della zona Brera-Garibaldi. Buona sostanza e zero fuffa, quando la regola è tanta fuffa e poca ciccia. Bella la sua storia. Rivelatrice una frase in apertura della carta dei vini. E’ di Gino Veronelli: “La Patria non è il posto dove si è nati, ma è ciò che si conosce e si ama”. Parole chiave perché l’anima del posto è Tunde Pecsvari, oggi milanese ma prima romana e prima ancora ungherese perché nata a Balatonfüred sul lago Balaton. Ha vissuto per 18 anni là e per i successivi 18 qua. Successe che nel 1996 arriva a Roma, è primavera, c’è il sole e tanta allegria in giro: “Tunde, pensai, ma chi te lo fa fare di tornare? Infatti non tornai, perfezionai l’italiano e aprii un’agenzia web per sviluppare siti internet e raccogliere pubblicità per la rete”.

E se ora scriviamo di lei come sommelier e ristoratrice è perché, altra citazione, “la vita è un walzer che cambia musica in continuazione”, firmato Oreste Brezza, viticoltore in Barolo, un barolese in una carta dei vini che si apre con una dichiarazione d’amore a tutt’altri borgo, vitigno e vino: “Qui siamo devoti al Sangiovese”, quello di Montalcino, sua maestà il Brunello.

Ma quanto è singolare la strada che dal Balaton ha portato Tunde fino a Montalcino. In fondo passa anche per il Giappone perché nel 2003, lei e il suo socio storico, Antonio Sconamiglio, decidono di aprire un ufficio pure a Milano. Le cose sono poi andate così: a entrambi piacciono i sushi e il Bento, tra largo La Foppa e piazza XXV Aprile, è sotto la casa di lei. Un giorno, che si rivelerà bello dopo essersi palesato brutto, Tunde assiste involontariamente a una trattativa. Chi vuole comperare è interessato ai muri, non ai sushi.

Un antipasto dello chef Nicola Cortesi: Cubi di tartare e le sue salse: maionese al Brunello; crema di acciuga; rafano e wasabi

Un antipasto dello chef Nicola Cortesi: Cubi di tartare e le sue salse: maionese al Brunello; crema di acciuga; rafano e wasabi

Terrore: “Mi sono chiesta dove sarei andata a cena. Ne parlo con Antonio e nel 2004 il Bento diventa nostro. Non solo: allarghiamo la società a Fabrizio Casolo che vantava diverse esperienze nel settore food&beverage. Quel che io non sapevo ancora, ma ho scoperto prestissimo, è che la ristorazione non è - e non può essere - un secondo lavoro: va seguita in prima persona. Ha bisogno di dedizione, impegno e attenzione costanti. Succede così che presto abbandoniamo l'agenzia web e ci dedichiamo totalmente al Bento”.

Quella che oggi è l’Osteria Brunello - e prima era l’Etrusco, cucina toscana mai pervenuta -, nasce come sfida ancora più impegnativa: fare buona cucina italiana in Italia, un mix tra le tradizioni toscane e quelle milanesi, il tutto condito con brio. A metri cento dal Bento, ma sul marciapiede opposto, l’Etrusco è in vendita, un’occasione che i tre acchiappano al volo. L’Osteria Brunello aprirà nell’ottobre 2008, in cucina da pochi mesi Nicola Cortesi.

Racconta Tunde e così si capisce che il Leccio d’Oro sia finito in buone mani: “Naturalmente il focus è su Montalcino e i suoi vini. Abbiamo un’ampia selezione di Rosso di Montalcino e, in onore al nome del ristorante, mi sono scatenata nella selezione dei Brunello. Abbiamo in carta oltre 50 etichette di 32 produttori diversi, annate che spaziano dal 1997 all’ultimo nato, il 2008. Per dare la possibilità a tutti di assaggiare i vini di Montalcino, apriamo sempre almeno tre vini di questa terra al calice: un Rosso, un Brunello e un Moscadello, oltre a qualche proposta di altre regioni d’Italia.

Il Brunello di Montalcino DOCG 2007 di Lambardi

Il Brunello di Montalcino DOCG 2007 di Lambardi

“La nostra predilezione è per il sangiovese ma il Brunello non può oscurare l’altro grande vitigno italiano, il nebbiolo e i suoi vini che nascono nelle Langhe, nel Nord Piemonte e in Valtellina, tutte zone ben rappresentate. E se per qualcuno una carta con oltre 250 etichette fosse troppo dispersiva, basta guardare all’inizio la pagina ‘I consigli del sommelier’. Qui vengono riportate solo dieci etichette tra le quali tutti, secondo le nostre intenzioni, dovrebbero trovare il vino che fa al caso loro. E chi non finisce la bottiglia, gliela possiamo ritappare perché possa portarsela via e finirla con calma a casa”.

Numeri utili: Bento +39.02.6598075; Osteria Brunello +39.02.6592973. Il primo è aperto pranzo e cena sette giorni su sette, il secondo per ora solo sette cene su sette, da aprile sempre pure a pranzo. Bravi.


Affari di Gola di Paolo Marchi

Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito

Paolo Marchi

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Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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