04-03-2018
Arrigo Cipriani sul palco dell'auditorium insieme a Paolo Marchi, Raffaele e Massimiliano Alajmo (foto Brambilla-Serrani)
Il primo esame di Giurisprudenza finì in un diciannove a tavolino che prometteva poco. E meno male. L’umanità ha perso un avvocato ma ci ha guadagnato Arrigo Cipriani, vuoi mettere? Nell’edizione numero 14, dedicata al Fattore umano, il signore e padrone dell’Harry’s bar di Venezia ha preso in consegna l’omaggio di Identità golose. A consegnarlo Raffaele Alajmo, grande frequentatore del locale dove sono nati il Bellini, il Carpaccio e Arrigo del già fu Giuseppe. Insegna classe 1931, il bar da cui Cipriani figlio ha preso il nome, nato esattamente un anno dopo.
«Mi chiedono qual è il segreto», ha spiegato il ragazzo dall’età venerabile, la schiena dritta come un fusto e la battuta facile, la sagacia nel taschino avvolta in una pochette di seta purissima. «Il 25 aprile 1945 ero davanti alla riva del canal grande, ho visto entrare gli anfibi delle truppe di liberazione. L’Harry’s era stato sequestrato, io ero un ragazzino di 13 anni e ho sentito la libertà scoppiarmi dentro. Questa cosa mi ha seguito tutta la vita».
Viaggio nella storia e negli aneddoti: il dialogo tra Arrigo Cipriani e Raffaele Alajmo
E Paolo Marchi, provocatoriamente: «E cosa ha pensato quando gli Alajmo hanno tolto le tovaglie dai tavoli?». Cipriani: «Che hanno risparmiato 160mila euro l’anno». Giù risate in sala.
Motti sferzanti, scampoli di storia, della ristorazione e della letteratura. L’Harry’s bar vuol dire Hemingway. De André. Paolo Conte. Ci sono passati giganti e nani, tutti a godersi il Lusso della semplicità (è anche il titolo dell’ultimo volume dei molti firmati da Cipriani junior). Ovvero l’anima di un luogo dove «chi chiama per prenotare si sente rispondere: Harry’s, e basta. Senza formule robotiche, omologanti e finto cortesi del tipo: buonasera Harry’s bar in cosa posso esserle utile?».
Grande attenzione e tanti applausi in Auditorium per l'uomo che ha creato il mito dell'Harry's bar di Venezia
Cipriani: «Già. Mica noi ci sogniamo di mettere la liquirizia nel risotto». Giù risate, su e giù dal palco. E applausi. Chissà che disgrazia sarebbe stata se Arrigo Cipriani fosse diventato avvocato. E che peccato che certe lezioni durino troppo poco.
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
a cura di
Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa