04-03-2018
Antonia Klugmann chef dell'Argine di Vencò, in Friuli (foto Brambilla/Serrani)
Tocca a Paolo Marchi presentare Antonia Klugmann, apripista della seconda giornata del congresso milanese: "La premiammo come cuoca dell’anno nel 2012, non aveva ancora un ristorante, ma il talento era lampante".
“Sono emozionatissima come sempre", esordisce la chef dell'Argine di Vencò, in Friuli, "e sono felice di essere qui per raccontarmi, mentre una volta stavo in fondo alla sala ad ascoltare Cracco”. Parola d'ordine, riflettere: "Riflettere sulla creatività è sempre stato il mio motore in cucina e per questa edizione ho riflettuto su perché sia necessario raccontarsi. E' importante spiegare il costo dei nostri ristoranti e far capire ai clienti quello che facciamo e quanto tempo impieghiamo per farlo. Così come uscire dalla cucina è una necessità per raccontare il fattore umano, argomento principale di questa edizione”. Cuoca attenta alla sostenibilità, all’integrazione con le altre culture e la questione femminile, considera la cucina la parte centrale del suo essere, il luogo in cui può essere stessa al 100% e trovare, attraverso le ricette, coerenza con ciò che racconta.
La prima ricetta, vegetariana, ha come ingrediente principale il topinambur, scoperto in occasione di Gelinaz, evento in cui ha cucinato a fianco di grandi chef metendo in discussione il suo io. Ne nasce una creme caramel in versione salata. Due le varietà: quello che compra e quello che coglie agli argini del fiume con la vanga. I topinambur acquistati sono tostati con un concentrato di pomodoro e farina: si ottiene una caramellizzazione totale e completa per far la base della demiglass - cui viene aggiunta cipolla tostata, sedano, carota, ginepro, rosmarino, salvia e alloro -, simile a quella fatta con la carne.
Con Paolo Marchi
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
di
food writer and traveller, torinese di nascita ma romana d'adozione, da sempre nel mondo della comunicazione, scrive di enogastronomia “per caso” e per passione su diverse testate nazionali