13-04-2017
Dare una prospettiva più ampia a East Lombardy: è l'auspicio di Maurizio Zanella, patron Ca' del Bosco e Ambasciatore internazionale di East Lombardy stessa
In sintesi: quali opportunità e quali rischi per East Lombardy? «Opportunità enormi. Rischio: che qualcuno non capisca l’opportunità stessa. Non può essere un sasso nello stagno, non andrebbe bene fare quest’anno e poi fermarsi». Chiaro e semplice, schietto e privo d’infingimenti («Perché dovremmo raccontarci delle storie?»): Maurizio Zanella, patron di Ca' del Bosco, è Ambasciatore internazionale di East Lombardy, la Lombardia Orientale insignita del titolo di Regione Europea della Gastronomia 2017. Trova che sia un progetto fantastico, ma proprio per questo – anzi: a maggior ragione per ciò – teme che possa anche diventare un’occasione sprecata, se non sarà data la necessaria continuità agli sforzi intrapresi. Ci spiega il suo pensiero in questa intervista che ci ha rilasciato.
Partiamo dall’inizio. Perché ha accettato di diventare Ambasciatore internazionale di East Lombardy? «Quando mi è stato proposto, ho ritenuto opportuno accettare la nomina perché il titolo di Regione Europea della Gastronomia 2017 è un’opportunità da cogliere al di là dei se e dei ma».
In che senso? «Per le tempistiche che si sono dette, non si può pensare che vi sia un ritorno immediato per gli operatori, che si registri insomma un riscontro di fatturato e income già da subito. E’, ripeto, una start up: i vantaggi possono venire e essere ingenti, ma nel tempo. Che ci sia questa iniziativa è una fortuna: siamo però all’inizio. Ora abbiamo il sito, la cartina, il censimento del patrimonio, stiamo iniziando insomma a costruire un prodotto da vendere, così da essere d’esempio anche per le altre province. E’ la scintilla che buoni amministratori non possono non vedere come possibile evoluzione strategica. Io per primo mi farò carico di parlare con chi di dovere per far comprendere la potenzialità futura di East Lombardy. Che rimane un’iniziativa straordinaria: se avrà tempi e risorse adeguate».
Sono tre i fattori che determinano la scelta di una destinazione turistica: patrimonio culturale e paesaggistico, enogastronomia, shopping. L’Italia, la Lombardia, East Lombardy eccellono in tutti. «Esatto. Tra l’altro vanno a delineare il profilo di un turista “ricco”, e non parlo solo di capacità di spesa, ma intendo ricco di cultura, di gusto. E’ un’annotazione importante: quando parliamo di ristorazione o moda, ci vengono in mente spesso i modelli più “alti”, che sono anche più cari. In realtà non abbiamo solo i pantaloni di Gucci, la cena da Cracco e il pernottamento al Four Seasons: possiamo vantare fantastiche trattorie, artigiani che confezionano scarpe eccellenti a prezzo ragionevole e agriturismi di qualità dove dormire circondati da uno splendido paesaggio. L’importante è che il turista, al di là delle sue capacità economiche, possegga cultura sulla qualità del prodotto. Possiamo offrire il meglio in ogni fascia di prezzo. Non è necessariamente lusso, è Bello e Buono».
La sede di Ca' del Bosco in Franciacorta
Come raccontare a uno straniero lo straordinario patrimonio che lei citava prima? «Facciamo un esempio: la mostarda di Cremona. Nessuno nel mondo se la fila. Ma è proprio questa l’opportunità: nessuno le conosce ma se vai dall’arabo, dal russo, dal cinese e gliela spieghi, rimangono a bocca aperta. E più una cosa bella o buona è ignota, più sorprende positivamente. La Lombardia può insomma sfruttare l’effetto-novità: siamo noti per altro, per l’industria (magari anche solo per l’acciaio di Brescia), per Milano capitale economica, per il Lago di Como perché c’è stato George Clooney e poco altro; non per le bellezze paesaggistiche e culturali diffuse o – per continuare con l’esempio di prima – per la mostarda, ossia la nostra enogastronomia. Quindi abbiamo davanti la possibilità di “vendere” tutto questo assai bene, purché non si cada nell’errore di mettere dentro tutto: deve essere un pacchetto di qualità, la griglia per entrarvi deve essere severa, ragionata, filtrata da un panel d’esperti. Fossimo in Langa, non avrebbe senso parlare di Dolcetto, perché c’è già il Barolo. Così, in Franciacorta il salame è ottimo: ma non credo avrebbe senso puntare su quello, quando c’è ben altro. Altrimenti ci disperderemmo in mille rivoli. Invece serve una regia importante. E penso anche questo: l’enogastronomia è un punto di forza, ma per costruire il famoso pacchetto serviranno anche la cultura, il paesaggio e il saper fare, l’artigianato di qualità. Di nuovo i tre fattori che lei aveva citato prima, che da soli non riuscirebbero a vendersi così bene, insieme fanno una proposta complessiva di gran qualità».
Il racconto delle eccellenze di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera