12-06-2023

Colline Teramane in tour: è partito da Milano l'omaggio al Montepulciano d'Abruzzo

In occasione dei suoi 20 anni, questa piccola denominazione figlia di un Abruzzo speciale si racconta in un viaggio tra le principali città italiane, attraverso il suo vino bandiera Montepulciano d'Abruzzo DOCG (classico e riserva)

Enrico Cerulli, presidente del Consorzio di Tutel

Enrico Cerulli, presidente del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane. Foto: Annalisa Cavaleri

Il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane nasce nel 2003 per tutelare, valorizzare e promuovere la prima denominazione di origine controllata e garantita della regione Abruzzo: il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg. ln occasione dei 20 anni è stato organizzato il Tour di Colline Teramane, che ha fatto tappa a Milano, per continuare con Torino, Roma e poi tornare "in patria" a Pescara e Teramo.

Obiettivo principale del Consorzio - presieduto da Enrico Cerulli Irelli, al secondo mandato, in carica dal 2018 - è costruire, nell'immaginario collettivo, lo spazio per un Abruzzo speciale, racchiuso tra il massiccio del Gran Sasso e il mare Adriatico. Un luogo "di confine", che incanta per la varietà dell’ecosistema, dove l’uomo c’è, ma discretamente e rispettosamente, in equilibrio costante con la natura che ne domina una grande parte. 

I vini del Consorzio in degustazione a Milano

I vini del Consorzio in degustazione a Milano

In questa terra di grande bellezza le colline sono una distesa di vigne e uliveti, ordinati e sistemati come giardini, interrotti da campi coltivati, boschi, borghi, abbazie e monumenti di grande profondità storica e culturale. In questo territorio si è creato un legame stretto tra uomo, ambiente e uva Montepulciano, che ha dato vita a vini unici.

«Stiamo parlando di una terra dove l'intreccio di uomo, natura e tempo ha origini antiche e dove, quindi, antica è la storia della viticoltura e vigorosa l'attitudine a creare vini profondi e sontuosi, di grande identità, immediatezza, eleganza - spiega il presidente Enrico Cerulli -.Non è un caso che quella teramana sia anche riconosciuta per una grande cucina, dai sapori autentici e inimitabili, che attraverso le sue ricette racconta la storia della transumanza “verticale”, la fluttuazione periodica delle greggi dai monti al mare e ritorno, dal 2020 patrimonio immateriale dell’Unesco. Non a caso abbiamo scelto Spazio Niko Romito come prima tappa del tour per la valorizzazione dei nostri vini: Romito è un grande rappresentante dell'Abruzzo nel mondo e noi gli siamo grati per il suo lavoro».

Il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane in tour a Milano. Prossime tappe: Torino, Roma per poi tornare in patria a Pescara e Teramo. Foto: Annalisa Cavaleri

Il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane in tour a Milano. Prossime tappe: Torino, Roma per poi tornare in patria a Pescara e Teramo. Foto: Annalisa Cavaleri

Attualmente la denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg si estende su una superficie totale di 172 ettari con una produzione annua di circa 600 mila bottiglie. Gli ultimi dati ufficiali disponibili fotografano un aumento del mercato interno a cui è destinato circa il 60% della produzione e il 40% restante all'estero. Dalla riapertura dei mercati esteri sembra che le percentuali si stiano invertendo.

Oggi per la Docg si richiede Montepulciano minimo al 90% ed è previsto Sangiovese fino al 10%, ma la stragrande maggioranza dei produttori vinifica Montepulciano in purezza

«L'intraprendenza di questi viticoltori, unita all'esperienza dei commerci storicamente vivaci in questa antica zona di confine, ha imposto la necessità di distinguersi partendo dalle proprie peculiarità - spiega Cerulli -. Da qui la scelta di preservare il territorio attraverso l'uso di pratiche agricole improntate alla sostenibilità ambientale - oltre il 70 per cento delle aziende, infatti, opera in regimi di qualità certificata come il biologico, la lotta integrata, la biodinamica. La nostra collaborazione con l'Università e l'Istituto Agrario di Teramo è costante per mantenere viva la tensione verso il miglioramento della qualità attraverso l'implementazione delle conoscenze e dell'innovazione tecnologica. Vogliamo dare il massimo valore possibile alla filiera produttiva che si chiude in azienda, interamente controllata dal singolo produttore».

«L’esperienza ci ha insegnato che, se da una parte l'uva Montepulciano è in grado di dare vini piacevoli e tipici anche se giovani, per le produzioni da vecchie vigne, con grandi concentrazioni, c'è bisogno di lunghi affinamenti per dar loro piena realizzazione. Da questa consapevolezza, confermando quello spirito dinamico e positivo che da sempre caratterizza la nostra comunità, il Consorzio ha cominciato a lavorare alla modifica del disciplinare, al fine di accompagnare la Denominazione verso l'affermazione sempre più diffusa del proprio valore e il riconoscimento della forza identitaria del Montepulciano delle Colline Teramane».

Chi imparerà a conoscere e ad amare il Colline Teramane potrà optare per il Giovane, con un minimo di invecchiamento obbligatorio di un anno, di cui almeno due mesi di affinamento in bottiglia. Nella versione Riserva il vino è sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno un anno in botti di legno ed almeno due mesi di affinamento in bottiglia.

Gli abbinamenti con gli assaggi di Spazio Niko Romito.Foto Annalisa Cavaleri

Gli abbinamenti con gli assaggi di Spazio Niko Romito.Foto Annalisa Cavaleri

Lo stile Colline Teramane vede nel calice un vino  rosso rubino in tutte le sue sfumature dai toni purpurei violacei in gioventù che evolvono al granato dopo alcuni anni. Caratteristico il profumo di frutti rossi piccoli e turgidi nei vini che nascono più vicino al mare, diventano polposi ed intensi verso la montagna. Intensità ed etereità sono le note comuni con richiamo alla radice di liquirizia nel finale.

Il gusto è secco, complesso, armonico, e soprattutto fresco e sapido, con rimandi salmastri marini sulla costa e con spiccate mineralità saline avvicinandosi all’Appennino. Ritornano in modo costante i frutti rossi arricchiti di naturale speziatura e tostatura.

Il tour Colline Teramane Montepulciano D’Abruzzo DOCG e DOCG Riserva ha visto protagonisti alcuni vini da segnare da subito in agenda: il Colle Sale 2020 di Barone di Valforte, il Gruè 2020, di Cerulli Spinozzi, con una particolare intensità del frutto, ricco di sfumature violacee e ben secco, il Grande Silenzio 2020 di Fossocorno, ottimo tannino e finale lungo, il Mazzarosa 2020, il Notari 2020 di Nicodemi,  Antares 2020 di San Lorenzo, emozionante e capace di una rotondità vellutata, Versosera 2020 di Velenosi, rotondo e intenso nel frutto, con il legno che regala profondità al sorso, il Nina 2020 di Tenuta Morganti, più fresco e spigoloso, Il Bossa 2020 di Bossanova, Apollo 2019 di Ausonia, dritto e secco, Fonte Raviliano 2019 di De Angelis Corvi, Ipnosi 2018 di Biagi, davvero ipnotico e "da meditazione", il Re 2018 di Lepore,  lo Strappelli 2018, il Vizzarro 2017 di Barone Cornacchia,  Barocco 2017 di Cantina Colonnella,  Pieluni 2017 di Illuminati (Riserva), il Terraluna 2017 di Podere Colle San Massimo (Riserva), il Castellum Vetus 2017 di Centorame, il Santa Maria dell'Arco 2016 di Faraone, uno dei più dolci e profondi, l'Abbazia di Propezzano 2015 (uno dei Colline Teramane Docg Riserva che ci è piaciuto di più, identità totale e saggezza per un frutto mai "seduto") e il Pignotto 2015 di Monti (Riserva), intenso e con un ottimo equilibrio.

Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg con il Cavolfiore con crema di acciughe di Spazio Niko Romito 

Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg con il Cavolfiore con crema di acciughe di Spazio Niko Romito 

Se il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg è un vino che si sposa perfettamente con i sapori intensi ma equilibratissimi della cucina teramana - in particolare nelle preparazioni a base di pecora e agnello - l’eleganza di questo vino si abbina anche con carni diverse, come brasato e stracotto, e con i formaggi stagionati.

Da non perdere l'assaggio con le Virtù: una ricchissima minestra di primizie di stagione, cucinata insieme a ciò che rimane della dispensa invernale e che si consuma il primo maggio a Teramo. Preparata da ogni famiglia, è protagonista di uno scambio di pentole di casa in casa, per far assaggiare la propria preparazione ai vicini. Un rito che ricorda, ogni anno, la tradizione del “pentolino”, utilizzato dalle famiglie benestanti per donare porzioni del prezioso cibo alle persone meno abbienti.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

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