17-12-2021
La data da segnare in agenda è il 1 luglio 2022. Con questo obiettivo temporale il Presidente del Consorzio del Chianti Classico Giovanni Manetti, ha presentato le Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), indicazioni territoriali che il Consorzio ha deciso di inserire quale ulteriore e più precisa identificazione delle aree di produzione del Gallo Nero.
Dopo essere state approvate a larghissima maggioranza dagli aderenti al Consorzio – che raggruppa 480 produttori - e aver passato il vaglio di Regione Toscana, le UGA, zone dotate di maggiore omogeneità, primo passo per arrivare a indicare in etichetta il nome del borgo o del villaggio, attendono ora il via del Ministero delle Politiche Agricole per poter concludere l’iter approvativo.
L’area del Gallo Nero, 70.000 ettari di cui 7.200 vitati, è stata suddivisa in 11 UGA: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina e San Donato in Poggio.
Nella prima fase, le UGA saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per le altre due tipologie - Riserva e Chianti Classico d’annata - in un prossimo futuro. Si tratta di una decisione di importanza strategica per rafforzare l’intento di rappresentare le eccellenze del territorio, in modo da rendere il Chianti Classico, ancora più competitivo, con i più grandi vini del mondo.
Fra i principali obiettivi del progetto, quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, aumentare la qualità in termini di identità e territorialità, consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve e, non ultimo, stimolare la domanda attraverso la differenziazione dell’offerta. L’introduzione del nome del villaggio in etichetta servirà infatti ad intercettare e soddisfare l’interesse dei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.
Come per la vendemmia 2021, appena terminata, che si preannuncia di ottima qualità: “Abbiamo abbassato ancora le rese, già in media molto più basse rispetto al disciplinare, per arrivare attorno ai 40 ettolitri per ettaro - ha spiegato il presidente Manetti – in un’annata con un andamento molto regolare: piogge a primavera che hanno permesso un buon sviluppo vegetativo e un’estate asciutta con qualche pioggia sporadica nel mese di agosto. La carenza di precipitazioni è stata ben compensata dalle riserve idriche accumulate per arrivare a un buon completamento della maturazione delle uve con tempi di vendemmia in linea con quelli delle annate passate. La qualità delle uve in cassetta è stata molto buona presupposti per un’altra grande annata di Chianti Classico che si prefigura con ottimi tannini, buona struttura e un interessante profilo aromatico”.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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Giornalista professionista, classe 1966 con una laurea in Fisica e, oggi, docente in IULM e comunicatore. Cultore del bello e del buono, attento osservatore della società e dei suoi cambiamenti, appassionato e commentatore televisivo di golf. Amo e racconto il cibo, quello schietto, vero e senza fronzoli. Scrivo di luoghi, persone, vino, rum e distillati e, quando capita, di politica
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