Curioso: è la seconda volta in pochi giorni che m’imbatto a Milano nel 28 (che è numero perfetto). Dapprincipio sono stato al 28 Posti, in zona Navigli. L’altro giorno ero dalle parti dell’ultra-fashion via Tortona, al Magna Pars, nuovo cinque stelle con 28 stanze, o per meglio dire luminose suites di design, ognuna con il nome di una fragranza poiché la proprietà fa capo a Roberto Martone, imprenditore dei profumi.
Non me ne vorrà Fulvio Siccardi se ho introdotto la sua cucina passando… per la reception. Se in altre parole prima di citare il Da Noi In, ossia il ristorante nel quale impiatta con crescente successo dal 14 febbraio scorso, ci siamo un poco soffermati sulla candida struttura che la ospita. E’ che a prima vista sembrava profilarsi un contrasto, un'incongruenza tra quest’ultima, di matrice trendy-milanese, e uno stile ai fornelli che rimanda(va) alle radici piemontesi, vista una prestigiosa biografia che racconta di successi, entrambi stellati, prima a Le Clivie di Piobesi d’Alba, successore di Carlo Cracco, e poi al Conti Roero, fino al 2009, prima di dedicarsi a un meno visibile lavoro di consulenza.

Il giardino in cui si mangia
Eppure bastava rileggere un certo Paolo Marchi datato 2006 per superare le perplessità, ché chiudeva la scheda dedicata all’insegna di Monticello d’Alba raccontando di uno chef i cui piatti “significano insieme tradizione e inventiva”. Sottoscriviamo, Siccardi quello era e quello per fortuna è rimasto: certo con un piede nel suo Piemonte profondo, lui che è nato a Torino nel 1969, ma per nulla con lo sguardo rivolto al passato, pronto anzi a sciorinare manicaretti di moderata creatività e sicura modernità, assecondando tra l’altro, ora, un certo andazzo ambrosiano non necessariamente commendevole. Insomma: potete gustare un gran brasato – magari non in queste settimane di solleone! – ma se preferite, eccovi fresche insalate d’autore o splendidi crudi di mare.
Da un menu fin troppo ampio abbiamo iniziato, accomodati nel bel giardino interno, da un buon Salmone affumicato in proprio, proseguito con una gradevole Millefoglie di pomodori e melanzane, prima di esplodere in peana trimalcioneschi di fronte al superbo signature dish di Siccardi, quell’Uovo in gabbia (di carta fata, cuoce per un’ora a 52°) con salsa di latte e parmigiano cui il tartufo bianco e nero (nella versione disidratata TartufLanghe e disponibile dunque 365 dì all’anno) conferisce picchi di puro godimento. Inadatto ai deboli di cuore: magari un po’ ruffiano, ma delizioso (saremo curiosi di assaggiarne anche una sorta di variazione, l’Uovo verticale).

Fulvio Siccardi, piemontese, classe 1969
Basterebbe questo, ma al termine di un pranzo tutto d’alto livello siam lieti di registrare altri due picchi. Il primo, dopo un peraltro ottimo Carnaroli ai fiori di zucchina, toma fresca e olio all’origano (notevole la forza della pianta aromatica nel contrastare l’aggressività del cacio), nei Tagliolini al coltello alle verdure e pomodorino: semplici, gustosi e perfetti, esaltati da una cremina al basilico, da mangiarne ancora e ancora. Il secondo, un Black cod su crema di zucchine che mostra l’eccellenza tecnica di Siccardi nelle cotture e l’intelligenza nel valorizzare la strepitosa carne del merluzzo, solo abbinandola a un basico contrappunto vegetale.
Da noi in
hotel Magna Pars
via Forcella 6, Milano
+39.02.8378111,
Prezzi medi: antipasto 20 euro, primo 15, secondo 24, dolce 12
Menu degustazione: 45 e 55 euro