28-12-2018
Vito Mollica impegnato a terminare la preparazione del suo splendido risotto nella sala de Il Palagio del Four Seasons di Firenze
Passateci l'azzardo: Il Palagio del Four Seasons di Firenze è, trent'anni dopo, un po' quello che è stato Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano: ovvero un perfetto concentrato di gusto italiano, una spemuta di Belpaese a tavola, una sventagliata di sapori tricolori, perfettamente assemblati in piatti ben pensati e ancor meglio eseguiti. Vito Mollica come i coniugi Moroni, in versione aggiornata, è ovvio; contemporanea, da nuovo Millennio avanzato. Mentre eravamo accomodati al tavolo, ci siamo appuntati un'espressione, che calza a pennello: "L'enciclopedia dell'Italia golosa".
Il Four Seasons di Firenze
Il Giardino della Gherardesca del Four Seasons. Anche quest'anno è stato al centro dell'Open Day per la raccolta di fondi da destinare alla riqualificazione del giardino didattico-educativo dell’Istituto degli Innocenti, uno spazio di quasi 2000 mq a disposizione dei più piccoli, che grazie al progetto realizzato da Vannucci Piante, oltre a poter essere essere usato come parco giochi, diventerà un vero e proprio luogo di apprendimento giovanile, dove si potranno tenere lezioni sulle piante e iniziative atte a coinvolgere i bambini nell’avvicinamento e nella scoperta della natura vicina a loro. Migliaia di persone hanno generosamente contribuito alla riuscita della 11° edizione dell'Open Day, che è diventato l’appuntamento prenatalizio più importante della città. Quest’anno ben 8mila visitatori da tutta la Toscana e non solo hanno varcato i cancelli dell’hotel fiorentino, numero che testimonia la crescita di interesse per questa iniziativa. Le donazioni raccolte hanno raggiunto la cifra record di 70mila euro
La sala de Il Palagio
Vito Mollica
Vito Mollica unisce in sé piglio manageriale - lui è il cardine attorno al quale gira tutto il sistema - e calore umano, passione per quello che fa, sincera predisposizione a donare piacere. «Parto dai grandi prodotti e dai piatti classici: ci dev'essere sempre una lasagna realizzata a regola d'arte, pronta per il room service. Dobbiamo saper rivolgerci a tutti, ai fiorentini, agli italiani, ai turisti stranieri. Io voglio stabilire con loro un link: voglio sapere vita, morte e miracoli di ciascuno, per ritagliare per lui la migliore esperienza possibile. E se non conosco il commensale, esco in sala a parlargli: perché non è lui a dover capire chi sono io, ma viceversa. Deve crearsi un'empatia, devo sapergli toccare il cuore». L'obiettivo è sempre lo stesso: «Lui deve sentirsi coccolato; io devo onorare la cucina italiana».
Raccontiamo la nostra magnifica cena qua sotto, con le foto di Tanio Liotta. Ma al termine della carrellata, evidenzieremo altri due aspetti significativi.
I primi appetizer. Da destra, cannolo con crema di sedano rapa, cialde con tartare e pecorino, chips con melanzana arrostita
Carciofo, robiola e capperi
Puntarella, burrata e acciuga. Ci vuol così poco per un gusto così straordinario...
Con grissini e crackers aromatizzati, altri appetizer: Nido di pasta kataifi con mousse di mortadella e pistacchi; Chips di riso e olive con gambero rosso; Crocchette di ricotta con olive taggiasche
Crema di pastinaca, lumache della Tuscia viterbese, salvia al prezzemolo
Porro ripieno di crema parmentier, tartufo, verdure e morchelle
Squisita l'Insalata di testina di maiale con carciofi, porcini, sedano ed erbe (si sente bene la menta), con condimento alle nocciole e olio alle cipolle e prezzemolo
Arriva Mollica in sala...
...e conclude la preparazione di un gran Risotto allo champagne con crudo di crostacei (il loro brodetto, i ritagli di pesce crudo, le cicale marinate, il king crab, le creme d'uva e di rucola e prezzemolo, il burro francese alle erbe e agrumi, il tutto innaffiato con lo champagne). Il riso è Acquerello. Magnifica opulenza
Pici tirati a mano con ragout di lepre e polvere di lamponi. I pici sono fatti con farina di grano tenero, la cacciagione è locale, dell'Appennino tosco-emiliano. Non viene da allevamenti, Mollica spiega di aver «trovato un macellaio che acquista dai cacciatori, registra, seziona e posso comprare selle di capriolo, pernici, lepri… Certo, a costi folli, però è un prodotto nostro, di territorio». È Giacomo Montini della macelleria-salumeria Trono a Cantagallo, sui monti proprio sopra Pistoia e Prato, in provincia di quest'ultima
È in preparazione il Piccione di Laura Peri al vin santo, cotto in vescica con castagne e melograno, con brodo di pollo ed erbette
Lombetto di capriolo con crema di topinambur, scalogno, cotognata, mirtilli e salsa dolceforte (cioccolato tritato, uvetta, cedro e pinoli aromatizzano una base d'acqua, zucchero, farina e aceto)
Ed ecco l'annunciato piccione
Sorbetto al mango, mousse al cocco, frutta esotica
Gel di ananas, biscotti con crema di menta e cioccolato, biscotti al caramello
Sfera al mascarpone con nocciole pralinate, spuma al fiordilatte e cuore liquido al Bicerin
Soufflé al cocco con cioccolato e gelato alla Piña Colada
Il primo altro aspetto da evidenziare: a Il Palagio tutto è curatissimo, persino il caffè al termine del pasto. La scelta è vasta; nel nostro caso i chicchi, macinati al momento, sono di Kona, pregiatissima varietà hawaiana: le piantagioni si trovano nell’isola di Kona - dove capitan James Cook sbarcò nel diciottesimo secolo - e in particolare sulle pendici dei vulcani attivi dell’isola (uno fra tutti il vulcano Kona, appunto, da cui prende il nome), dove il terreno e il clima sono ideali per produrre un caffè aromatico, delicato e con leggera acidità; perfetto se in filtro e più in generale in brewing, come nel nostro caso, invece che espresso.
Daniele Bilancetti, maître de Il Palagio, prepara il caffè
Con tale magica pozione ci viene preparato un caffè alla livornese, il cosiddetto ponce (non punch), metà rum e metà Sassolino, che è un liquore all’anice, più scorza di limone.
Il caffè alla livornese preparato dallo chef de rang Rosario De Rosa
L'Atrium Bar, all'interno di Palazzo della Gherardesca è uno spazio luminoso coperto da un'elegante piramide di vetro, un ambiente ideale per gustare varie specialità, un light lunch, un caffè o un cocktail a qualsiasi ora del giorno, nonché deliziosi tè pomeridiani. L'Atrium Bar è il principale punto di incontro per gli ospiti dell'hotel e non solo, dove la sera il piano bar crea un'atmosfera rilassante e informale.
Tommaso Ondeggia ci prepara il suo Old Style Negroni
La preparazione di The Throwing Stones. Nel The Cocktail Journey, il giro del mondo a base di miscelati del Four Seasons, The Throwing Stones rimanda a Londra
Sage'n Rage: tequila infusa nella salvia, liquire al chili, lime, agave. Praticamente un assaggio di Messico
Dopo la cena, cambia il mixologist (Edoardo Sandri, head bartender fiorentino classe 1984) ma non l'altissima qualità: El Falso Nueve - mescal, riduzione di verbena e limone, mirto e Fernet Branca, con a parte uno shottino di spumante - per finire con Poäng (vodka Absolut Elyx all'arancia, liquore al caffè, sciroppo di cantucci di Prato, panna di Frangelico).
El Falso Nueve
Poäng: vodka all'arancia, liquore al caffè, sciroppo di cantucci di Prato, panna di Frangelico. Richiama Stoccolma
Ps: la nuova cocktail list del Four Seasons è interessantissima. In un Cocktail Book sono raggruppate dodici sfide - sotto forma di cocktail - tra personaggi dello sport, della storia, del cinema, della musica; divise in quattro capitoli, per ognuna sono elencati ingredienti, grado alcolico e bicchiere usato (alcuni fatti appositamente per l’occasione); il tutto arricchito dai disegni dell’illustratore Niccolò Storai. E dunque Gino Bartali vs Fausto Coppi, Neil Armstrong vs Cristoforo Colombo, Sophia Loren vs Marylin Monroe e Freddie Mercury vs Michael Jackson, tanto per citarne alcune.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera