03-09-2016
Lo staff dell'Hotel de la Ville e del suo ristorante Derby Grill, meta gourmet a Monza. Una bella storia, Identità Golose la racconta proprio alla vigilia del Gran Premio d'Italia
«Carlo, devi proprio venire a conoscere un ristorante, veramente valido. Sono bravi, appassionati, rispettano la materia prima, lo chef è giovane e possiede le giuste tecniche». Dall’altra parte del telefono è Aldo Nenzi, grande ed esperto gastronomo, uno – per dire – che già una ventina d’anni fa frequentava l’Osteria Francescana di un certo imberbe e semisconosciuto Massimo Bottura (ce lo ha ricordato qui Andrea Grignaffini, suo compagno di bisbocce). Una garanzia totale, dunque. Però… «Va bene, Aldo. Come si chiama il posto?». «Derby Grill» (primi dubbi: il nome è così così come meta gourmand. «Lo sappiamo, ma è un’insegna storica, qui è molto conosciuta… Magari la cambiamo!», ci racconteranno»). «Ok. Aldo, dov’è questo Derby Grill?». «A Monza» (altri, forti dubbi. I non lombardi devono sapere come sostanzialmente i milanesi considerino Monza nulla più che il futuro capolinea della linea rossa, i lavori sono pure in ritardo, si chiamerà “Monza Bettola”, che è già tutto un programma. Stop. Sostanzialmente, l’idea è che sia una città facile da raggiungere, ma inutile da raggiungere: così che, nella logica ambrosiana, la metro serve per portare i monzesi a Milano, mai il contrario. Una sorta di grande borgo periferico popolato da persone perbene e laboriose, brianzoli con il pallino dell’imprenditoria. Ah, poi c’è il Gran Premio una volta l’anno… Ma per il fine dining, rivolgersi altrove).
Tany Nardi, lo chef Fabio Silva, Francesco Nardi e Aldo Nenzi
Insomma, parecchio da vedere, i turisti vengono da tutto il mondo – tranne che da Milano, forse - per ammirare quello dichiarato dall’Unesco come “Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace per l’Umanità”. Il bello l’abbiamo dunque trovato, e il buono?
Il Derby Grill è il ristorante dell’Hotel de la Ville, che i più sagaci intuiranno essere proprio di fronte alla Villa Reale. E’ il miglior indirizzo cittadino in fatto di hotellerie: sontuoso, fa parte degli Small Luxury Hotels of the World. Interessante, la sua storia: nato come locanda a fine Ottocento, dal 1956 è gestito dalla famiglia Nardi, a sua volta di lungo corso nel settore: veneziana d’origine, è stata al Minerva a Roma, poi a Como, a Brunate, al Palace di Sanremo… «Iniziò il mio bisnonno, noi siamo la quarta generazione», ci racconta Francesco Nardi, la cui giovane età s'accompagna alla competenza. Fu invece il nonno Bartolomeo a giungere in Brianza, iniziando a occuparsi di questa struttura di proprietà della famiglia Fossati, quelli della Star: il dado da cucina, per intenderci. I Nardi hanno accompagnato la crescita del de la Ville nei decenni, l’ultimo ampliamento nel 2008, per giungere alle attuali 70 pregevoli camere, più una villa come dependance. «Una volta la clientela era perlopiù di affari, ma negli ultimi tre anni il turismo è cresciuto sempre più: americani, inglesi, svizzeri…». Il ristorante, nato nel 1957, è oggi un punto di forza, «col food&beverage facciamo il 50% del fatturato. Siamo il punto di riferimento cittadino, abbiamo 5 sale per eventi», la banchettistica di qualità a Monza è targata Derby Grill.
Silva in cucina
Due degli assaggi: Ravioli in farcia di provola affumicata, ragù napoletano e aglio nero e Piccione al porto, spugnole ripiene dei suoi fegatini e purea di zucca
Domani a Monza c’è il Gran Premio: tutto prenotato, al Derby Grill. Da dopodomani, concedetevi invece un Gran Pasto.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale