28-11-2014
Roberto Panizza, a sinistra nella foto, applaude Alfonsina Trucco, 85enne di Montoggio, nell'entroterra genovese. E' stata lei la vincitrice dell'ultimo Campionato del Mondo di Pesto Genovese al Mortaio, che si è tenuta a marzo di quest'anno nel Palazzo Ducale di Genova. L'ideatore del Campionato ci racconta in questa intervista l'organizzazione delle fasi eliminatorie, che accompagneranno la competizione alla prossima finale, nel 2016. Il prossimo appuntamento è alle 11 di domenica 30 novembre, al Roma Food&Wine Festival
Il pesto è una delle cose buone della vita. Roberto Panizza, fondatore e presidente dell'associazione culturale e gastronomica Palatifini, lo sa bene. La sua passione per questa ricetta tradizionale lo ha portato a promuovere, insieme all'associazione, il Campionato Mondiale di Pesto Genovese al Mortaio. La prima edizione si è tenuta nel 2007, dal 2008 in poi il Campionato si è svolto negli anni pari, concentrando invece negli anni dispari le gare eliminatorie, organizzate in diversi paesi del mondo, per selezionare i cento finalisti che si contendono poi il titolo di Campione del Mondo di Pesto. Domenica 30 novembre, alle 11.00, il Roma FOOD&WINE Festival ospiterà una di queste eliminatorie: i partecipanti potranno portare il proprio mortaio, ma tutti gli altri strumenti, e tutti gli ingredienti, verranno forniti dall'organizzazione. Il resto ce lo spiega direttamente l'ideatore, Roberto Panizza. Qual è il senso di queste gare eliminatorie? Si basano sull'assunto per cui chiunque deve poter partecipare al Campionato Mondiale, che non è una gara per professionisti, anche perché da secoli i genovesi preparano il pesto nelle loro case. Questo fa crescere poi l'interesse per la nostra gara, sono tantissimi quelli che pensano di poter vincere il titolo. Per arrivare a scegliere i cento finalisti abbiamo quindi bisogno di organizzare molte gare preliminari. Non serve essere un cuoco professionista per diventare campione, allora? Esatto. Volevamo dare sfogo a quella bella e giocosa rivalità che c'è sempre tra amici, parenti, condomìni, quartieri, sulle ricette. Sai quelli che ti dicono: «Come fa il pesto mia zia, non lo fa nessuno!»? Ecco, qui c'è l'occasione per dimostrarlo. E' una preparazione semplicissima, che non richiede strumenti particolari o sofisticati, e che per questo si gioca sulle sfumature. Quindi è anche molto facile sbagliare: le dosi, l'interpretazione, l'equilibrio. Nonostante la semplicità della ricetta, ogni volta abbiamo cento prodotti diversi, per quanto possa sembrare incredibile.
Le mani (e il mortaio di famiglia) della Campionessa in carica
Paolo Marchi è stato tra i giurati anche della gara eliminatoria organizzata a Parigi
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia