13-10-2012
Il vicentino di adozione milanese Carlo Cracco e l'americano del Wisconsin (ma italiano di adozione e formazione) Michael White, mattatori della prima lezione della seconda giornata di Identità New York. La zucca è una delle tante che campeggia in questi giorni a Eataly, premessa dell'imminente Halloween (foto Francesca Brambilla e Serena Serrani)
La lezione numero 1 del giorno 2 di Identità New York è introdotta dall’assessore al Commercio e Attività Produttive del Comune di Milano, Franco D’Alfonso, una traversata atlantica per ricordare ai presenti che «Milano è una piccola New York, melting pot di gente da ogni parte d’Italia, come il vicentino Carlo Cracco qui accanto a me. Un bel viatico per l’Expo 2015, che centreremo sul tema di Energy for life. Nel 2015 accorreranno persone da 130 paesi del mondo, per discutere ma anche per cucinare assieme».
Con Cracco c’è Michael White di Marea a New York, cuocone con proprietà linguistiche italiane migliori di tanti colleghi nati sullo Stivale, una dote maturata in 7 anni di apprenticeship al San Domenico di Imola di Valerio Marcattilii, re della pasta ripiena come l'allievo. «E poi», aggiunge, «io sono nato nel Mid-West, in un paese in cui non avevo praticamente scelta: tra cucina cantonese e pizze sceglievo sempre le seconde».
La Caponata revisited di Micheal White
Dai presentatori Andrew Knowlton e Alessandra Rotondi il testimone passa a Carlo Cracco, che aveva ricordato l’eterogeneità dei palati italiani nei riguardi della pasta: «A sud al dentissimo, man mano che sali al nord, quasi cruda». Ma il suo primo piatto a New York è un’entréee, le Cozze alla marinara, inganno visivo che da anni apre il pasto in via Victor Hugo: «Prendiamo della pasta fillo di acqua e farina, la inseriamo in uno stampo a forma guscio di cozza, mettiamo in forno per 3-4 minuti a 180°C. Una volta fuori, ecco il finto guscio che poi coloreremo con del nero di seppia, su cui metteremo il mitile 'vero'. La farcia è di pomodori canditi con sale, timo e olio, tagliati a metà e messi dentro le ‘cozze’. Le presentiamo con delle alghe – non buone da mangiare – ma belle d’aspetto. Cozze che finalmente possiamo mangiare per intero. Così diamo senso al culo che ci siamo fatti per pensarlo e realizzarlo». Amazing, ribattono in sala.
Tagliolini di tuorlo d’uovo, un autentico masterpiece di Carlo Cracco, ora arricchito da tartufo bianco disidratato
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classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
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