27-09-2021
Niko Romito sul palco di Identità Milano 2021. Tutte le foto sono Brambilla-Serrani
«Ci aspetta un lavoro grande, ci attendono sfide importanti nei prossimi anni, perché è chiaro come le cose non torneranno a essere come prima della pandemia». L’approccio di Niko Romito al tema di Identità Milano 2021, ossia “Costruire un nuovo futuro: il lavoro”, è in stile con il personaggio: analitico, asciutto, argomentato, mai banale. Sul palco dell’auditorium lo chef abruzzese mette in guardia la platea, esplicitando il proprio punto di vista: «Dobbiamo ragionare bene sul futuro, sia a livello gastronomico (come sarà il cuoco dei prossimi anni? E come sarà l’esperienza al ristorante?) che di formazione del personale». Questo perché «solitamente i cambiamenti culturali non sono repentini. Ma la pandemia ha innescato invece un processo rapido di mutamento, il mondo è già diverso rispetto a quello che conoscevamo fino all’inizio del 2020».
È un pragmatico, Niko. E, per provare a dare delle risposte ai temi sul tappeto, utilizza l’espediente del rifarsi alle sue esperienze personali, «dobbiamo innanzitutto chiederci come si formeranno le nuove competenze del settore. Io dieci anni fa ho dato vita all’Accademia Niko Romito, il tasso di occupazione dei cui diplomati è dell’80%». Eppure anche in questo modello di successo andranno necessariamente innestati elementi di discontinuità, «bisogna attualizzare l’ambito formativo così come l’offerta di tutto il comparto. Serve una vera e propria rivoluzione culturale». Che andrà a basarsi, secondo Romito, su alcuni pilastri ben definiti.
IL RAPPORTO CON L’INDUSTRIA - È necessario studiare un nuovo modello di rapporto tra alta cucina e industria. «Basta con questo luogo comune in base al quale un prodotto è buono solo se artigianale – Romito puntualizza con ancor maggiore nettezza un pensiero che sta elaborando da anni – Al contrario, occorre far sì che i processi industriali cambino» puntando sempre più su un’alta qualità “standardizzata” ma proprio per tal ragione anche più “democratica”: «E siamo noi chef a poter consentire all’industria questo salto, sfruttando le competenze, i saperi, la ricerca che svolgiamo. Obiettivo: le eccellenze qualitative tipiche del fine dining applicate al prodotto industriale». Altra rivoluzione fondamentale, non c’è che dire: e Niko fa l’esempio del suo nuovo locale Bomba a Pescara, aperto a fine 2020, nel quale vengono proposti i suoi celebri “bomboloni” (ne ha venduti 47mila in poche settimane) «e io l’ho sempre detto chiaramente: sono prodotti industriali», ma non hanno nulla di meno rispetto alla loro versione artigianale, anzi sono migliori, «abbiamo applicato le nostre competenze e abbiamo tolto i grassi animali a favore di quelli vegetali. Quindi risultano anche più sani». Nonché replicabili, persino a distanza: Romito aprirà un corner di Bomba all’Expo di Dubai, spedirà 50mila pezzi nell’emirato. Facile previsione: andranno a ruba.
FORMULE DIVERSE – Romito da sempre contamina livelli per ottenere formule differenti, contemporanee. «Ad esempio, è bene che i modelli gastronomici popolari si intersechino con la ricerca propria del fine dining», ne nascono idee fertili come quella di Alt, il diner di strada che raddoppierà a breve, alla prima sede di Castel di Sangro se ne affiancherà una nuova, entro fine anno, nel piazzale di una stazione di servizio a Montesilvano.
Romito tra Marco Bolasco, che ha presentato la lezione, e Paolo Marchi
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Niko e Cristiana Romito, fratello e sorella, insieme al lavoro da un quarto di secolo (2000-2011 col ristorante Reale a Rivisondoli, 2011-2024 con Reale Casadonna a Castel di Sangro, L'Aquila). foto Andrea Staccini
La colazione di Niko Romito all'hotel Bulgari di Milano