Se leggere è un po’ come sognare per mano altrui (lo diceva Pessoa, mica ce lo siamo inventati noi), un libro che parla di alta cucina è una sorta di viaggio onirico tra gusti e profumi, seduzioni e sensazioni, condotti per mano da chi è in grado di farci degustare un piatto anche solo… tra le righe. Mancava una sezione di Identità Milano che fosse dedicata ai testi di cucina, ed ha fatto il suo esordio nella scorsa edizione. Confermatissima quest’anno, Identità di libri sarà protagonista dell’intera giornata di martedì in sala Blu 2 e vedrà protagonisti 9 volumi che meritano d’essere sulla bocca (o tra le fauci, solo metaforicamente) degli appassionati del settore, scritti a 22 mani da undici autori diversi, tra i quali una piccola selezione del meglio dei fornelli tricolori.
Già, perché gli chef creativi scoprono sempre più una vocazione che va al di là della pentola e abbraccia anche la penna, o più prosaicamente la tastiera del pc. Così a raccontare l’altro volto delle proprie fatiche (non quelle gastronomiche, bensì le letterarie) sarà ad esempio un meraviglioso gruppo pentastellato composto da Carlo Cracco, Antonino Cannavacciuolo, Cristina Bowerman più il duo Beniamino Nespor-Eugenio Roncoroni a rappresentare la nuova linfa – non a caso Identita Golose 2014 li ha eletti sorpresa dell’anno.

La libreria premia insomma lo chef metropolitano, specie se meneghino – d’altra parte l’editoria parla da sempre milanese stretto – e quello ad alta televisività. Così “Masterchef”
Cracco dopo il successo di "Se vuoi fare il figo usa lo scalogno" ci riprova con "A qualcuno piace Cracco" (Rizzoli), viaggio nella storia e nella tradizione della cucina regionale italiana. Risponde dal lago d’Orta (e cambiando canale: qui ci sintonizziamo su “Cucine da incubo”) l’altro bistellato
Antonino Cannavacciuolo, che per i tipi di
Mondadori Electa firma "In cucina comando io", sorta di autobiografia che racconta di come un ragazzone goloso di ragù possa diventare un grande chef e ascendere a sua volta in the Sky.
E’ lo stesso gruppo editoriale, poi, a presentare la fatica tutta in rosa di
Cristina Bowerman, la cui stella brilla nel firmamento capitolino e forse presto anche tra gli scaffali grazie a "Sono donna e sono chef", suo primo libro, anche qui ad alto contenuto autobiografico. Le nuove leve dei fornelli in libreria sono infine rappresentate – torniamo a Milano – dall’esplosiva coppia
Nespor-Roncoroni, che tra divagazioni fusion californiane o asiatiche infilano anche uno "Street food d’autore" che racconta il mondo del cibo da strada in versione gourmand, e Gribaudo stampa volentieri.
Passiamo alla cucina narrata in terza persona e partiamo da chi il racconto lo affida alle immagini. Così il fotografo
Gianni Rizzotti per Skira Editore scatta il ritratto delle star dell’haute cuisine e le immortala lontane dalla casacca bianca in "Beyond the Chef". Se "Grandi Vini d’Italia" di
Federico Graziani e
Marco Pozzali (Gribaudo) appartiene al novero dei vademecum classici (ma è stato premiato lo scorso anno ai
Gourmand word cookbook awards di Parigi come miglior libro del mondo della categoria), stuzzicanti sono due simil-guide scritte in punta di penna. La prima insegna – recita il sottotitolo - “le sette regole per riconoscere la buona cucina”, ossia se la cena nel ristorantone di fama valeva il salato conto ("Mangiato bene?", di
Roberta Schira, edito da Salani); la seconda indica invece come diventare un gourmet a prova di gaffe, grazie agli ironici consigli (e le illustrazioni home made) del vulcanico
Gianluca Biscalchin ("Pret-à-gourmet", di nuovo per i tipi Mondadori Electa).
Last but not least, l’unica superstar del mangiarbene che non fa il cuoco. E’
Oscar Farinetti, che lascia il palcoscenico ad altri e ci accompagna alla scoperta di 12 tra i più blasonati e ammirati produttori vinicoli dei nostri tempi, in "Storie di coraggio" (Mondadori).