Il Merano Wine Festival quest’anno affollerà la Kurhaus dal 9 all’11 novembre, con un cartellone ricco di eventi. Ne abbiamo avuto una ghiotta anteprima ieri al Convivium Lab-Arte del Convivio di Paola Jovinelli in corso Magenta a Milano. «Siamo orgogliosi», ha introdotto il discorso il co-padrone di casa Claudio Ceroni di MagentaBureau, «perché siamo legati da un’amicizia ferrea con Helmuth Köcher. Prima di lasciargli la parola, lasciatemi dire che la collaborazione tra noi e Merano continua e cresce anche nel 2014: Milano Food&Wine Festival eRoma Food&Wine Festival ma anche un’appendice di vino importante a ottobre, nella quinta edizione di Identità New York e, pochi giorni dopo, anche il Chicago Food & Wine Festival nella nuova apertura di Eataly».

I Tortelli farciti di ossobuco di Fassone piemontese e midollo nel suo ristretto allo zafferano sardo e parmigiano Bonati di Aimo e Nadia
Ecco
Köcher, curatore e fondatore di
Merano: «Per la 22esima edizione abbiamo selezionato 320 vini tra oltre 900 aziende italiane che hanno spedito dei campioni. C’è tutto lo Stivale, da Nord a Sud e ogni regione è rappresentata. Ci sarà poi una forte componente internazionale, con ampie parentesi sulla Georgia, la culla del vino con i suoi 8mila anni di storia. E l’ampia parentesi di
Club Excellence all’Hotel Terme, domenica 10 e lunedì 11: i distributori di grandi stranieri, dalla Francia all’Australia. Per il 17mo anno avremo poi
Culinaria, una carrellata dei grandi prodotti tipici d’Italia, con 15 chef che interverranno in cooking show». Con una novità: «L’8 novembre presenteremo con una cena di gala il manifesto di
Dialogues 2014, frutto del lavoro di 10 saggi su temi di attualità del settore vitivinicolo, che presenteremo al ministro delle Politiche Agricole».
Tra i dieci saggi, con Joe Bastianich o Attilio Scienza, c’è Paolo Marchi, gastro-alter ego di tutti gli eventi Food & Wine concertati con lo stesso Köcher: «Sarà banale, ma mangiare senza bere e bere senza mangiare è castrante. Per questo siamo felici di tutte le partnership che ci legano e ci legheranno e Helmuth». La parte food dell’anteprima di ieri aveva il volto e gli assaggi di Alessandro Negrini e Nicola Dell’Agnolo, rispettivamente chef e sommelier di Aimo e Nadia. «Perché loro?» giustifica la scelta Marchi, «Perché nessuno difende i valori italiani come loro e da così tanto tempo. Nicola, poi, propone anche dei menu in cui ti fai prima guidare dai vini e poi escono i piatti in abbinamento». «Sono cinque piatti», specifica Dell’Agnolo, «che abbiamo abbinato ai vini di volta in volta seguendo menu tematici: legati ai vini piemontesi o anche ai concetti di mineralità, freschezza…».

Marco Cenedese, brand ambassador di Mumm: suo il prologo di ieri. La maison dello champagne debutterà a Merano
Intanto a tavola spariscono in un attimo i
Tortelli farciti di ossobuco di Fassone piemontese e midollo nel suo ristretto allo zafferano sardo e parmigiano Bonati, grande piatto traslocato da via Montecuccoli a corso Magenta: «È il nostro omaggio a Milano». E un dolce che riproduce un altro classico di
Aimo e Nadia:
Me-le mangio: renetta del Itrolo, Granny Smith, annurca, azzeruola in succo, polpa e croccante con meringa all’italiana». Vengono via sposi coi vini selezionati da
Köcher: il
Cason Hirschprunn di
Alois Lageder (pinot grigio-chardonnay-viognier, grandi note speziate),
Atteindre l’Excellence di
Zymè, dalla Valpolicella (prevalenza oseleta, marzemino e teroldego) e un
Moscato d’Asti del 1999 (!) di
Marco Bianco. Produttori e cuochi «che ci credono», chiude lo stesso
Köcher. La condizione fondamentale di tutto.