Identità Golose organizza, in collaborazione con Arte del Convivio-Convivium Lab, la terza edizione del corso Food Event Manager: 3 fine settimana a partire da venerdì 28 ottobre prossimo (Informazioni e iscrizioni qui). Può un evento sul cibo o sul vino prescindere dai contenuti? No. Una risposta scontata che lo è meno di quel che sembra. Infatti, nell’abbondante fiorire di eventi di taglio eno-gastronomico dell’ultimo decennio, manca spesso un dettaglio fondamentale: la conoscenza della materia da parte di chi organizza. Se, per esempio, rimaniamo alla storia recente dei congressi gastronomici, notiamo con una certa evidenza che tutto parte da una competenza importante, da una scintilla forte.
Il primo congresso di cucina d’autore al mondo ha luogo nel 1999 nei Paesi Baschi. Si chiama Lo Mejor de la Gastronomia, un evento che nelle prime seguitisisme edizioni è ospitato a San Sebastian mentre ora ha un destino incerto. Il suo patron Rafa Garcia Santos è un critico gastronomico di lungo corso. Alla fine del millennio ha l’intelligenza di vedere per primo quello che i colleghi Henri Gault e Christian Millau intuirono una ventina d’anni prima, stilando il manifesto della Nouvelle Cuisine: esistono dei cuochi illuminati che avrebbero tanto da raccontare, ben oltre la porta della cucina e ben oltre l'espressione dei sapori di una pietanza.

A sinistra, Rafa Garcia Santos, critico e fondatore del primo congresso di cucina del mondo, Lo Mejor de la Gastronomia (prima edizione, 1999). Accanto a lui si riconoscono Ferran Adrià, Joan Roca, il francese Pascal Barbot e Martín Berasategui
Il Kursaal di San Sebastian (ora teatro di un altro congresso,
Gastronomika) diventa il primo palco dal quale cuochi da tutto il mondo accorrono per indicare in anteprima le tecniche che segneranno il loro stile di lì a un anno.
Garcia Santos conosce a menadito i cuochi del suo paese e il momento storico è dei più propizi: sono anni in cui l’universo dell’alta cucina guarda affascinata alla Spagna e alla rivoluzione di
Ferran Adrià. Idee nuove che hanno bisogno di un megafono e di una personalità capace di unire cuochi dalle personalità differenti (i fratelli
Roca,
Juan Marì Arzak,
Pedro Subijana,
Andoni Luis Aduriz,
Quique Dacosta…). Soprattutto,
Santos intuisce per primo che nulla come l’aspetto gastronomico è capace oggi di definire l’identità di un popolo, specie se animato da sentimenti indipendentisti e autonomisti come quelli dei baschi o dei catalani.
Dopo Lo Mejor e Madrid Fusión (il secondo congresso della storia, una sorta di reazione del governo castigliano all’irredentismo basco/catalano, prima edizione 2003) è il turno di Identità Golose, dal 2005 primo congresso di cucina d’autore fuori dai confini spagnoli. L’intuizione del suo fondatore e curatore Paolo Marchi è figlia di una domanda: «Perché», si chiede nel 2004 su un aereo di ritorno dalla Spagna dialogando con Carlo Cracco «noi italiani non abbiamo un congresso di cucina con tutte le risorse e personalità di cui disponiamo? Facciamolo».

Una parte dei 20 allievi che hanno portato a termine la prima edizione del corso di Food event manager
Edizione dopo edizione (ci apprestiamo a organizzare la tredicesima), il congresso cresce in autorevolezza fino a diventare un appuntamento irrinunciabile per tanti cuochi del mondo. Il segreto? Più d’uno: l’organizzazione, la progettazione, le pubbliche relazioni, le sponsorship… Ma tutto deve quadrare attorno al contenuto, la chiave di volta fondamentale.
Prodotto come? Attraverso lo scouting capillare e continuo dei più innovativi cuochi del mondo (
Identità è un sito internet aggiornato quotidianamente e, da 10 anni, una
Guida ai ristoranti innovativi di tutto il mondo). E la capacità di vedere i macrotemi della gastronomia quando sono ancora in embrione. Tutte informazioni che non possono fare a meno di una visione di fondo, di un approccio mai dettato dal pregiudizio e da centinaia di input che provengono da collaboratori sparsi in tutto il mondo.