07-03-2018
Moreno Cedroni, Madonnina del Pescatore di Senigallia, ha chiuso la quinta edizione di Identità Gelato con un approfondimento sul gelato al formaggio. E' dal 1984 che il marchigiano si cimenta con questa specialità in cucina (nella foto di Brambilla/Serrani, Maria Grazia Frattagli, moderatrice dell'intera giornata)
La quinta rassegna di Identità Gelato è cominciata nel ricordo del gelato di carne di Corrado Assenza e Franco Cazzamali, tante edizioni fa. E del Sorbetto con ostriche, mandorla fresca e peperoncino: il gelato non è più solo relegato alla dimensione dolce ma diventa sempre più fitto il rapporto tra gelatieri e cuochi. Così ci spiega Christian Grandi di Motor Power Company, azienda specializzata nella robotica industriale, che ha creato Principessa, una straordinaria macchina mantecatrice.
Il pomeriggio inizia con Stefano Guizzetti di Ciacco Gelato e Giovanni Ricciardella, chef di Cascina Vittoria. Presentano assieme un piatto di bolliti, in carta al ristorante da due anni. Una rivisitazione colorata in 3 tagli classici - lingua, testina di vitello e cotechino -, bolliti in acqua aromatizzata con verdure e spezie abbinati, rispettivamente, a tre sorbetti: salsa verde, cren e aceto di Barolo, una forte percezione acetica che ben si sposa con la grassezza del cotechino.
Col secondo piatto la sfida si fa più ambiziosa: trasformare la materia prima in sorbetto. Così un Angus brasato si accompagna a una polenta di grani antichi in cui la percezione del dolce deve essere attenuata per valorizzare materia prima, si esalta il contrasto di texture e la bocca rimane pulita grazie a una granita al bergamotto sferificata, da mangiare alla fine.
Stefano Guizzetti e Giovanni Ricciardella
Giovanna Musumeci e Gianfranco Cutelli
Subito dopo è il turno di una bevanda fredda, fresca e delicata e di un sorbetto al cioccolato fatto con acqua di mandorle, cui viene unita una massa di cacao venezuelano e zucchero di cocco. Storie di donne, idee e scelte, tradizione e coraggio, un viaggio che parte dalla Sicilia e arriva in Venezuela, dove c’è una scuola di formazione che si occupa della tutela e del recupero del cacao.
Dopo il calore della Sicilia, si torna a Milano con Osvaldo Palermo, patron di Fiordipanna. Tema: l’importanza di lavorare a stretto contatto con le aziende e il confronto coi colleghi. C’è il pistacchio, che però non è siciliano ma lucano, scovato a fine 2015 grazie al contatto con Vincenzo, un agricoltore che, nel 1992, grazie a una scommessa coi cugini, lo ha portato a Stigliano, Matera, e oggi ne coltiva 30 ettari. Ne fa uno ottimo crudo, intero, sgusciato e unito a del pepe giamaicano molto profumato, che lascia comunque spazio al pistacchio, esaltandone la nota floreale.
Osvaldo Palermo
Paolo Brunelli
Ama il gelato da sempre il romano Dario Rossi: lo faceva già a 10 anni, con una gelatiera domestica, materie prima naturali fresche. Nel tempo si è accorto che troppo spesso quello che mangiava nelle cosiddette gelaterie artigianali era finto e sintetico. “Alla ricerca della gelateria perduta” è il suo mantra fino ai 30 anni, quando decide di aprire una sua gelateria prima a Roma, poi a Labico e infine a Frascati (giugno 2016) la Green Avidi. Ogni giorno si prefigge il non facile compito di informare e formare i clienti sulla stagionalità dei prodotti e il ruolo del contadino che coltiva la terra.
A Identità ha portato due gusti. Panzanella romana con gelato al pomodoro, olio, basilico e pane e Inclusione sociale, fatto solo con ingredienti che arrivano dai progetti di formazione delle varie carceri, come la ricotta vaccina da Rebibbia, la colomba dal penitenziario di Padova o il caffè della torrefazione di Rebibbia. Un nobile progetto, ispirato a una frase del maestro Ezio Bosso: «Non esiste un’ultima nota perché l’ultima nota è la nota dello strumento che viene dopo».
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
di
food writer and traveller, torinese di nascita ma romana d'adozione, da sempre nel mondo della comunicazione, scrive di enogastronomia “per caso” e per passione su diverse testate nazionali