15-03-2019

Ômina Romana investe su Velletri con i vitigni internazionali

Il progetto voluto dall'imprenditore tedesco Anton F. Börner: «Gli antichi romani qui facevano grandi vini»

Radici piantate nell’antica Roma, ma sguardo al futuro. Quella di Anton F. Börner è stata una scelta di cuore e di passione per un territorio molto particolare, nella zona di Velletri, che lo ha portato a far nascere l’azienda vitivinicola Ômina Romana. «Io però - ci tiene subito a sottolineare - arrivo da un altro settore, quello industriale, in Germania. Allora ci si potrebbe chiedere: perché dedicarsi al mondo del vino? E perché proprio nel Lazio? Il motivo è semplice: io sono molto appassionato di archeologia. E mi sono chiesto: come mai in una zona dove, nell’antichità, si faceva molto vino di qualità, dove è nato il vino dell’Europa Occidentale, ora è praticamente sparito?».

Una domanda, questa, alla quale da una decina d’anni, ha provato a dare una risposta proprio con la sua azienda Ômina Romana, fondata nel 2007, con prima vendemmia nel 2011. «Ho pensato che ci dovesse essere qualcosa nascosto nel terreno - ha raccontato Börner - E nella zona di Velletri c’è la presenza di terreno vulcanico».

Anton F. Börner con la figlia Katharina

Anton F. Börner con la figlia Katharina

L’azienda può contare di 80 ettari complessivi, 60 dei quali vitati, con impianti ad alta densità (tra le 5.600 alle 6.400 piante per ettaro), 40% uve a bacca bianca (Chardonnay, Viognier e Bellone) e 60% uve a bacca rossa (Cesanese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc ).

In realtà, l’azienda punta molto di più sui vitigni internazionali rispetto agli autoctoni. «Ma la nostra volontà è quella di mostrare la forza di questi terreni - ha ribadito Börner - Noi abbiamo una grande fortuna, perché nella nostra zona abbiamo un “cerchio” di aria che avvolge la nostra zona. E soprattutto, grazie anche alla vicinanza al Gran Sasso, cioè alla montagna, abbiamo in estate un grande sbalzo termico tra il giorno e la notte, con differenze che arrivano anche ai 15 gradi. In media, per fare un esempio, quando di giorno ci sono 36 gradi, alla sera abbiamo soli 22 gradi. Questo ci permette di avere la migliore maturazione possibile delle uve».

Le vigne a Velletri

Le vigne a Velletri

E poi viene la tecnica, con la quale si cerca di fare vini con strutture importanti ma con una buona eleganza. Un obiettivo, questo, che viene perseguito dagli enologi Claudio Gori e Simone Sarnà.

Per quanto riguarda i vini bianchi, lo Chardonnay Ars Magna 2016 viene fermentato e affinato in legno, e diventa un vino decisamente importante e ricco. Stessa procedura di produzione per il Viognier Ars Magna 2016, dove questa tecnica porta a una buona concentrazione con un profilo aromatico interessante e rispettoso del vitigno, con una spiccata acidità che fa pensare anche a una buona possibilità di affinamento nel tempo.

Interessanti anche i rossi: puliti e rispettosi del vitigno sono sicuramente gli Ars Magna Merlot e Cabernet Franc 2015 (che saranno ufficialmente presentati tra poco, al Vinitaly). Interessante anche il Diana 2015, una cuvée di Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon: le note fruttate trovano una buona amalgama con un timbro speziato, con una bocca piacevole e con un finale lungo e fruttato.

I vigneti sono giovani e con il passare del tempo non potranno fare altro che aumentare la qualità della produzione, riuscendo a far emergere ancora di più il carattere del territorio. Che è poi l’obiettivo dichiarato di Ômina Romana.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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