01-08-2021

Di che pasta è fatto Mario Guelfi

Titolare della Capannina a Bocca di Magra in Lunigiana, collezionista d'arte e regista mancato, questo ristoratore ligure si racconta in un libro scritto da Donatella Bogo

Mario Guelfi a cena al Garden sembra nascondersi d

Mario Guelfi a cena al Garden sembra nascondersi dietro a una bottiglia del suo Vermentino

Mario Guelfi è un signore di 78 anni, nato nel maggio 1943 a Sarzana, dove la Liguria e la Lunigiana lasciano in pratica spazio alla Versilia e, quindi, alla Toscana. La sua vita è stata raccontata dalla giornalista Donatella Bogo, e fotografata da Paul Green e Claudia Ciana, in una libro che Mario si è praticamente regalato e che chi lo volesse deve richiederlo a lui chiamando uno dei due locali in località Bocca di Magra, frazione sul fiume e sul mare del comune di Ameglia. Il più noto è la Capannina Ciccio, telefono +39.0187.65974, e-mail rist.ciccio@gmail.com, il più recente il Garden, +39.0187.670773, anche albergo e pizzeria, poi c’è una seconda Capannina a Marina di Massa e nella piana di Luni l’azienda agricola e vinicola, due le referenze a tutto Vermentino.    

Il titolo mi piace molto per la sua forza: Di che pasta è fatto un uomo. Senza punto interrogativo perché non è una domanda, bensì un’affermazione, un attestare la forza di chi è nato in piena seconda guerra mondiale e la vita prima l’ha subita e poi l’ha domata e vinta. Era figlio di Domenico, per tutti Ciccio, il nomignolo usato durante la guerra partigiana, e di Anna, unico maschio, quattro le sorelle. Amava esplorare la natura, era la sua scuola: «Un giorno, avanti nel tempo, si scoprì che ero dislessico. Nelle interrogazioni mi aiutava un’ottima memoria, ascoltavo tutto, memorizzavo e ripetevo. Però un giorno l’insegnante, sospettosa, mi disse di concentrarmi su un certo passaggio e io feci scena muta». Fine del gioco.

Mario Guelfi e Paolo Marchi posano sorridenti ognuno con il libro dell'altro

Mario Guelfi e Paolo Marchi posano sorridenti ognuno con il libro dell'altro

A Sarzana, Domenico Guelfi conduceva una gelateria, poi aprì una macelleria, quindi pure una tripperia e infine un banco di generi alimentari attaccato a un calesse trainato da un cavallo. Non bastava però per assicurare un minimo di benessere in casa. L’intuizione che si sarebbe dimostrata vincente, fu quella di aprire una trattoria alla foce del fiume Magra. «La gente, in un’Italia che portava ancora i segni del conflitto, stava iniziando a viaggiare, cercava l’estate e mio padre gliela imbandì». Il primo servizio il 3 maggio 1951, settant’anni fa. Mario aveva compiuto 8 anni il giorno prima. I clienti più assidui? Pittori, scuitori e giornalisti, poeti, sceneggiatori e scrittori.

Paolo Marchi e Mario Guelfi

Paolo Marchi e Mario Guelfi

Questo libro, che è pure un ricettario, è stato al centro di una presentazione sabato 24 luglio a Montemarcello, frazione collinare sempre di Ameglia, alla Casa del Vento, l’associazione culturale in memoria dell’inviato Enrico Negretti. Alcune centinaia di case, tanto verde attorno e due panorami da togliere il fiato. Da un lato, quello dell’alba, le Alpi Apuane e dall’altro, quello del tramonto, il golfo di La Spezia con Portovenere e la Palmaria. Luogo perfetto per raccontare Guelfi che vanta pure una galleria d’arte.

Uomo dai sorrisi accennati, sguardo attento, poche parole, Mario per una volta non avrebbe mai smesso di parlare di se stesso. Ne ha vissute di cose, anche perché non avrebbe voluto fare il ristoratore come suo padre, amava il teatro e il cinema, quindi l'arte: «I primi anni ho proprio detestato la sua professione». Gliela impose la sua morte, giugno 1963, età di Ciccio 48 anni. Unico figlio maschio, e nessuna disposizione sul dopo perché chi ci pensa quando sei ancora giovane. E Mario lo era ancora di più: venti. «Ma ero già stato a Londra dove

davo concretezza al desiderio di diventare regista. Aiutavo Harry Craig, tante cose, compreso quello che sognavo».

Lo volle vicino come aiuto regista in una pellicola con Peter O’Toole, poi anche in Lawrence d’Arabia così come quando si trattò di far visitare l’Italia a una ragazza australiana, aveva a disposizione un castello in Toscana e a Roma la villa con maggiordomo del produttore Dino De Laurentis. Problema: come dirle, dirlo a Wendy, che la sua vita reale non era quella? «Fui diretto e lei fu molto gentile a dirmi che se lo volevo mi avrebbe sposato seguendomi a Bocca». E così fu,

Uno scorcio di Montamarcello, splendido borgo in provincia di La Spezia

Uno scorcio di Montamarcello, splendido borgo in provincia di La Spezia

cinquant’anni di matrimonio e il maledetto Covid che ha bloccato lei in Oceania. Si parlano via skype, poi sapremo.

Nota finale: nella foto a pagina 15, ecco un giovanissimo Mario appoggiato all’ingresso di un locale ai primi passi. Un cartello riporta Zuppa di datteri, da anni proibitissimi, e un altro Caciucco, con quattro C e non cinque: Cacciucco. A Livorno griderebbero alla scandalo, ma la vita eccezionale di Mario Guelfi va ben oltre una lontanissima svista, neanche sua.


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a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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