18-09-2014
Il pomodoro vero con finto tonno dello chef Michele Rotondo della Masseria Petrino di Palagianello (Taranto), una delle infinite bontà che nel fine settimana passato hanno contrassegnato il Trani International Festival, una festa del cibo buono e dei suoi protagonisti (foto e fotogallery di Giuseppe Tricarico)
Paolo Parisi e la sua fetta anni Sessanta
Raffaele Vitale di Casa del Nonno 13 a Mercato San Severino (Salerno) prepara i finger di mozzarella allo zafferano nello show room Ferrara
I moscardini fritti di Francesco Nacci, Botrus di Ceglie
Beppe Ciavarelli de La Claque di Molfetta al lavoro
Antonio Scalera de La Bul di Ceglie prepara il suo gazpacho pugliese
Il panino con capocollo di Martina Franca (azienda Santoro) di Antonella Ricci e Vinod Sookar de Al Fornello da Ricci a Ceglie.
Il pane di Altamura
I sospiri di Bisceglie
Domenico Cilenti e la sua Vampa
Trani by night
Altro che sole a catinelle. Il cielo non guarda di sotto quando decide di buttare giù secchiate d’acqua, nemmeno quando rischia di mandare gambe all’aria le fate in tacchi a spillo pronte alla passerella sul red carpet spiegato fronte-pronto per il Trani International festival, che per il secondo anno consecutivo ha scommesso sulla sezione gourmet affidando la regia della quattro giorni dall’11 al 14 settembre a Noao, griffe della curiosità alimentare made in Puglia. La signora dell’Adriatico ha resistito nella sua imperturbabile bellezza, abituata ai marosi come certe femmine del Sud, salde sui fianchi pure scalze. Altro che mezzogiorno mollaccione e addormentato. Sarà stato lo schiaffo d’autunno in anticipo, la festa è andata in scena lo stesso dimostrando che tutto questo gran parlare di renaissance gastronomica pugliese non è un bluff. Trani magnifica e austera, punta d’orgoglio, s’è cambiata d’abito per quattro sere consecutive, mandando in scena una Puglia in grande spolvero. Elegante e popolare. Opulenta e essenziale. Di sostanza. Un sacco buona. In tenace avanzata grazie a un esercito di cuochi, produttori, vignaioli che hanno dato sorprendenti prove di versatilità adeguando le performance ai temi delle quattro serate: la via del pane (la consegna: interpretare i panini della tradizione, ciascuno a modo suo), il cibo va in trasferta (come a Vico Equense, tavole imbandite nelle tappe glamour dello shopping cittadino), il tiella-contest (sfida a colpi di riso, patate e cozze) e lo chic-nic (gozzoviglie sul prato urbano vista-mare apparecchiato in piazza Quercia). Eccone alcune istantanee, per rendere l’idea.
I ragazzi di Barba baffi e pellicce a Locorotondo (Bari)
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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A cura della redazione di Identità Golose