13-06-2021
Abbiamo intervistato Mark Willis, manager di Accor, gruppo alberghiero leader a livello mondiale con oltre 5.100 strutture e 10.000 bar e ristoranti in 110 Paesi. Ci ha raccontato le prospettive di ripresa del comparto
Gruppo alberghiero leader a livello mondiale, Accor conta oggi oltre 5.100 strutture e 10.000 bar e ristoranti in 110 Paesi. Oggi è pronto a ripartire, già a fine 2020 registrava un riavvio: «Le nostre performance, nel terzo trimestre, indicano una netta ripresa delle attività durante la stagione estiva. Il peggio della crisi è ormai alle nostre spalle - aveva detto giorni fa Sébastien Bazin, presidente e ceo di Accor - Ma i nostri principali mercati sono ancora sostanzialmente influenzati dalle misure messe in atto per combattere la crisi sanitaria. Solo la Cina registra performance solide e dovrebbe recuperare rapidamente il livello di attività pre-crisi. In questo contesto ancora incerto, la disciplina, la resilienza e il controllo dei costi sono fondamentali». Noi abbiamo incontrato Mark Willis, ceo di Accor per il Medio Oriente e l'Africa, che ci ha dato una prospettiva sull’andamento del mercato asiatico.
Partiamo dagli effetti della pandemia, per poi tracciare un quadro del futuro. «Nel complesso, il 2020 ha visto un cambiamento nel turismo in Asia, si è passati da un’alta concentrazione di viaggi internazionali a viaggi più regionali e locali. Un cambiamento dovuto alla diminuzione delle rotte di volo, che ha portato i viaggiatori a prenotare soggiorni brevi a livello regionale e persino locale. In Accor, ci siamo assicurati di massimizzare questo cambiamento lanciando un'offerta esclusiva per i nostri membri ALL – Accor Live Limitless, offrendo loro uno sconto del 50% quando soggiornavano in un hotel o cenavano nei nostri ristoranti. Questa offerta è stata promossa in tutta la nostra regione per soggiorni locali e viaggi a corto raggio attraverso canali online, attività di pubbliche relazioni e attivazioni di social media. La promozione è terminata a dicembre 2020 e abbiamo visto che è stata un successo, in quanto ha motivato i viaggiatori a fare brevi vacanze nella stessa città o Paese in cui risiedevano».
Quali misure avete adottato per sostenere i vostri collaboratori e tenere sempre vivo il rapporto con ospiti e repeaters? «Nell’aprile dello scorso anno, al culmine della pandemia, abbiamo deciso di destinare il 25% del nostro dividendo pianificato di 280 milioni di euro alla creazione di ALL Heartist Fund, un fondo di 70 milioni di euro dedicato ad aiutare i dipendenti del gruppo e i singoli partner colpiti dalla crisi Covid-19. Finora sono state distribuite oltre 2.500 sovvenzioni per la regione IMEA (India, Medio Oriente e Africa, ndr) e prevediamo di continuare a concedere quante più sovvenzioni possibili finché il fondo sarà disponibile. La comunicazione con i nostri ospiti per tutto il 2020 è stata più importante che mai. Credo fermamente nella comunicazione trasparente, soprattutto quando si tratta di condividere informazioni sul nostro programma ALLSAFE e su tutte le implementazioni che sono stati introdotti nei nostri hotel per garantire la sicurezza degli ospiti e del team durante il loro soggiorno. Inoltre, all’inizio abbiamo anche creato la nostra campagna #ALLATHOME attraverso il nostro canale di social media su Instagram (@ALL_MEA) per portare un po’ di intrattenimento nelle case delle persone sotto forma di attività come sessioni di allenamento, sessioni di cucina, dj session e interviste con celebrità globali tra cui Tom Felton, Alexander Ludwig, Amir Khan e molti altri».
In tema di sicurezza, lo scorso anno avete lanciato il protocollo di sanificazione e prevenzione #ALLSAFE. Qual è stata la reazione dei viaggiatori alto spendenti? «Non solo i viaggiatori di lusso, credo che tutti i viaggiatori abbiano apprezzato il modo in cui abbiamo comunicato apertamente il programma e quanto siamo stati proattivi nell’implementarlo molto presto in tutti i nostri hotel. Inoltre, aver creato il programma insieme a Bureau Veritas è un ulteriore livello di rassicurazione per gli ospiti».
Immagini di uno degli hotel del gruppo Accor, questo è il Fairmont Royal Palm Marrakesh
Le ville private in hotel e resort di lusso sono ormai una tendenza e molti brand alberghieri si stanno ora concentrando sullo sviluppo di ville residenziali all’interno dei loro resort: è un settore che vorrete continuare a sviluppare? «In Accor abbiamo proprietà che offrono ville da molto tempo e abbiamo intenzione di continuare ad accrescere questo segmento come uno dei focus dei nostri piani di sviluppo. C’è sempre stata richiesta di ville, garanzia di privacy e comodità per famiglie/gruppi più numerosi. Tuttavia l’anno scorso la domanda è aumentata ancora di più perché offrono maggior distanziamento sociale dagli altri ospiti. Prevedo che questa richiesta continuerà e persino aumenterà quest'anno, il che sarà molto vantaggioso per le nostre proprietà nella regione che contano ville e residenze private».
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Giornalista specializzata in Hôtellerie e Travel, è consulente di Identità Golose, direttore editoriale di Hotel and Travel e condirettore di The CUBE Magazine, collabora con AD Architectural Digest Italia. Autrice di libri e guide editi da WhiteStar e Marco Polo
L'infinity pool dell'hotel Gnollhof con vista sulla Valle Isarco
La suggestiva terrazza dell'hotel Helvetia&Bristol
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