21-09-2022

Planeta, nasce una nuova cantina pensata per i grandi vini rossi Doc Menfi

Didacus rosso, Burdese, Maroccoli e Sito dell’Ulmo nasceranno nella cantina di Monte Cirami, cemento e ceramica sostituiranno acciaio e legno. Una bella novità per l’azienda siciliana che ricorda Diego Planeta, scomparso due anni fa

Una visione aerea di Monte Cirami

Una visione aerea di Monte Cirami

Il 2022 porta una ventata di novità nella cantina siciliana Planeta che oggi è alla sua ventinovesima vendemmia: azienda agricola con una storia di diciassette generazioni con sette cantine dislocate in cinque territori (Menfi, Vittoria, Noto, Etna e Capo Milazzo) che ha cambiato la storia e l’immagine del vino siciliano.

La nuova cantina di Monte Cirami si ispira a un’idea di Diego Planeta, scomparso due anni fa, il 19 Settembre 2020, che immaginava una cantina interamente dedicata alla produzione in regime biologico dei quattro vini rossi di alta gamma, nel sito originario, un luogo di produzione elettivo. 

Diego Planeta, nato nel 1940 a Palermo, figura cruciale per lo sviluppo delle vitivinicoltura siciliana, è mancato il 19 settembre 2020

Diego Planeta, nato nel 1940 a Palermo, figura cruciale per lo sviluppo delle vitivinicoltura siciliana, è mancato il 19 settembre 2020

«Diego ci ha dato il coraggio di spingerci verso questi luoghi difficili da arrivare e da coltivare ma che hanno qualità straordinarie - racconta Alessio Planeta, amministratore delegato e coordinatore degli enologi dell’azienda -. L’idea di questa cantina nasce dalla volontà di dedicare la parte alta della nostra produzione alla ricerca della qualità estrema, con più artigianalità e un lavoro che è manuale e sartoriale».

Vendemmia naturalmente manuale, selezione perentoria delle uve al tavolo, abolizione delle pompe, anfore in ceramica, vasche di fermentazione e affinamento in cemento riempite con nastri o per gravità: «Dopo anni di sperimentazioni è arrivato il momento di dedicare ai nostri vini rossi a base di uve francesi - continua Alessio Planeta - un nuovo percorso fatto insieme al nostro consulente Florent Dumont, che aveva utilizzato questa tecnica in Francia e che va per la maggiore a Bordeaux».

Grazie a un adattamento totale degli spazi interni per rispettarne l’innata armonia, la cantina è un perfetto equilibrio tra l’estetica della tradizione e le tecniche produttive più innovative: i vigneti, che la circondano, si trovano a 450 metri sul livello del mare nell’entroterra agrigentino, in mezzo ai boschi e che a tratti ricorda alcune zone della toscana. Un luogo dove le querce e la palma nana convivono e che custodisce terreni utilizzati finora solo come pascoli, con una vitalità eccezionale e a due passi dal secolare palmento fenicio.

Didacus rosso, Burdese, Maroccoli e Sito dell’Ulmo saranno i vini Doc Menfi prodotti nella nuova cantina che, proprio in questi giorni, ha accolto le prime uve e che sicuramente sarà ricordata come un’annata indimenticabile: ottima la qualità delle uve e, a causa dei lavori non ancora finiti e segno della volontà dell’azienda di non rimandare all’anno successivo, i lavori in cantina si stanno svolgendo senza elettricità ma con gruppi elettrogeni alimentati a gasolio.

L’architettura dell’edificio – che esisteva ma era diruto - esprime un profondo rispetto della struttura preesistente e della cultura del luogo: Monte Cirami è una cantina contemporanea che darà vita a circa 40.000 bottiglie, con sistemi e tecniche di vinificazione che puntano a conservare quanto più possibile le caratteristiche originali delle uve e, al contempo, in grado di raccontare ai visitatori lo spirito del luogo e la sua lunga storia.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Salvo Ognibene

nato in Toscana ma cresciuto a Menfi (Agrigento), ama la pasta, la bici e la Sicilia. È laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna ed ha conseguito due master di cui uno in Marketing digitale alla LUMSA. Sommelier e giornalista, si occupa di comunicazione con attività di ufficio stampa e pr. Degustatore e collaboratore di guide enogastronomiche, è autore di 5 libri

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