Ilario Vinciguerra
Capesante, salsa mousseline alla barbabietola, salsa al limone di Menton e “mano di Buddha”di Mauro Colagreco
Dall'Italia Prato Nevoso, montagna & cibo. Viaggio nella località del Cuneese che cresce anche grazie alla gastronomia
Il Presidente del Consorzio Chianti Classico, Giovanni Manetti
Era il 24 settembre 1716 quando Cosimo III de Medici, Granduca di Toscana, indicava una zona, a cavallo fra le provincie di Firenze e Siena, vocata per la produzione di vino di qualità. Il bando a sua firma segnava l’inizio di una storia lunga ormai oltre 300 anni, scritta con passione, tradizione ed eccellenza, quella del Chianti Classico.
Un vino oggi famoso e apprezzato in tutto il mondo, frutto del lavoro di 510 aziende iscritte all’omonimo Consorzio, che esportano in 130 Paesi con un marchio distintivo ben riconoscibile: il “Gallo Nero”. A dieci anni dall’ultima uscita ufficiale milanese il Consorzio Vino Chianti Classico è tornato nel capoluogo lombardo con un evento svolto nella sede di Identità Golose Milano, in via Romagnosi 3, con una masterclass riservata a esperti, stampa e trade. Nel pomeriggio 64 produttori si sono presentati al pubblico nella cornice del Westin Palace Hotel alla presenza di oltre 700 ospiti.
Fra i due appuntamenti spazio anche per un passaggio istituzionale. Il Presidente del Consorzio Chianti Classico, Giovanni Manetti, ha consegnato a Palazzo Marino al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, una bottiglia di Chianti Classico millesimo 1946 della storica collezione di Badia a Coltibuono. Un omaggio per sottolineare l’importanza del rapporto fra il mondo della produzione vitivinicola e le Istituzioni, dopo le bottiglie di Gallo Nero omaggiate al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
La degustazione a Identità Golose Milano
Il vitigno su cui poggia l’intera produzione è il Sangiovese, presente nel Gallo Nero per almeno l’80% dell’uvaggio. La tendenza è andare sempre più verso un Classico in purezza o ibridato con soli vitigni autoctoni - tipicamente Malvasia o Colorino - limitando l’utilizzo di uve internazionali. Tre le tipologie prodotte: Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione; quest’ultimo protagonista, nella sua annata 2016, della degustazione milanese.
Una svolta epocale. Una zonazione che si avvicina al concetto di grand cru francese. L’obiettivo è fornire al consumatore tutti gli elementi di comprensione del vino che ha il piacere di bere. Specificità che partono dagli aspetti geologici e di composizione del terreno: più elevato, sabbioso e difficile da coltivare a est, argilloso e più fertile al centro, limoso e di origine marina nelle pianure della zona occidentale.
Ne derivano uve e vini molto diversi fra loro, ben rappresentati dal percorso degustativo milanese delle Gran Selezioni 2016, annata appena messa in commercio, che esprime grande finezza, un giusto grado di acidità e persistenza.
Fra i magnifici otto spiccano per intensità, eleganza e peculiarità il Villa le Corti Gran Selezione Zac, prodotto a San Casciano val di Pesa da Principe Corsini con uve Sangiovese di singolo vitigno. Elegante, profumato, gioca sulla finezza e sulla lunga persistenza mostrando i tratti tipici dei vini più settentrionali della zona di produzione.
In Chianti si guarda però al domani. Al 2019 del quale da pochi giorni si è conclusa la vendemmia, da cui si attendono vini eccellenti grazie alle ottime condizioni climatiche durante il periodo di maturazione, che prospettano un tenore alcolico leggermente più basso, molto apprezzato dal pubblico internazionale, e un buon bilanciamento fra acidità e tannini.
giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo