ex editoriali
Ho visto tante facce contente, dal 1° al 4 febbraio, durante la quinta edizione di Identità Golose al Milano Convention Centre di via Gattamelata. Contenti i relatori che hanno parlato e dialogato con il pubblico (e tra di loro), contenti i congressisti che hanno caricato i taccuini di appunti e le macchine fotografiche di immagini e contenti espositori e sponsor, i cui stand sono stati oggetto di visite continue.
I presenti, ma non solo loro, hanno capito cosa rende unico il congresso: la sua esclusività. Identità non è una sagra e nemmeno una fiera o una kermesse di degustazioni e lezioni di cucina quotidiana. Ve ne sono tante in giro per l’Italia e tante organizzate molto bene, una in più rischierebbe di passare inosservata.
Identità vuole invece essere una “piazza” aperta agli addetti ai lavori, ai professionisti di ristorazione, pasticceria e gelateria, agli artigiani e alle aziende di qualità, ai mass-media che hanno a cuore il pianeta gola, il suo presente e, soprattutto, il suo futuro. Chi affolla i nostri spazi sa che vivrà la cucina, sotto tutti i suoi aspetti, in maniera professionale. “C’erano tutti”, ho sentito dire e dirmi più volte e in fondo era vero.
E tantissimi pronti ad ascoltare. Ho visto ben pochi pavoni nei corridoi e nelle sale ed è un ottimo segno. Si viene a Identità per dialogare, confrontarsi, ascoltare, capire, insegnare, naturalmente imparare, e più si è umili e più si impara. Se uno pensa di sapere tutto e di non avere bisogno di aggiornarsi, rinfrescarsi, specchiarsi nelle esperienze altrui, chef o giornalista che sia, ha un futuro corto davanti a sé.
Adesso tutti noi ci stiamo preparando a Identità Squisite a San Patrignano e al debutto a giugno a Londra, avendo ben presente che un anno di lavoro culminerà nella sesta edizione, stesso posto e stesso entusiasmo.