Milano
Per tutti il mare è salato, l’acqua bagnata e il gelato dolce (e il suo   cugino sorbettoso pure): cioccolato e vaniglia, limone e fragola,   pistacchio e caffè, stracciatella e nocciola. Poi, per fortuna, c’è chi   ama andare contro corrente e, forte di convinzioni fuori dagli schemi,   si applica con passione estrema. È stato ad esempio il caso di Enzo Vannozzi, classe 1923, maestro gelatiere di Viareggio alla cui memoria, al Sigep di Rimini, il salone della gelateria, pasticceria e panificazione, è stato intitolato lo scorso fine-settimana Gelato in tavola,   un confronto tra squadre nazionali (otto: Argentina, Brasile, Francia,   Germania, Grecia, Italia, Stati Uniti e Ungheria) con un tema di estrema   attualità: il gelato in cucina. Ogni squadra, formata da un cuoco, un   pasticciere e un capitano, ha interpretato le proprie materie prime   lungo un menu formato di tre portate: antipasto (tre finger food),   piatto forte e dessert. Punto da cui non si poteva prescindere: caldo e   freddo dovevano coesistere, affascinante e impegnativo allo stesso   tempo.
Ha vinto l’Italia, forte di un trio toscano: Simone Bertaccini, che cucina alle Le Ginestre di Tirrenia, Enrico Benedetti, la cui gelateria a Livorno porta il suo nome, e da Luca Landi, capitano e chef del Lunasia Green Park a Tirrenia. Hanno preceduto Argentina e Germania. Partenza con un cono   la cui cialda, croccante, era di gamberi e il gelato di carciofo, una   coppetta di ceci, rosmarino e gealto di baccalà e un biscotto di foie   gras e cipolla. Come piatto Cannelloni bicolore di seppia, gelato   fiordilatte ai ricci di mare e funghi porcini e per dolce un Mantecato   di cioccolato bianco e formaggio, gelato di mandorle, gelée di frutto   della passione, meringa al Campari e Tegola di mandorla d’Avola. Questo   per confermare una votla di più una certezza di Vannozzi, padre del   gelato totale: «Tutto ciò che è commestibile può diventare gelato», ad   esempio le zucchine, presentate sotto forma di gelato nel 1973, quando   si era ancora ben lontani da qualsiasi forma di nouvelle cuisine e   simili rivoluzioni.
Vannozzi non era una mosca bianca, ad esempio a Padova la Gelateria da Bepi vanta una pluridecennale tradizione di gelati “strani” tipo zola,   patata americana e vino clinto. Solo che una volta tutto rimaneva   nell’ambito della gelateria, mentre oggi il mondo del gelato interagisce   con quello della cucina, a sua volta gomito a gomito con quello della   pasticceria come a Milano dimostrerà la giornata del gelato nella   ristorazione nella quarta e conclusiva giornata di Identità Golose, mercoledì 4 febbraio (info identitagolose.it). Allora Angelo Corvitto, un siciliano trapiantato in Spagna, servirà Gin tonic e Negroni in forma di gelati, Renata Braune, brasiliana, i suoi gelati salati, un pokerissimo di gelatieri italiani, Timballo-Landi-Colalucci-Petrini-Dondoli, un intero pranzo, Corrado Assenza illustretà i gelati di carne e di zafferano, Andrea Zanin al profumo di mare e i fratelli Costardi al formaggio.
Questo   perché oggi un piatto vive di contrasti e il freddo spesso è   imprescindibile, anche per la complessità del rapporto con la sfera   calda. Purtroppo come è facile gelatare qualsiasi ingrediente, è anche   facile che ti siano servite delle cose invereconde perché in cucina la   nota gelata va inserita in un quadro più complesso rispetto a un cono e   una pallina.
Tutto   questo interesse verso nuove forme di gelato è dettato non solo dal   gusto, ma anche dall’imperativo della grande industria del settore di   destagionalizzare i consumi, parola ruvida che sta per venderli anche   lontano dall’estate. In un libro della Giunti, Il codice del gelato, l’Antica Gelateria del Corso procede a braccetto con realtà come Alma, il master di cucina di Colorno (Parma), e figure come Gualtiero Marchesi, Iginio Massari e Giuseppe Vaccarini, uno chef, un pasticciere e un sommelier. Tutti assieme, grazie anche ai contributi di Andrea Sinigaglia e Fabrizia Fedele,   hanno curato un libro ben fatto, che analizza non solo sul gelato in   sé, creme, di frutta e semifreddi, ma - soprattutto - in degustazione   abbinati a vini e alcolici. Istruttivo.