In principio fu il Girasole a Orio Litta, poco più di un niente nella campagna lodigiana, poi Alice in via Adige a Milano e da oggi, sabato 22 marzo, ancora Alice ma da tutt’altra parte, da Porta Romana a Porta Garibaldi, da un locale strappato a cantina e marciapiede, dove il telefonino quasi mai prendeva (non sempre è un difetto però), al ponte di comando di quell’astronave chiamata Eataly Smeraldo.
Il nuovo
Alice se ne sta al terzo pieno e per entravi si devono voltare le spalle al teatro del cibo costruito da
Oscar Farinetti. Il ristorante di
Viviana Varese (chef) e
Sandra Ciciriello (regina in sala, con la cantina disegnata da
Viviana e utilizzata dalla socia) è proiettato su piazza XXV Aprile. Tanto prima le vetrate erano a filo di facciata, quasi oscurate da tutto un po’ perché certo non c’era necessità di fare entrare la luce naturale del giorno all’interno di un teatro, così adesso tutto tende alla trasparenza massima.
Non solo la struttura che regge i cristalli è inclinata in avanti per assorbire più luminosità possibile, ma le luci nella prima parte del locale sembrano pensate per dare ancora più importanza al panorama esterno che, entrando, si intravvede sul fondo. Alice guarda verso ovest. Non è che la piazza sia un granché di bellezza, sembra tirata su nel secondo dopoguerra senza badare tanto al bello, condominii come scatoloni. Però nessuno l’aveva mai vista da quella posizione in alto e allora la novità cambia tutto. E poi, quando verso sera il sole cala e incendia il cielo, uno viene rapito e scorda i mesi di grigiore invernale che rendono infernali le sveglia mattutine nel capoluogo lombardo.

Oscar Farinetti sorridente tra Viviana Varese e Sandra Ciciriello
Stimo enormemente
Viviana e
Sandra. Le ho viste in questi giorni emozionate e tese. Non è che uno prende in gestione il ristorante top di un’ammiraglia come
Eataly Smeraldo come fosse un carretto di granite. Da quei circa 100 metri di cucina escono anche sughi e basi per i ristorantini, facile immaginarsi tanto pedalare e ben poco riposare. Tutto tra invidie inevitabili e cattiverie gratuite, tipiche della cosiddetta rete.
Alice non verrà giudicato con neutralità. C’è chi ha già scritto che hanno comperato la stella
Michelin. Ovviamente è stato un loro collega, così come uno mio le ha avvisate che si pentiranno di avere commesso peccato di lesa maestà per avergli consigliato di sparire.

Viviana Varese si specchia nella carta del vino di Alice
La fatica che le due alici hanno fatto per essere oggi allo
Smeraldo, partendo anni e anni fa da zero, è scritta in ogni loro gesto, centimetro, sguardo. Però è anche tanta la passione che le anima e che hanno riversato nella carta. Le proposte sono quelle di via Adige, il nuovo arriverà una volta prese le misure della nuova sede. Ci sono i crudi, poi antipasti, primi… il degustazione di Sandrina e quello di
Viviana fino al cosiddetto
Social Table disegnato da
Renzo e
Matteo Piano, padre e figlio, e realizzato in legno kauri (millenario, arriva dalla Nuova Zelanda). E’ sistemato davanti al bancone della cucina, a occhio possono accomodarsi in 12, gradite le coppie piuttosto che i golosi in uscita solitaria che così si mischiano. Accadrà ad esempio la sera di lunedì 7 aprile quando
Viviana aprirà la sua cucina a
Cristina Bowerman per dare vita a un evento a quattro mani pensato da noi di
Identità. Info e prenotazioni al numero +39.02.5462930, e-mail alice@aliceristorante.it.
Nota finale: vorrei tanto sapere dove sono in vendita le stelle Michelin, ne farei scorta per rivenderle in tempo per l’edizione 2015 della guida rossa.