Da sabato scorso, 24 marzo, Gustav Klimt, austriaco, massimo interprete dell’Art Nouveau, il Liberty per noi italiani, torna a Venezia un secolo e mezzo dopo la sua nascita, 102 anni dopo la partecipazione alla Biennale del 1910. Sue opere (e di chi si è nutrito di lui) rimarranno esposte al Museo Correr, in piazza San Marco 52, fino all’8 luglio.
Impossibile non avere mai visto almeno un’opera di Klimt, quei ritratti di donne nude, con i tratti contornati da oro, figure eteree e sensuali con le quali uno rincorrerebbe il tempo da un’alba all’altra. Donne fatali, sirene che nuotano nei mari della vita bramate da chi si innamora di loro. E siamo sempre in tanti. Le più importanti sono le due Giuditte, la prima del 1901 e la seconda del 1909, che per oltre tre mesi illumineranno una mostra intitolata Gustav Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione, curatore Alfred Weidinger.

Il volto della Giuditta 1, opera del 1901 di Gustav Klimt in mostra a Venezia fino all'8 luglio
Stessa piazza, ma al civico 121, da sabato
Klimt sarà anche un piatto di carne cruda, un
Piatto Massimiliano perché pensato e realizzato da
Massimiliano Alajmo per il
Caffè Quadri, telefono +39.041.5222105.
Piatto Massimiliano, senza refusi perché uno subito pensa che manchi una di lì in mezzo,
Piatto di Massimiliano, ma in verità tutto va visto come “un marchio di fabbrica che illustra con precisione millimetrica, grazie a un nome rivelatore, la dimensione di un vero fenomeno”.
In occasione della mostra, Alajmo mette in carta Rassicurazione e mistero, una proposta raccontata qui fin nei minimi dettagli, Klimt trasceso e reso edibile in un gioco tra il nitore rosa della carne cruda e i gialli sopra e tutt’attorno che ci riportano all’oro copiosamente usato dall’austriaco. Ha scritto Massimiliano: “La carne diviene il presupposto fondamentale per introdurre il tema ricorrente del ‘prezioso e del mistero’, così caro a Klimt. Spesso infatti, nelle sue tele si trova l'uomo come soggetto centrale in una sorta di raffigurazione rivissuta, come se l'autore, penetrato nei soggetti, li trasfigurasse dipingendone gli stati d'animo con una calma e una fluidità così leggera da renderli quasi liquidi. Il richiamo fintamente contrastante dei ‘mosaici’ ne aumenta la profondità evidenziando quell'aspetto mistico che di per sé già traspare. Il richiamo ai colori, alle forme e al profumo nel piatto divengono dunque dei pretesti per sprigionare nel gusto un'idea di rassicurazione e mistero, che a parer mio, ben sintetizza la grande intenzione di Gustav Klimt”.
Questa la ricetta: “Per il crudo di carne: Affettare non troppo sottilmente del filetto di vitellone piemontese e condire con olio delicato, succo di limone e sale. Cospargere ogni fetta con pochissima polvere di liquirizia e adagiare direttamente su foglia d'oro 24 carati.
Per l'insalata: Condire poca rucola appena tagliuzzata nel condimento della carne e nebulizzare spray di incenso.
Per la gelatina di liquirizia: 100 gr acqua, 5 gr di polvere di liquirizia, mezzo grammo polvere di agar agar. Portare l'acqua a ebollizione, versare le polveri, cuocere frustando per 2 minuti. Colare in un piatto, raffreddare e tagliare a strisce.
Per il montaggio: In un piatto piano bianco disporre 4 fette di carne ‘dorate’, porre accanto altrettante tracce di maionese leggera allo zafferano. Disporre 3/4 filetti di gelatina di liquirizia. Guarnire con 3 tegole di riso soffiato, contornare con poca insalata di rucola e nebulizzare a distanza poco spray di incenso. Terminare con fiori eduli primaverili come borragine, violette, petali di margherite e primule”.
Poi, sempre al Quadri ma anche alla Montecchia, prende il via il progetto ABC ovvero Alle Basi della Cucina che sarà declinato come abcMontecchia a Selvazzano Dentro (Padova), telefono +39.049.8055323, e come abcQuadri a Venezia. Ma questo è un altro film rispetto a Klimt e quindi sarà un altro servizio.