18-07-2020
Mauro Brun, titolare dell'Annunciata Macelleria in via dell'Annunciata 10 a Milano, mostra con orgoglio una tomahawk, un particolare taglio di costata con l'osso molto popolare in America. Per ottenerla, si perde il biancocostato, ottimo per il bollito
Sorridono ben pochi in questi mesi dominati da quarantene, mascherine, divieti, chiusure e ansie per il futuro. Di certo i farmacisti, poi chi ha potuto rimanere sempre aperto, in particolare panetterie e fruttivendoli, anche gli asporto di scarsa qualità, tipo le pizze da niente e i kebab da poco. E con tutti loro una categoria che ha conosciuto un successo inatteso: i macellai.
Con problemi ben più seri a cui pensare, sia di salute sia economici, tantissimi hanno messo da parte ogni dubbio sul consumo di carne e le macellerie hanno conosciuto un inatteso boom di incassi. Una storia per tutte, quella di Mauro Brun, titolare della Annunciata Macelleria, al 10 di via dell’Annunciata a Milano.
C’erano clienti, ovviamente ricchi perché certi capricci li hanno quasi sempre solo loro, che gli ordinavano fettine di vitello che pesassero ottanta grammi, non di più, battute con attenzione massima perché chi le doveva mangiare non pensasse fossero di carne. Magari le spacciavano per salmone pallido e insipido, mistero.
Mauro Brun e il quadro ricordo come relatore a Identità Golose 2008 Mauro gongola e arrossisce: «Con tutto quello che di brutto si sta vivendo, con l’economia ferma, ci sono momenti che mi sento in imbarazzo a pensare che a noi va benissimo. E non solo tra marzo e maggio quando tutti stavano a casa, pure adesso che è estate piena. Luglio e agosto sono stati sempre mesi in cui quasi non battevi chiodo, invece adesso gli affari vanno bene. Mai successo».
Mauro Brun e il quadro ricordo come relatore a Identità Golose 2008
Ma la soddisfazione ha radici ben più profonde: «Per una volta la colpa di una pandemia non è imputabile alla carne. Aprimmo qui in due soci, Mauro Rebuffi e io, a ridosso di via Manzoni e piazza Cavour, nel 1996. Prendemmo il posto di un fruttivendolo che aveva chiuso da un paio di anni. Arrivavamo da via Spiga, completamente diversa da quella che è diventata. Lavoravamo dai fratelli Quattro. Quando dicemmo loro che ci saremmo messi in proprio ci diedero un loro bancone dismesso, acquistato da loro padre nel 1953, e anche quattro ceppi in legno e un loro tritacarne, che funziona ancora, un modello degli anni Ottanta».
Diego Rossi, una passione per trippe e frattaglie
Con i ristoranti chiusi per circa tre mesi – e non è che adesso godano di buona salute -, chi era abituato a frequentarli ha cercato la qualità nelle botteghe e si fida molto di chi sta dietro a un banco e vende materie prime in purezza, da
L'osso spolpato di una superba tomahawk
Poi Brun si mise in proprio: «Mucca pazza mischiò le carte. Se volevi avere un futuro dovevi offrire di tutto. E poi successe anche che avevamo per vicino Elio Niccoli, un fior di ristoratore fiorentino, titolare della Tavernetta dove era un ospite fisso Indro Montanelli. Montanelli amava il pollo ruspante e guai a non averlo. Abbiamo sempre cercato di accontentare tutti, anche gli attori del teatro Manzoni che avevano orari e gusti tutti loro. Mai fermi, anche perché quando ti sembra sia tutto a posto, arriva la sorpresa come nel gennaio 2012 quando venne introdotta l’area C. Arrivammo a offrire di pagare noi il ticket di 5 euro a quei clienti abituati a muoversi in macchina. Nulla, non c’era verso. Solo il caricare il tagliando, avuto in dono, per loro era una fatica impossibile».
Caterina e Mauro Brun davanti all'ingresso della loro bottega
Infine alcune note utili: telefono +39.02.6572299; cellulare +39.339.8756384; e-mail lannunciatamacelleria@gmail.com.
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
Un tempo, la pagina a tutta acquolina in uscita sul Giornale. Oggi è una delle deliziose rubriche firmate dal nostro Paolo Marchi: signore e signori, gli Affari di Gola. Affari seri, ad alto tasso di ghiottonerie, che ritraggono un’Italia davvero squisita, tra incursioni nelle tradizioni più care al nostro palato, alla meglio gioventù del nostro Buon Paese