Non smetterò mai di ringraziare abbastanza chi lavora e si impegna perché Identità Golose sia un riferimento certo per la cucina e la pasticceria italiane, dentro e fuori il Buon Paese. Lo ribadisco ora, a ridosso del capodanno del 15 agosto, perché siamo al giro di boa economicamente e strutturalmente più nero che ci tocca vivere, con uno stato sull’orlo del fallimento e tutti a subire le conseguenze di scelte che hanno mortificato lo spirito di iniziativa libero da lobby, la ricerca scientifica, la cultura nelle sue varie espressioni, la rete di internet, l’onestà in ogni sua forma... Non mancherebbero le eccezioni, ma che nazione è quella che costringe i suoi cittadini a cercare i casi felici sepolti sotto strati di fango e da potenza economica si ritrova cenerentola?
Abbiamo staccato la spina una settimana fa avendo ben presenti gli impegni che ci attendono da lunedì 29, tant’è vero che il sito viene costantemente aggiornato e io stesso sarò in Brasile nell’ultimo fine-settimana di agosto ospite del Festival di Cultura e Gastronomia di Tiradentes nello stato di Minas Gerais. Cinque i principali appuntamenti a iniziare lunedì 26 settembre dalla presentazione, alla Fondazione Catella a Milano, della quinta edizione della Guida ai ristoranti di Italia, Europa e Mondo. che curo confrontandomi in ogni passo con Gabriele Zanatta. Firma la prefazione Antonio Albanese, attore e “sommelier”, bravissimo a tracciare un parallelo tra il teatro e il teatro della cucina. Tra i premiati, arriverà da Parigi il miglior chef straniero e dalla Toscana il miglior italiano così come dal Piemonte il miglior pasticciere, una lei proprio come anche quest’anno sarà una donna il miglior giornalista ma una collega che, a differenza di Eleonora Cozzella, rifugge da internet…

Antonio Albanese, attore e appassionato di cucina, sua la prefazione della quinta edizione della Guida di Identità Golose ai Ristoranti di Italia, Europa e Mondo
Poco meno di tre settimane e martedì 18 ottobre sarà la volta della terza edizione di
Identità London. Rispetto alle due precedenti, cambierà la sede e al
Town Hall Hotel celebreremo un open day di eccellenze tricolori che culmineranno in una cena a più mani nella quale avrà un ruolo di eccezione
Nuno Mendes che lì ha il suo ristorante, il
Viajante, una realtà che va a braccetto con una splendida iniziativa del portoghese, il
Loft Project, uno spazio con cucina a vista, sotto un altro tetto, dove sono invitati a cucinare giovani cuochi che hanno così l’opportunità di mettersi in mostra lontano dai locali dove in genere prestano servizio (e dove devono eseguire i piatti dello chef-patron, non certo i loro).
Due settimane e a cavallo di ottobre e di novembre, lunedì 31 e martedì 1, seconda edizione di Identità New York. Ancora a Eataly sulla Quinta Strada, davanti a Madison Park Square e accanto al Flatiron, ma con un canovaccio diverso rispetto all’autunno scorso. Si passerà da dieci grandi protagonisti della nostra ristorazione a dodici chef che hanno in comune il cucinare italiano, solo che solo una metà è italiana, l’altra ha passaporto statunitense (e solo Mario Batali radici in Italia). Non solo cibo, anche il vino che verrà raccontato da Allegrini, Antinori, Ferrari, Frescobaldi e Lungarotti, più i produttori padroni di casa, Bastianich e Fontanafredda. Quando alle lezioni di cucina, vedranno dialogare due cuochi alla volta, un italiano e un americano in una contaminazione di sicura felicità creativa, ad esempio Gennaro Esposito e Michael White di Marea, accomunati dal pesce, piuttosto che Moreno Cedroni e Jonathan Benno del Lincoln. Parlo di contaminazione e non si integrazione perché quest’ultimo è un termine che mi piace solo in parte. In genere si assiste allo spettacolo del più debole che rinuncia in parte, o completamente, alla sua cultura per abbracciare quella del più forte e farsi così accettare in qualche terra che gli appare paradisiaca. Io preferisco pensare allo scambio di sapienze e di idee tra due figure che dialogano alla pari, non per convincere l’altro di essere lui il migliore.

Terza edizione il 18 ottobre di Identità London, un open day al Town Hall Hotel
Sarà l’occasione per iniziare a dire in patria che c’è un’ottima cucina italiana che a Manhattan prescinde da cuochi italiani. Suona come una bestemmia, però è inutile fingere di non sapere che dietro numerose insegne di casa nostra, pizzerie in primis, ci sono persone di altri continenti, che come fino a ieri tantissimi nel mondo studiavano alta cucina francese oggi accade sempre più con i nostri piatti. Meglio, sempre che noi si sappia sfruttare la corrente per vendere le nostre eccellenze e far sì che nel tempo siano corteggiati anche i nostri chef. Nell’attesa dovrebbero studiare meglio l’inglese per potersi inserire nelle cucine lontane dalla penisola, dove la nostra proverbiale arte di arrangiarsi non sempre è apprezzata.
E lunedì 28 novembre Identità Roma, quasi un aperitivo di Identità Milano dal 5 al 7 febbraio. Appuntamento all’Open Colonna, dal pomeriggio a notte fonda, lezioni e degustazioni nel teatro curato da Antonello Colonna con cena-evento conclusiva come a Londra e a New York del resto.
Infine Milano, edizione numero otto. Rispetto alle tre precedenti al Centro Congressi di via Gattamelata scenderemo di un piano perché gli spazi sono doppi e ci permettono di aumentare sia gli spazi per le relazioni, gli incontri e le degustazioni sia quelli per gli espositori. Mi fa piacere annunciare che tornerà a Milano René Redzepi e che tutti avranno modo di scoprire Helena Rizzo (che non sarà il solo relatore dal Brasile) piuttosto che Gaston Acurio, orgoglio della cucina peruviana. E tutt’attorno a Gattamelata….